La speranza - afferma Francesco nel
videomessaggio per l’aperura dei lavori - è la “virtù di un cuore che non si
chiude nel buio, non si ferma al passato, non vivacchia nel presente, ma sa
vedere il domani. Per noi cristiani cosa significa il domani? È la vita
redenta, la gioia del dono dell'incontro con l'amore trinitario”
Frequentare
il futuro
Al Festival
partecipano rappresentanti del mondo degli imprenditori, dei professionisti,
dell’ambito istituzionale, della cooperazione, dell'economia e della cultura.
Nel videomessaggio per l’apertura dei lavori, Papa Francesco esorta a
“frequentare il futuro”, ad avere sguardo e cuore “orientati
escatologicamente”.
Per noi
cristiani, il futuro ha un nome e questo nome è "speranza". La
speranza è la virtù di un cuore che non si chiude nel buio, non si ferma al
passato, non vivacchia nel presente, ma sa vedere il domani. Per noi cristiani
cosa significa il domani? È la vita redenta, la gioia del dono dell'incontro
con l'amore trinitario. In questo senso essere Chiesa significa avere lo
sguardo e il cuore creativi e orientati escatologicamente senza cedere alla tentazione
della nostalgia che è una vera e propria patologia spirituale.
Vivere la
memoria del futuro
Il Papa
esorta a cogliere la più autentica “dinamica dei cristiani” che “non è quella -
afferma nel videomessaggio - del trattenere nostalgicamente il passato, quanto
piuttosto di accedere alla memoria eterna del Padre e questo è possibile
vivendo una vita di carità”. Dunque, “non la nostalgia che blocca la creatività
e ci rende persone rigide e ideologiche anche nell'ambito sociale, politico ed
ecclesiale”. Piuttosto la memoria “così intrinsecamente legata all'amore e
all'esperienza, che diventa una delle dimensioni più profonde della persona
umana”. “Innestati nella vita dell'amore trinitario diventiamo capaci di
memoria, della memoria di Dio”. Papa Francesco ricorda quindi il senso del
Festival di quest'anno:
Vivere
la memoria del futuro significa impegnarsi a far sì che la Chiesa, il
grande popolo di Dio (LG, 6) possa costituire in terra l'inizio e il germe del
regno di Dio. Vivere da credenti immersi nella società manifestando la vita di
Dio che abbiamo ricevuto in dono nel Battesimo perché si possa fare memoria ora
di quella vita futura nella quale saremo insieme dinanzi al Padre, al Figlio e
allo Spirito Santo. Questo atteggiamento ci aiuta a superare la tentazione
dell'utopia, di ridurre l'annuncio del Vangelo nel semplice orizzonte
sociologico o di farci ingaggiare nel marketing delle varie teorie economiche o
fazioni politiche. Nel mondo con la forza e la creatività della vita di Dio in
noi: così sapremo affascinare il cuore e lo sguardo delle persone al Vangelo di
Gesù, aiuteremo a far fecondare progetti di nuova economia inclusiva e di
politica capace di amore.
Parte di una
storia
Memoria del
futuro – sottolineano i promotori del Festival - è ricordare che siamo parte di
una storia. Far memoria del futuro ha un risvolto sociale: fa vedere le cose
nella loro giusta dimensione, libera dai ruoli e dagli egoismi corporativi,
restituisce la visione di insieme, attiva collaborazioni, rende possibile il
perseguimento del bene di tutti e di ciascuno. Far memoria del futuro
restituisce la corretta idea di sviluppo, di sviluppo integrale, e mette in
cammino comunità, territori e popoli consapevoli che il futuro attende persone
che lo rendano presente. Far memoria del futuro è la vera garanzia della
libertà, vocazione e destino dell’uomo, chiamato non tanto a fare nuove cose,
ma a far nuove tutte le cose.
Il programma
del Festival prevede vari eventi, tra cui seminari e convegni, che si potranno
seguire sul sito www.dottrinasociale.it
attraverso dirette in streaming.
Leggi: MESSAGGIO
DEL PAPA
Vatican News
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