Come Maria, in quest’anno, siamo chiamati a meditare la nostra storia, scovare la presenza di Dio negli eventi che segneranno (nella gioia o nella fatica) il tempo che ci sarà donato. E’ la quotidianità, il luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio.
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di Paolo Di Martino
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Tutto nel vangelo è novità. Il nuovo ci spaventa ma solo perché ancora non
lo conosciamo.
Il nuovo è così: ci costringe a rimetterci in gioco e la cosa non ci piace
tanto!
Il nuovo ci costringe a ridefinire gli equilibri preesistenti e a trovarne
degli altri.
Sono questi i sentimenti che ci avvolgono all’inizio di un nuovo anno.
Il primo giorno dell’anno si apre con una grande novità, con una buona notizia.
Quelli che la religione considera i più lontani da Dio, per il vangelo, sono i
più vicini a Dio!
Questa è la buona notizia che Luca ci riporta nel brano della visita dei
pastori.
Perché i protagonisti di oggi sono i pastori. Solo così si riescono a
comprendere le parole che Maria dirà.
Scrive Luca che “andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del
bambino era stato detto loro”.
I Pastori fanno qualcosa che noi forse abbiamo abbandonato da tempo. Si
mettono a cercare Gesù! E Lo trovano alla fine di questa ricerca.
Il cristianesimo è una continua ricerca, anzi impone la ricerca come mezzo
per “trovare”. Ma trovare cosa? Un Senso alla vita, perché in fondo questo è
Gesù, il Senso che stiamo cercando.
Che cosa era stato detto loro? Cos’era questa grande novità? L’angelo gli aveva
annunziato una grande gioia: per loro era nato il Messia, per loro.
I pastori, lo sappiamo, non erano i personaggi romantici che oggi riempiono
i nostri presepi ma erano considerati disgraziati, lontani da Dio perché
vivevano in uno stato continuo di impurità, di furti. Erano selvatici come le
bestie che accudivano. Il Messia, alla sua venuta, avrebbe dovuto eliminare
innanzitutto i pastori in quanto peccatori.
Ebbene i pastori vengono avvolti dalla luce del Signore. Loro annunciano
questo: per essi è nato un salvatore, colui che li viene a salvare.
C’è qualcosa di nuovo, qualcosa di inaudito in quello che viene detto.
E’ lo scandalo della misericordia che sarà il filo conduttore di tutto il
vangelo di Luca.
L’amore, amici, è un regalo dato a tutti non un premio per i buoni.
Nessuno è escluso dall’amore di Dio! Nessuno!
“Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori”.
Anche Maria è stupita. E’ sconcertata di fronte a questa novità, ma lei non la
rifiuta. Cerca di capire il vero senso: “Maria, da parte sua, custodiva tutte
queste cose, meditandole nel suo cuore”, letteralmente “esaminando,
interpretando, cercando il vero senso”.
Maria intuisce che dietro quell’annuncio dei pastori c’è tutta la novità di
quel figlio che ha tra le braccia. Non ha tutto chiaro, ma attende, fa in modo
che questa novità si sedimenti nel cuore.
Maria, nel primo giorno dell’anno, ci ricorda che Dio non è “immediato”. Dio è
“mediato”. Dio ha bisogno che noi guardiamo dentro le cose per trovarlo, non in
superficie.
In questo nuovo anno, amici, recuperiamo una dimensione spirituale che non
significa mandare a memoria altre preghiere ma imparare a guardare dentro le
cose, attraverso la vita spirituale, il silenzio, l’ascolto, la profondità.
Il Signore non ci vuole bigotti ma capaci di trovarlo dentro ciò che
viviamo e come ogni attività che si rispetti, anche la vita spirituale ha
bisogno di esercizio e di allenamento.
Oggi è giorno di auguri, ma gli auguri più belli per questo nuovo anno,
ovviamente, ce li fa Dio!
“Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i
vostri fratelli”.
All’inizio di quest’anno, per prima cosa dice Dio, beneditevi a vicenda,
benedite tutti, che lo meritino o no perché io vi benedico tutti che ve lo
meritiate oppure no.
Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o impartendo divieti, ma benedicendo
e chiede anche a noi di benedire uomini e storie.
L’augurio e il nostro compito per il 2022? Benedire chi ci sta accanto!
Nostra moglie, nostro marito, i nostri figli, i nostri amici, le persone che ci
sono affidate.
Se non impariamo a benedire, l’uomo non potrà mai essere felice.
E come si fa a benedire? “Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Che bello! Ci sono forse auguri migliori? Che nel nostro volto risplenda il
volto sorridente di Dio! Ecco cosa ci auguriamo e cosa dobbiamo augurare a
tutti!
Cosa ci riserverà l’anno che viene? Non lo so, ma di una cosa sono certo:
Il Signore ci farà grazia, si rivolgerà verso di noi, si chinerà su di noi.
Qualunque cosa accadrà quest’anno, Dio sarà chino su di noi e ci farà
grazia.
È un invito a noi, che siamo sempre di corsa, a dedicare del tempo alla
nostra interiorità, a fermarci ogni tanto nel nuovo anno per scrutare i passi
di Dio.
Forse ci accorgeremo che Dio sorride con noi, piange con noi, fa festa con
noi, soffre con noi. Perché Dio non è un qualcosa di aggiunto, è dentro la
storia: dentro la tua gioia, dentro la tua stanchezza, dentro la tua repulsione
o dentro la tua simpatia, dentro la tua convivenza o dentro la tua connivenza.
Non aspettiamoci che Dio ci risolva i problemi perché la vita e la natura
segue una sua logica ma se, lo vorremo, li affronteremo con Lui. Quando non si
è soli tutto è possibile. Questo è il vero miracolo, la vera onnipotenza che Dio
ci mette a disposizione.
Cari amici, è appena terminato un anno difficile, per tutti segnato dalla
sofferenza, dalla solitudine per molti anche dalla morte.
Incontri, scelte, avvenimenti, hanno segnato l’anno che si è appena
concluso.
La Parola ci ha accompagnato, guidato, ma forse solo scalfito.
Lo Spirito di Dio ha lavorato in incognito nella nostra vita, donandoci ciò
di cui, magari a nostra insaputa, avevamo bisogno.
Come Maria, in quest’anno, siamo chiamati a meditare la nostra storia,
scovare la presenza di Dio negli eventi che segneranno (nella gioia o nella
fatica) il tempo che ci sarà donato.
E’ la quotidianità, il luogo in cui possiamo fare esperienza di Dio.
La bella notizia di questo capodanno? Possiamo raccogliere tutti i desideri
e le paure che ci riempiono il cuore e lasciarli nelle Sue mani. Non c’è posto
più sicuro. Garantito.
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