Fausta
Speranza – Città del Vaticano
Due domande
essenziali
Il Papa pone
due interrogativi: “Aiuto qualcuno che non può restituirmi? Sono amico di una
persona povera?”. Il Papa pone questi interrogativi per poi dare la risposta di
Cristo: “Io sono lì, ti dice Gesù, ti aspetto lì, dove non immagini e dove
magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri”. Il Papa ricorda la
figura di San Martino: da giovane soldato non battezzato, un giorno vide un
povero che “chiedeva aiuto alla gente, ma non ne riceveva, perché tutti
passavano oltre”. Francesco spiega che “vedendo che gli altri non erano mossi a
compassione, comprese che quel povero gli era stato riservato”. Non aveva
niente con sé, solo la sua divisa di lavoro e allora tagliò il suo mantello e ne
diede metà al povero, “subendo – sottolinea – le risa di scherno di alcuni
lì attorno”. Poi sognò Gesù, rivestito della parte di mantello con cui aveva
avvolto il povero. Fece quel sogno – aggiunge il Papa - “perché lo aveva
vissuto, pur senza saperlo, come i giusti del Vangelo di oggi”.
L'invito a
non restare parcheggiati ai lati della vita
E dunque il
forte incoraggiamento del Papa: “Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non
rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole
che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita,
ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia”. E’ molto
incisivo il richiamo all’attualità e a convinzioni che sembrano imperanti: “Non
siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana – afferma il Papa - ma
per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di
sognare per abbracciare la bellezza della vita”. Dunque, la convinzione
profonda: “Le opere di misericordia sono le opere più belle della vita. Se hai
sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della
gloria di Dio, questa è la strada. Perché le opere di misericordia danno gloria
a Dio più di ogni altra cosa”. E su questa frase il Papa si sofferma, la
ripete.
Grandi
scelte per grandi sogni
Il Papa dà
voce a un interrogativo importante: “Ma da dove si parte per realizzare grandi
sogni?”, si chiede per poi rispondere: “Dalle grandi scelte”. E’ il Vangelo a
chiarirlo, ricorda: “Nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle
nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma
essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle
nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. Per i giovani il
messaggio è chiaro e potente: “La vita, allora, è il tempo delle scelte forti,
decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi
rendono grande la vita”. Papa Francesco lo dice senza mezzi termini: “Noi,
infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di
rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo
egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare
ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti”. Con una certezza che illumina:
“Se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare
diventiamo felici”.
Non restare
appesi ai perché della vita
“Sì, perché
– aggiunge - la bellezza delle scelte dipende dall’amore”. E anche questa
affermazione Papa Francesco sceglie di ripeterla, sottolineando così tutta
l’importanza. Gesù sa che “se viviamo chiusi e indifferenti restiamo
paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi”. Dunque,
il Papa “consegna” ai giovani il segreto della vita: “Il Signore della vita ci
vuole pieni di vita e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo
donandola”. “Ma ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte”:
Francesco lo ricorda, citando “spesso il timore, l’insicurezza, i perché senza
risposta”. Anche qui un’indicazione chiara: l’amore chiede di andare oltre, di
“non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una
risposta”. E, dunque, “l’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal
perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al chi posso fare del
bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per
noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per
soddisfare i propri hobby e interessi.
La febbre
dei consumi e l'ossessione del divertimento
Tra tante
riflessioni, il Papa mette a nudo il rischio che tutte le attraversa:
“Rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare”. E
cita Manzoni sottolineando che “diede un bel consiglio”, quando ne I Promessi
Sposi scrisse: «Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e
così si finirebbe anche a star meglio». Ma “non ci sono solo i dubbi e i
perché a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti altri ostacoli”. Il
Papa ricorda “la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue”
e “l’ossessione del divertimento, che sembra l’unica via per evadere dai
problemi e invece è solo un rimandare il problema”. Ma anche “c’è il fissarsi
sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare”. E poi
sintetizza “la grande illusione sull’amore” spiegando che “sembra qualcosa da
vivere a colpi di emozioni, mentre amare è soprattutto dono, scelta e
sacrificio”.
Difendere
l'originalità contro le mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito
Poi due
inviti a ribaltare la mentalità che vorrebbe imporsi: “Scegliere – sottolinea
il Papa - soprattutto oggi è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non
lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano
l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e all’apparire”. Inoltre,
“scegliere la vita è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del
tutto-e-subito, per pilotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i
sogni di Dio”. A questo proposito il Papa aggiunge a braccio che
l’obiettivo è vivere e non vivacchiare, spiegando di aver sentito questa
espressione da un ragazzo. Francesco aggiunge: “Vorrei darvi un ultimo
consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci guardiamo dentro, vediamo che
in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: che cosa mi va di fare? È una
domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé
stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda
che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non che cosa ti va? ma che
cosa ti fa bene?”. Il Papa ribadisce che “qui sta la scelta quotidiana,
che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene?”. E afferma: “Da questa ricerca
interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita. Guardiamo a Gesù,
chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare
dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia.”
Il passaggio
della Croce
Al termine
della celebrazione eucaristica, il Papa ha salutato cordialmente
tutti i presenti e quanti hanno seguito attraverso i media. E
ha rivolto un saluto particolare ai giovani panamensi e portoghesi,
rappresentati da due delegazioni, che hanno fatto, subito dopo, il
significativo gesto del passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus
Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù. "È un
passaggio importante - ha detto il Papa - nel pellegrinaggio che ci condurrà a
Lisbona nel 2023.
La GMG
locale nella festa di Cristo Re
Poi
l'annuncio della decisione di Papa Francesco con queste parole:
"E mentre ci prepariamo alla prossima edizione intercontinentale
della GMG, vorrei rilanciare anche la sua celebrazione nelle Chiese locali.
Trascorsi trentacinque anni dall’istituzione della GMG, dopo aver ascoltato
diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente
sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo
anno, la celebrazione diocesana della GMG dalla Domenica delle Palme alla
Domenica di Cristo Re". Il Papa ha spiegato che "al centro
rimane il Mistero di Gesù Cristo Redentore dell’uomo, come ha sempre
sottolineato San Giovanni Paolo II, iniziatore e patrono delle GMG".
Aggiungendo: "Cari giovani, gridate con la vostra vita che Cristo vive e
regna! Se voi tacerete, grideranno le pietre!".
Nessun commento:
Posta un commento