UNA RISORSA INDISPENSABILE
PER ANDARE
VERSO IL FUTURO *
-
Giovanni Perrone
“Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate!” (Inf. III, 9) è il lugubre avvertimento impresso sulla porta dell’inferno dantesco. È un evidente invito ad “affidarsi” totalmente ed eternamente ad un perverso destino.
Lo
scoraggiamento è frequente nella vita delle persone. Lo testimonia l’antico
detto “Chi di speranza campa, disperato muore”.
La
visione pessimistica del mondo e del futuro è presente anche in molti scrittori
e poeti. Ad esempio, Lorenzo de’ Medici così scrive in una sua lirica dedicata
proprio alla speranza: “Quanto
sia vana ogni speranza nostra, / quanto fallace ciaschedun disegno, / quanto
sia il mondo d’ignoranza / pregno, / la maestra del tutto, Morte, il mostra”.
L’Alighieri, però, nonostante le traversie ch’egli
ha dovuto affrontare, non si chiude nel pessimismo. Infatti, il cammino raccontato
nella sua Commedia conduce dalle tenebre degli inferi alla purificazione nel
Purgatorio e all’incontro con l’Immenso: “l’Amor che move il sole e le altre
stelle”.
Nell’inferno stesso, luogo dell’estrema
disperazione, Dante indica le tracce per un cammino di speranza basato sulla
presa di coscienza della grandezza della dignità umana: “Considerate la
vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e
canoscenza” (vv. 112-120).
La speranza è una virtù cristiana, strettamente
connessa alle altre due virtù teologali, fede e carità. La fede è espressione
di fiducia e la carità rende concreto ogni percorso di fiducia e di speranza.
La speranza è seme vivo, le cui radici sono
alimentate dalla fiducia. Non è un comodo divano ove cullarsi, chattando con
gli amici, magari piangendosi addosso, attendendo passivamente un improbabile
futuro. Essa dona vigore e vita a frondosi rami ricchi di buoni frutti; è
alimentata da un ragionevole ottimismo e coraggioso impegno. Perciò va
promossa, organizzata e coltivata.
La speranza non è una sterile illusione: è un
cammino per raggiungere una meta; cammino talora reso difficile dalle tempeste
della vita e soffocato dalla calura estiva o dalle gelate invernali.
Perciò speranza, coraggio, competenza e ideali vanno a braccetto, sostenendosi
l’un l’altro. La capacità di orientarsi e riorientarsi è necessaria, evitando "campi magnetici" che possono disorientare il procedere verso la meta prefissata.
Oggi è possibile avere speranza? I tempi che
stiamo vivendo, la situazione sanitaria ed economica, la carenza di lavoro, la
nebulosa situazione giovanile, le talora complicate ed instabili situazioni
familiari, le imprevedibili condizioni climatiche, il disorientamento talora provocato dai mass media.…. favoriscono la speranza?
La pandemia ha fatto emergere le fragilità delle
nuove generazioni. Infatti, dagli ultimi dati rappresentati, si assiste a un
abbandono o posticipo di progetti esistenziali.
L’Occidente, dicono gli esperti, vive una
pericolosa crisi di speranza e di infertilità, nello spirito e nel corpo. La
crescente denatalità ne è concreta testimonianza. Il fenomeno migratorio mette
in luce la voglia di dare concretezza alle proprie speranze. In particolare, ci
interrogano le migliaia di “disperati”, in gran parte giovani, che ogni giorno lasciano
le loro case e la loro terra, partono per viaggi rischiosi ed imprevedibili,
sopportano fame, miseria, soprusi e violenze spinti dalla speranza di un futuro
migliore. Ne partono mille per arrivare in dieci o meno! Pur tra tante
diffidenze, sofferenze e fatiche essi sono semi di speranza per il futuro che
viene.
Bisogna avere il coraggio di sperare e saper
vedere i nuovi germogli che riescono a farsi strada pur tra le rocce o in mezzo
al ghiaccio; bisogna saper vedere la luce anche in fondo al tunnel. Come
cristiani non possiamo disperare perché Dio è la somma speranza e la somma
certezza che guida e sostiene il nostro cammino. Siamo chiamati ad aiutarci reciprocamente
a costruire percorsi di speranza, ad essere visibili e credibili testimoni di
speranza, a preparare le vie del Signore.
Regalare il nostro accogliente sorriso ad ogni nuovo
giorno e ad ogni persona rassicura e fortifica il nostro e l'altrui peregrinare
per le vie del mondo al fine di incontrare il “sommo Bene":
Spene", diss'io, "è uno
attender certo
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente
merto..."
(Paradiso, XXV, 68)
A proposito, Papa Francesco ci invita a "nutrire il coraggio della speranza", ad “organizzare
la speranza” : “Se la nostra speranza non si traduce in
scelte e gesti concreti di attenzione, giustizia, solidarietà, cura della casa
comune, essa resta vana illusione, sterile e logorante attesa… Specialmente a
noi cristiani, tocca organizzare la speranza, tradurla in vita concreta ogni
giorno, nei rapporti umani, nell’impegno educativo, sociale e politico”.[i]
[i] Papa Francesco, 14 novembre 2021
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