«Il bilancio ufficiale dei morti fra i piccoli ne conta 135, ma le cifre reali sono molto superiori. Scuole e asili colpiti. Queste distruzioni peseranno su di noi per 50 anni» Lo scrittore ucraino di lingua russa Andrej Kurkov ha già cambiato quattro case da quando si combatte. «Non ce ne andremo, è il nostro Paese Solo l’amore cura, ma per amare prima di tutto bisogna essere vivi»
- di EUGENIO GIANNETTA
Una stessa parola, se pronunciata in contesti diversi, può stimolare immagini molto lontane tra loro. Leopoli, per esempio, pronunciata oggi fa pensare alla guerra in corso tra Russia e Ucraina, eppure al tempo stesso è stata una parola che faceva pensare un luogo magico, dove tutto poteva accadere, proprio come nella descrizione che ne fa lo scrittore ucraino Andrej Kurkov in Jimi Hendrix a Leopoli, che esce oggi per Keller (pagine 400, euro 18,50). Kurkov è nato a inizio anni 60 in un paese dell’area di Leningrado. Nel 1983 si è laureato all’Accademia pedagogica di lingue straniere di Kiev. È autore ucraino che scrive in russo, ha lavorato come giornalista e prestato servizio militare a Odessa, si è occupato e si occupa di cinema e romanzi per bambini, tradotti in decine di lingue. Attualmente vive in Ucraina, nascosto, spostandosi di luogo in luogo per sfuggire alla guerra: «Da quando siamo diventati rifugiati – ci ha detto – viviamo già nel quarto appartamento. Ora siamo con la mia famiglia nella casa di una donna sconosciuta, che ci ha dato le chiavi ed è andata a vivere con sua figlia. Siamo nell’Ucraina occidentale, a quaranta minuti di macchina dal confine con l’Ungheria. Ma non abbiamo intenzione di andare all’estero. Migliaia di rifugiati si sono già trasferiti in Europa. Ora le file ai valichi di frontiera sono più corte, ma molti ucraini sono rimasti qui in Ucraina occidentale e stanno aspettando l’opportunità di tornare a casa a Kiev, Vinnycja, Odessa e altre città».
In Jimi Hendrix a Leopoli lei parla di una città in
cui i miracoli possono accadere, e tutto dipende dalla forza dell’amore,
dall’immaginazione senza limiti, dalla musica immortale. Che città è Leopoli
oggi? E che città potrà essere una volta finita questa guerra?
Leopoli è una città magica, con un grande centro
storico medievale. Dall’inizio della guerra la città è certamente cambiata. Ora
ha tre volte la popolazione. Rifugiati da tutta l’Ucraina sono venuti qui e
vivono nei dormitori universitari, negli alberghi, con i residenti locali.
Recentemente, un rifugiato ha scritto su Facebook che non aveva mai visto così
tanti ucraini famosi in una città e in un solo posto. Tutti sono attratti dal
centro storico. In tempi normali, migliaia di turisti stranieri vi camminano,
ma ora sono stati sostituiti da rifugiati provenienti da tutte le regioni
dell’Ucraina.
C’è una famosa citazione di Hendrix che tradotta fa
più o meno così: «Quando il potere dell’amore supererà l’amore per il potere,
il mondo allora conoscerà la pace». Lei nel libro scrive: «Fate l’amore, non la
guerra! La cosa importante nella vita è l’amore». Sarà sufficiente l’amore per
contrastare questo conflitto?
Quando coloro per i quali l’amore e – semplicemente – la vita non hanno alcuna importanza, combattono contro l’amore, è molto difficile mantenere vivo l’amore. Per amare bisogna prima di tutto essere vivi. Putin ora sta cercando di togliere all’Ucraina non l’amore, ma la vita stessa. Pertanto, in una tale situazione, l’amore è impotente. Può rimanere solo un ricordo.
C’è un’altra frase nel suo libro che dice: «Si può
sentire la felicità barcollare lungo la strada ». È questa la situazione oggi?
Per quanto tempo sarà ancora così, con una felicità claudicante?
È difficile per me dire per quanto tempo continuerà
questa guerra. Finché Putin è vivo, combatterà. Non ha più niente nella sua
vita. Le vite dei soldati russi non sono importanti per lui, l’economia russa
distrutta dalle sanzioni non è importante. Vuole rimanere nella storia russa
come l’uomo che ha fatto rivivere l’Unione Sovietica e ha riconquistato le sue
ex repubbliche. Questo non accadrà.
Lei è laureato in un’accademia pedagogica e ha scritto
numerosi libri per bambini. Questa è anche la guerra dei bambini. Secondo un
recente rapporto di Save The Children, 1 bambino su 5 ha dovuto lasciare il
paese, 6 milioni sono intrappolati all’interno, in grave pericolo a causa
dell’aumento degli attacchi alle strutture civili. Più di 460 scuole e 43
ospedali sono stati colpiti. Alcune immagini satellitari hanno mostrato la scritta
'bambini' in un cortile bombardato dai russi. 109 passeggini vuoti sono stati
esposti a Leopoli per denunciare un massacro di bambini. Come commenta tutto
questo? Quale sarà l’impatto della guerra sullo sviluppo dei bambini?
Mentre scrivo queste righe, ufficialmente ci sono già
stati 135 bambini uccisi, mentre le cifre reali sono diverse volte superiori.
L’educazione dei bambini è già stata colpita dalla pandemia del coronavirus.
Ora soffrirà ancora di più a causa della guerra, a causa delle scuole e degli
asili distrutti. Penso che le conseguenze di questa guerra si faranno sentire
tra 50 anni. Ma allo stesso tempo, credo che queste difficoltà motiveranno
molti bambini a istruirsi.
Nel libro lei scrive: «È ancora viva la gloria
dell’Ucraina, la sua libertà». Il coraggio ucraino in questi giorni di
conflitto sta stupendo il mondo. La libertà, anche tramite la letteratura, è
ancora viva? Pensa che da questo conflitto nascerà una corrente di letteratura
militante?
Dal 2014 l’Ucraina ha due letterature: quella
tradizionale, scritta dagli scrittori, e quella militare, scritta dai veterani
della guerra nel Donbass. Più di 300 libri sono già stati scritti e pubblicati
su quella guerra. Tutta la letteratura ucraina, anche i romanzi d’amore e non
di guerra, è diventata più militante, più politicizzata. Non credo ci sarà un
ritorno alla tradizionale letteratura romantica e apolitica.
Quali sono le sue speranze per il futuro? Cosa può
fare ora l’Europa?
L’Europa ha ignorato per troppo tempo la politica di
Putin verso i vicini della Russia. Ora, finalmente, l’Europa si è svegliata e
ha espresso solidarietà al popolo ucraino. Spero che questa solidarietà non
sparisca quando la guerra sarà finita. Spero che l’Europa non lasci l’Ucraina
da sola con i problemi che la Russia le ha creato. Il mio sogno è che l’Ucraina
diventi membro dell’Unione Europea e che finalmente sconfigga sia la corruzione
che gli altri problemi che hanno reso l’Unione Europea così cauta sulle
prospettive europee dell’Ucraina prima della guerra.
Nessun commento:
Posta un commento