L’augurio
per il Santo Natale
- Il
mistero del Natale, dell’Incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo nel grembo
di Maria, in cui si riaccese l’amore di Dio per noi, è il mistero più dolce e
nello stesso tempo più importante della
nostra fede. Questo mistero ci proietta verso tutta la vicenda umana di Gesù,
nato a Betlemme, vissuto a Nazaret nel nascondimento, annunciatore dell’avvento
del Regno di Dio nella sua persona, morto sulla croce a Gerusalemme e risorto
ed asceso al cielo.
In
questo anno di celebrazioni del nostro poeta Dante è bene ricordare l’ultima
pagina della Divina Commedia (Canto 33 del Paradiso, vv. 124-145).
Dante
fissa a lungo il secondo cerchio
trinitario, quello riflesso dal primo, e gli appare raffigurato al suo interno,
con lo stesso colore della natura divina, dall’immagine di un uomo. E si
concentra tutto in essa, nella persona del Cristo risorto, nel figlio di Maria.
Dante non lo dice espressamente, ma fa comprendere che l’incarnazione del Verbo
è il mistero centrale della nostra fede, perché ci spalanca tutta la realtà
divina: sente il brivido emotivo della sua intelligenza che cerca di capire
come l’immagine di un uomo, Cristo, si adatti al cerchio divino e come possa
trovare posto in esso. Ma la sua ragione, nonostante tutto il suo sforzo, non è
adeguata a comprendere: solo una folgorazione, un lampo di luce divina realizza
il suo desiderio di immergersi nel mistero di Cristo, il Verbo fatto carne, il
figlio di Maria, termine estremo di tutti i suoi desideri. Egli si sente ora pienamente
appagato e guidato nella sua brama di
conoscenza e nella sua volontà, inserito armonicamente nel movimento divino,
come una ruota che si muove in moto circolare uniforme, animato da “l’amor che
muove il sole e l’altre stelle”.
Questa
riflessione ci aiuta a comprendere meglio anche il pensiero di Sant’Agostino
che invita i predicatori ed i catechisti ad educare tutti cristiani a salire e
scendere sul Figlio dell’uomo, meditando lo stupendo mistero dell’Incarnazione,
ossia la natura divina ed umana della seconda Persona della Santissima Trinità,
del Verbo di Dio fatto carne per la nostra salvezza.
Parafrasando
numerosi passi diffusi nei suoi sermoni e nei suoi trattati, davanti al presepe
possiamo esprimerci con questi sentimenti, che illuminano con una serie di
antitesi, il mistero della persona di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria.
O Gesù, nostro salvatore, ti sei
chiuso nel grembo di una donna, Tu che né cielo né terra possono contenere,
perché sei l’Immenso e tutto contieni.
Sei nato da una donna, da Maria, nel
tempo, Tu che sei nato dal Padre prima di tutti i tempi.
Sei nato da Maria, vergine al momento
del concepimento, vergine al momento del parto, vergine al momento della morte,
per insegnarci a disprezzare ogni orgoglio basato sulla nobiltà della nostra
carne o delle nostre famiglie.
Sei nato a Betlemme, piccola città
della Giudea, per dire a noi che non possiamo esaltarci per la grandezza di
nessuna città o potenza politica di questa terra.
Sei nato povero, Tu di cui sono tutte
le cose e per mezzo di cui sono state fatte tutte le cose, perché nessun
credente in Te osi insuperbirsi delle sue ricchezze.
Hai pianto bambino per noi, tu che
sei la nostra unica vera gioia nella vita terrena e nell’eternità, gaudio degli
Angeli e dei Santi.
Sei rimasto muto, incapace di
esprimerti, Tu che sei il Verbo stesso, la Parola eterna di Dio.
Sei stato portato dalle braccia di
Maria, Tu che porti e sorreggi tutto il mondo creato.
Hai succhiato da una vena di carne il
latte materno, tu che nutri gli Angeli e gli uomini, Tu che sei il nostro cibo
e la nostra fonte di vita.
Hai dormito sul seno di Maria, Tu che
non dormi mai, come dice la Scrittura, perché custodisci continuamente Israele.
Ti vediamo vagiente, mentre vagisci
come ogni neonato, Ti riconosciamo e Ti
adoriamo Onnipotente!
Possa
davvero il Santo Natale essere per noi una festa che ci invita a gioire insieme
nelle nostre famiglie, ad essere in qualche modo anche noi degli Angeli che con
la loro intelligenza ed il loro amore salgono e scendono sul Figlio dell’Uomo,
su Gesù Bambino, Verbo fatto carne, che con la sua incarnazione, morte e
resurrezione inserisce la nostra natura nel mistero trinitario di Dio e ci
comunica la sua vita!
P. Giuseppe Oddone - A.E. Naz. AIMC
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