Allarme della Crusca
Lo storico
della lingua italiana e filologo Rosario Coluccia, professore emerito di
linguistica italiana dell'Università di Salerno e Accademico della Crusca,
riflette sul tema per conto dell'Accademia fiorentina fondata nel 1583, la più
antica ancora attiva in Europa, e richiama l'attenzione del mondo della scuola
e delle istituzioni sul'importanza dell'educazione alla calligrafia.
L'intervento
di Coluccia, come riferisce l'AdnKronos, parte da una recente petizione
circolata su internet, indirizzata alla ministra dell'Istruzione, Lucia
Azzolina, dal titolo "Promuoviamo la bellezza della scrittura a
mano", e ne apprezza la filosofia di fondo. Non è, precisa il linguista,
"un complessivo nostalgico invito a ripristinare nella scuola del XXI secolo
pratiche didattiche del passato. Fino alla scuola degli anni '60 del Novecento
bambini e ragazzi si sono sempre esercitati nella 'bella scrittura'. L'ora di
calligrafia era inserita fra le materie di studio; poi fu abbandonata,
giudicata strumento educativo sorpassato, mortificante della creatività".
"Un dato, per quanto esterno, pare difficilmente contestabile: gli
studenti dei decenni passati per la maggior parte erano in condizione di
produrre temi, riassunti e diari con nitidezza e pulizia quasi tipografiche.
Meno gradevole la forma esterna dei testi elaborati da gran parte dei ragazzi
di oggi".
Da anni gli
insegnanti della scuola primaria e media segnalano la crescente difficoltà dei
loro allievi a scrivere manualmente, ricorda l'Accademia della Crusca. Nei
testi redatti a mano i caratteri appaiono "incerti e disallineati, con
parole mal disposte sul rigo, con i tratti delle singole lettere a volte
difficili da decifrare, con vacillanti legamenti tra una lettera e l’altra, con
incongrui miscugli di stili e di caratteri nelle stesse parole o nella stessa
sequenza di parole: corsivo e stampatello, maiuscolo e minuscolo".
"Non
vale solo per i bambini delle elementari o al massimo delle medie. La
difficoltà di scrivere a mano è presente in adolescenti delle scuole secondarie
superiori e coinvolge in maniera preoccupante i giovani universitari -
sottolinea l'Accademico della Crusca - Spesso gli scritti manuali degli
studenti medi e universitari rasentano l’indecifrabilità, con pensieri
sconclusionati, in una forma che non rispetta gli standard minimi di coerenza e
coesione".
Sostiene il
professore Coluccia nel suo intervento pubblicato sulle pagine del sito
internet dell'Accademia della Crusca: "L'aspirazione a una scrittura
ordinata e ben leggibile non è un fatto estetizzante. La scarsa connessione
neuro-cerebrale tra pensiero e manualità crea ritardi nello sviluppo del
linguaggio, parlato e scritto. Ne viene coinvolto il processo cognitivo di
bambini e adolescenti, fondamentale perché implica l'esercizio di una capacità
umana molto antica (la scrittura è stata inventata più o meno cinquemila o
cinquemilacinquecento anni fa), che oggi corriamo il rischio di perdere".
"Diciamolo
in maniera esplicita. La scrittura a mano non può essere sostituita dalla
scrittura su tastiera, sono entrambe utili perché assolvono a funzioni diverse
- sostiene lo storico della lingua italiana - Nel mondo occidentale bambini e
ragazzi sono fortemente sedentarizzati; alcuni non sanno abbottonarsi i
vestisti o allacciarsi le scarpe (sono in gran voga scarpe senza lacci,
definite 'a strappo' o 'con strappi'; praticissime, assicura la pubblicità, e
crescono le vendite delle scarpe a strappo); altri non sanno lavarsi i denti da
soli; altri non riescono a fare operazioni semplici (tracciare cerchi e
rettangoli con l'aiuto di compasso e di righello) o addirittura attività
semplicissime (ridurre un foglio di carta in segmenti più piccoli
tendenzialmente uguali). E, nello stesso tempo, mostrano carenze espressive e
linguistiche. Redigere testi scritti in maniera chiara e ordinata è un
eccellente allenamento cerebrale".
Una ricerca
coordinata dal pedagogista Benedetto Vertecchi dell'Università di Roma Tre ha
mostrato che, con opportuno allenamento alla scrittura manuale, bambini di
terza, quarta e quinta elementare, migliorano progressivamente la qualità
grafica dei loro testi e nello stesso tempo ottengono una maggiore
appropriatezza ortografica e una più accurata selezione del lessico. A livello
cerebrale esiste un legame tra attività manuale e area del linguaggio, che si
influenzano reciprocamente. Nel tracciare manualmente i caratteri del corsivo
al cervello del bambino è richiesto uno sforzo in più, la forma di ciascuna
lettera deve essere continuamente plasmata perché sia possibile legarla alle
altre. "Si tratta di una sfida che non è presente nel carattere
stampatello o quando si adoperano strumenti elettronici come il touchscreen,
che richiedono una gestualità semplice e ripetitiva", evidenzia Rosario
Coluccia.
La difficoltà
di scrivere nitidamente ha riflessi sulla qualità dell’apprendimento e sulla
capacità di coordinare il pensiero. La caduta investe sia la capacità di
tracciare adeguatamente i caratteri sul foglio, sia quella di organizzare
correttamente la sequenza di parole e le frasi necessarie per trasmettere il
messaggio. Spiega l'Accademia della Crusca: "Mettiamo per ipotesi che
nessuno scriva più con carta e penna, che si usino solo mezzi digitali. Il
correttore automatico riduce la consapevolezza ortografica: non c’è bisogno di
conoscere l’ortografia delle parole, il correttore automatico vi provvede al
posto nostro. C’è di più. Il ricorso ossessivo alla funzione 'copia e incolla'
riduce la necessità di sviluppare una linea argomentativa coerente. Ed ha avuto
una portata dirompente, ha influito sulle strutture mentali di chi elabora un
testo, ha cambiato la maniera di pensare e di fare ricerca, trasformando il
modo in cui oggi vengono percepiti la organicità di un testo e concetti quali
la ripetizione e il plagio".
Prima che
esistesse il 'copia e incolla', evidenzia il professore Rosario Coluccia nel
suo intervento, "appropriarsi di un testo altrui e includerlo nel proprio
(operazione dolosa) richiedeva la riscrittura a mano o a macchina del brano
copiato e comportava almeno un certo impegno intellettuale: non era possibile
riscrivere qualcosa senza comprenderlo abbastanza profondamente. Oggi non è
così. Nel web ci sono miliardi di pagine che non sono altro che la copia di altre
pagine, in una sequenza senza storia, senza origine e senza fine. Si può
copiare qualsiasi cosa senza interrogarsi sulla sua plausibilità, senza nemmeno
sforzarsi di conoscerne a fondo il significato, è sufficiente uno sguardo alla
prima riga o alle prime parole, per assicurarsi di non essere del tutto fuori
strada".
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