sabato 11 maggio 2024

QUARANTESIMO GIORNO



- di don Giuseppe Grampa

Sono da poco trascorsi quaranta giorni dalla Pasqua.

Fino a un recente passato questo giorno quarantesimo era festivo, oggi non più, e così rischiamo di dimenticare un difficile eppur prezioso evento della vita di Gesù.

Diciamo nel Credo: “Ascese al cielo”. Perché è difficile per la nostra comprensione questo evento? Dobbiamo immaginare che Gesù, come un aquilone sfuggito alla mano di un bambino, si perda in alto tra le nubi?

Così l’hanno immaginato molti pittori, così dicono certe Guide di Terrasanta mostrando ai pellegrini l’orma lasciata dai piedi di Gesù che si staccava da terra e l’apertura circolare nella cupoletta del tempietto, via di fuga verso il cielo.

Lasciamo l’immaginazione e affidiamoci piuttosto a una parola di san Paolo che si domanda che cosa significhi che ascese e risponde: “Colui che discese è lo stesso che ascese al di sopra di tutti i cieli per essere la pienezza di tutte le cose”(Ef 4,10).

L’ascensione è solo la traccia visibile di una realtà più grande: Cristo è il vertice della storia umana e l'Ascensione è il compimento, la verità della passione e della croce. E infatti l'evangelista Giovanni per indicare la crocifissione adopera un verbo singolare: elevare, innalzare.

Gesù stesso così annuncia la sua morte imminente: "Quando sarò elevato-innalzato da terra, attirerò tutti a me"(Gv 12,32).

L'elevazione da terra sul patibolo della croce è innalzamento, glorificazione. Il patibolo è addirittura cantato come "albero bello e splendente". Una volta Gesù, sempre alludendo alla sua morte, aveva detto: “Se il chicco di grano, caduto in terra, muore, produce molto frutto" (Gv 12,24).

L'Ascensione esprime visibilmente questa certezza: solo chi dà la sua vita, chi la perde, chi si abbassa, chi scende nei solchi bui della sofferenza umana, sarà elevato, innalzato, sarà principio di salvezza. Chi discende, nella logica del condividere, del perdersi dentro, chi non teme di abbassarsi in un movimento di partecipazione con chi è al fondo; questi solo ascende ed è l'innalzato.

L'Ascensione è la risposta luminosa al più oscuro discendere. 

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