La valutazione dei DSA certificati deve consentire di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento conseguito.
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Enrica Soffientini
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Indicazioni essenziali: troppo spesso la valutazione non fa
che accrescere nel ragazzo DSA il livello di disistima personale, confermando
la sua inadeguatezza nello studio. Eppure, questa realtà, presente sovente
nelle nostre scuole, non può essere accettata. Essa è figlia di un sostanziale
quanto tenace pregiudizio che dà per scontato l’idea che un DSA possa alla fine
“recuperare” il proprio “svantaggio” se si impegna e qualora venga aiutato con
le misure e gli strumenti compensativi adeguati. Il più delle volte il DSA
viene visto come problema e intralcio per il lavoro didattico.
Occupandomi di DSA so invece per esperienza che la presenza in
una classe di tali alunni va vista come risorsa e quando i docenti se ne
rendono conto, riconsiderando il proprio lavoro didattico e le metodologie
usate, tutti gli alunni ne traggono beneficio e cresce la coesione fra loro.
Una valida correzione e comprensione degli errori non può
prescindere da una corretta preparazione delle attività richieste. Spesso si offrono
agli alunni con dislessia schemi inadeguati, ricchi di stimoli confusivi,
richieste generiche, fotocopie di difficile, se non impossibile lettura quando
basterebbero pochi ma precisi accorgimenti per mettere questi ragazzi nella
condizione giusta per comprendere ed eseguire un compito. (uso di caratteri
grafici leggibili; richieste precise e chiare; utilizzo di immagini e colori…)
L’attenzione posta a tali elementi, tra l’altro, aiuta anche molti
compagni con difficoltà di vario tipo e diventa quindi motivo di miglioramento
per tutta la classe.
Mi preme sottolineare come ci sia una correlazione tra
valutazione e correzione e come sia “impraticabile la valorizzazione
dell’errore…se il giudizio delle verifiche,
invece di esprimere ulteriori indicazioni metodologiche su come proseguire per
imparare, lascia e rafforza ambiguità, concetti negativi dell’Io (Sei un asino!
Ecco non capisci niente!)” (Mazzeo “La valutazione liberata”).
Una volta eseguito un compito assegnato è poi indispensabile
che gli alunni DSA ma anche i loro compagni, colgano le differenze fra i tipi
di errori presenti negli elaborati. Solo in presenza di tale comprensione,
infatti, si può parlare di correzione e valutazione formativa.
È molto utile aiutare i ragazzi a distinguere gli errori dagli
sbagli, una differenza che non sempre i docenti colgono e fanno cogliere quando
la correzione diventa un mero esercizio burocratico volto all’assegnazione di
un punteggio e conseguentemente di un voto.
Come sottolinea Mazzeo nel suo testo “La valutazione liberata” “ tra errori
e sbagli c’è una differenza: lo sbaglio deriva da un’insufficiente attenzione o
concentrazione, da una dimenticanza o da un ricordo difettoso, da un calcolo
impreciso o affrettato “ e in un alunno DSA può essere legato alle sue
caratteristiche mentali; l’errore, come il problema, pone invece di fronte ad
una sfida intellettuale ed è l’esito dei tentativi di soluzione messi in atto
dall’alunno e ciò interessa poiché, analizzandoli, si possono ricavare
interessanti considerazioni e può essere aiutata l’autovalutazione.
Per aiutare i ragazzi DSA a comprendere tali differenze
occorre abituarli all’osservazione di sé e del proprio modo di apprendere, in
altre parole, abituarli ad autovalutarsi e a conoscere il proprio stile di
apprendimento: la modalità sensoriale mediante la quale percepiamo le
informazioni. Esso è quindi legato ai canali sensoriali che ci permettono di
percepire gli stimoli provenienti dall’esterno e nei DSA è necessario che essi
siano tutti utilizzati.
Si tratta del canale visivo-verbale che va associato al visivo-non verbale,
del canale uditivo e di quello cinestesico. La correzione con strumenti
multisensoriali è estremamente valida perché aiuta ad individuare l’errore, ad
analizzarlo, a cercarne le cause, a sottolineare i rimedi.
L’alunno non deve aver paura dell’errore ma prenderlo
sul serio come possibilità di crescita e di apprendimento di un metodo di
lavoro fruttuoso che lo renda consapevole dei suoi passi: inutile sottolineare
che tutto questo non è possibile se i docenti non condividono tale posizione.
Se invece tale impostazione è condivisa, è utilissima anche al docente per
individuare proprio i percorsi mentali del ragazzo aiutandolo a conoscersi
sempre più e a dirigere i passi dei futuri apprendimenti.
Ad esempio, la produzione di un discorso orale può essere pianificata
servendosi di una scaletta e di altro materiale di supporto (mappe, schemi,
organizzatori grafici per l’apprendimento, ecc.) predisposto anticipatamente
per presentare in modo ordinato l’argomento e tenere sotto controllo la
verbalizzazione del discorso. Anche in questo caso il riprendere e considerare
gli eventuali errori guidano l’alunno alla possibilità di autovalutazione.
Va da sé capire che tali strumenti sostengono l’apprendimento di tutti gli
alunni e non solo dei DSA e possono essere utilizzati dai docenti in tutto o in
parte nella didattica e valutazione di tutta la classe.
Oggi si discute parecchio di rubriche e della loro
compilazione: per gli alunni con DSA e per le loro famiglie esse costituiscono
uno strumento molto utile perché chiariscono quali siano i passaggi dai livelli
iniziali a quelli attesi attraverso un processo di monitoraggio, di riflessione
e di analisi condivisa. Lo studente sviluppa così una conoscenza di sé e di ciò
che sa e che sa fare.
Perché ciò avvenga occorre avere uno sguardo trifocale sull’apprendimento:
soggettivo (i significati personali); oggettivo (le evidenze osservabili);
intersoggettivo (il sistema di attese dell’ambiente).
Gli strumenti idonei implicano diario di bordo, autobiografia e questionari
autovalutativi, compiti autentici e prove di verifica, osservazioni in itinere,
commenti docenti e genitori, interazioni tra pari.
Ciò che importa è che i DSA siano a pieno titolo trattati e
seguiti come i loro compagni e siano visti come stimolo alla creatività del
docente e al suo desiderio di offrire pari opportunità a tutti i suoi alunni.
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