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giovedì 31 marzo 2022

GUERRA E BAMBINI

Lo sguardo dei bambini e i disastri della guerra

 «Il bilancio ufficiale dei morti fra i piccoli ne conta 135, ma le cifre reali sono molto superiori. Scuole e asili colpiti. Queste distruzioni peseranno su di noi per 50 anni» Lo scrittore ucraino di lingua russa Andrej Kurkov ha già cambiato quattro case da quando si combatte. «Non ce ne andremo, è il nostro Paese Solo l’amore cura, ma per amare prima di tutto bisogna essere vivi»

 -         di EUGENIO GIANNETTA

 Una stessa parola, se pronunciata in contesti diversi, può stimolare immagini molto lontane tra loro. Leopoli, per esempio, pronunciata oggi fa pensare alla guerra in corso tra Russia e Ucraina, eppure al tempo stesso è stata una parola che faceva pensare un luogo magico, dove tutto poteva accadere, proprio come nella descrizione che ne fa lo scrittore ucraino Andrej Kurkov in Jimi Hendrix a Leopoli, che esce oggi per Keller (pagine 400, euro 18,50). Kurkov è nato a inizio anni 60 in un paese dell’area di Leningrado. Nel 1983 si è laureato all’Accademia pedagogica di lingue straniere di Kiev. È autore ucraino che scrive in russo, ha lavorato come giornalista e prestato servizio militare a Odessa, si è occupato e si occupa di cinema e romanzi per bambini, tradotti in decine di lingue. Attualmente vive in Ucraina, nascosto, spostandosi di luogo in luogo per sfuggire alla guerra: «Da quando siamo diventati rifugiati – ci ha detto – viviamo già nel quarto appartamento. Ora siamo con la mia famiglia nella casa di una donna sconosciuta, che ci ha dato le chiavi ed è andata a vivere con sua figlia. Siamo nell’Ucraina occidentale, a quaranta minuti di macchina dal confine con l’Ungheria. Ma non abbiamo intenzione di andare all’estero. Migliaia di rifugiati si sono già trasferiti in Europa. Ora le file ai valichi di frontiera sono più corte, ma molti ucraini sono rimasti qui in Ucraina occidentale e stanno aspettando l’opportunità di tornare a casa a Kiev, Vinnycja, Odessa e altre città».

In Jimi Hendrix a Leopoli lei parla di una città in cui i miracoli possono accadere, e tutto dipende dalla forza dell’amore, dall’immaginazione senza limiti, dalla musica immortale. Che città è Leopoli oggi? E che città potrà essere una volta finita questa guerra?

Leopoli è una città magica, con un grande centro storico medievale. Dall’inizio della guerra la città è certamente cambiata. Ora ha tre volte la popolazione. Rifugiati da tutta l’Ucraina sono venuti qui e vivono nei dormitori universitari, negli alberghi, con i residenti locali. Recentemente, un rifugiato ha scritto su Facebook che non aveva mai visto così tanti ucraini famosi in una città e in un solo posto. Tutti sono attratti dal centro storico. In tempi normali, migliaia di turisti stranieri vi camminano, ma ora sono stati sostituiti da rifugiati provenienti da tutte le regioni dell’Ucraina.

C’è una famosa citazione di Hendrix che tradotta fa più o meno così: «Quando il potere dell’amore supererà l’amore per il potere, il mondo allora conoscerà la pace». Lei nel libro scrive: «Fate l’amore, non la guerra! La cosa importante nella vita è l’amore». Sarà sufficiente l’amore per contrastare questo conflitto?

 Quando coloro per i quali l’amore e – semplicemente – la vita non hanno alcuna importanza, combattono contro l’amore, è molto difficile mantenere vivo l’amore. Per amare bisogna prima di tutto essere vivi. Putin ora sta cercando di togliere all’Ucraina non l’amore, ma la vita stessa. Pertanto, in una tale situazione, l’amore è impotente. Può rimanere solo un ricordo.

C’è un’altra frase nel suo libro che dice: «Si può sentire la felicità barcollare lungo la strada ». È questa la situazione oggi? Per quanto tempo sarà ancora così, con una felicità claudicante?

È difficile per me dire per quanto tempo continuerà questa guerra. Finché Putin è vivo, combatterà. Non ha più niente nella sua vita. Le vite dei soldati russi non sono importanti per lui, l’economia russa distrutta dalle sanzioni non è importante. Vuole rimanere nella storia russa come l’uomo che ha fatto rivivere l’Unione Sovietica e ha riconquistato le sue ex repubbliche. Questo non accadrà.

Lei è laureato in un’accademia pedagogica e ha scritto numerosi libri per bambini. Questa è anche la guerra dei bambini. Secondo un recente rapporto di Save The Children, 1 bambino su 5 ha dovuto lasciare il paese, 6 milioni sono intrappolati all’interno, in grave pericolo a causa dell’aumento degli attacchi alle strutture civili. Più di 460 scuole e 43 ospedali sono stati colpiti. Alcune immagini satellitari hanno mostrato la scritta 'bambini' in un cortile bombardato dai russi. 109 passeggini vuoti sono stati esposti a Leopoli per denunciare un massacro di bambini. Come commenta tutto questo? Quale sarà l’impatto della guerra sullo sviluppo dei bambini?

Mentre scrivo queste righe, ufficialmente ci sono già stati 135 bambini uccisi, mentre le cifre reali sono diverse volte superiori. L’educazione dei bambini è già stata colpita dalla pandemia del coronavirus. Ora soffrirà ancora di più a causa della guerra, a causa delle scuole e degli asili distrutti. Penso che le conseguenze di questa guerra si faranno sentire tra 50 anni. Ma allo stesso tempo, credo che queste difficoltà motiveranno molti bambini a istruirsi.

Nel libro lei scrive: «È ancora viva la gloria dell’Ucraina, la sua libertà». Il coraggio ucraino in questi giorni di conflitto sta stupendo il mondo. La libertà, anche tramite la letteratura, è ancora viva? Pensa che da questo conflitto nascerà una corrente di letteratura militante?

Dal 2014 l’Ucraina ha due letterature: quella tradizionale, scritta dagli scrittori, e quella militare, scritta dai veterani della guerra nel Donbass. Più di 300 libri sono già stati scritti e pubblicati su quella guerra. Tutta la letteratura ucraina, anche i romanzi d’amore e non di guerra, è diventata più militante, più politicizzata. Non credo ci sarà un ritorno alla tradizionale letteratura romantica e apolitica.

Quali sono le sue speranze per il futuro? Cosa può fare ora l’Europa?

L’Europa ha ignorato per troppo tempo la politica di Putin verso i vicini della Russia. Ora, finalmente, l’Europa si è svegliata e ha espresso solidarietà al popolo ucraino. Spero che questa solidarietà non sparisca quando la guerra sarà finita. Spero che l’Europa non lasci l’Ucraina da sola con i problemi che la Russia le ha creato. Il mio sogno è che l’Ucraina diventi membro dell’Unione Europea e che finalmente sconfigga sia la corruzione che gli altri problemi che hanno reso l’Unione Europea così cauta sulle prospettive europee dell’Ucraina prima della guerra.

 www.avvenire.it

 

 

 

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