EUROPA
e
LA SUA CULTURA
- di
Angela Ambrogetti
(ACI Stampa).
Alla
vigilia delle elezioni europee può essere utile ricordare che il nome Europa al
nostro continente è di fatto stato dato da un Papa. Nicolò V all'indomani della
presa di Costantinopoli.
Ed
è sempre un Papa, Pio II che scrisse un trattato sull' Europa che ha ancora una
oggi una validità storica di rilievo. Anche per questo il testo, solo
recentemente tradotto in italiano, è arrivato alla seconda edizione grazie
all'impegno del Sovrano Militare Ordine di Malta e della sua Ambasciata presso
la Santa Sede.
La
prima edizione, come ricorda l'Ambasciatore Antonio Zanardi Landi, era stata
edita all'epoca del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. E
fu lui a portarlo in dono a Benedetto XVI. Ed è il cardinale Gianfranco Ravasi
che firma il saggio introduttivo del testo edito da IF Press.
Ma
cosa è l'Europa? E cosa definisce la cultura europea?
Il
testo del Papa umanista lo spiega molto bene, come ha ricordato proprio il
cardinale Ravasi in una giornata di studio promossa dall' Ambasciata dello SMOM
presso la Santa Sede.
Europa,
o meglio De Europa come il testo latino vuole, è un libro che si legge con
passione perché è un vero itinerario geopolitico, ma anche una lezione di vita,
come ricorda Manlio Sodi che ha curato l'edizione.
Un'opera
nata dopo la presa di Costantinopoli che indica agli europei di oggi cosa
davvero è la civiltà dell' Europa cristiana. Si perché propio quello è il
centro del volume anche se non lo è in modo esplicito. Dopo l'invasione turca
l'Europa serra le fila culturali. Non che non ci siano conflitti tra le
popolazioni europee. Ma per superare le discordie si fa riferimento ad un
codice comune. L'Europa di Pio II è come un arcipelago, un mosaico ancora da
formare. E quella che descrive è comunque una Europa a due polmoni, come
ripeteva Giovanni Paolo II. Perché l'est ha lo stesso spazio dell' ovest. Ma il
pericolo arriva da Oriente. "Ora in Europa, cioè nel nostro Paese, nella
nostra stessa casa, nella nostra sede, siamo stati colpiti e uccisi", scrive
Enea Silvio Piccolomini davanti alla avanzata turca. Eppure è propio Pio II che
scrive al sultano per indurlo a convertirsi, che tenta una nuova crociata,
ormai impossibile, che insomma chiama l' Europa appunto a difendere il
cristianesimo. Storiografia si ma anche evangelizzazione in questa opera
squisitamente umanista, che è anche un racconto di vita quotidiana della metà
del 1400. E quando si arriva a Roma
parla di tre Papi, Eugenio IV, Niccolò V, e Callisto III.
Lo
stile è asciutto, veloce, perché Pio II soffre di violenti attacchi di gotta e
decide per la forma "più breve possibile". Lascia così i "fatti
degni di essere ricordati , e a me noti, accaduti al tempo di Federico terzo
imperatore con questo nome, presso gli europei e gli abitanti delle Isole, che
vengono annoverati trai cristiani". Storia e futuro si intrecciano.
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