Le «scorciatoie digitali»
ci stanno ingannando
Amiamo
le scorciatoie perché siamo convinti che grazie a loro risparmieremo tempo ed
energie. Ma c’è anche altro: mentre prendiamo una scorciatoia è come se
ribadissimo a noi stessi e al mondo che noi non siamo come gli altri. Siamo più
indipendenti, più furbi, meno 'pecoroni'.
Oggi
questa tendenza ha conquistato anche larghe fette delle nostre vite digitali,
facendo danni. Ma non è solo colpa nostra. Da sempre il digitale ha usato come
leva per avere successo due cardini: la velocità e la facilità. Se ci fate caso
la maggior parte degli oggetti, delle app, dei servizi e dei siti di successo
giocano su queste due caratteristiche. E lo fanno perché sanno che siamo
immersi in vite così frenetiche da essere ossessionati dal risparmiare tempo (e
fatica). Col risultato che, quando ci riusciamo davvero, poi magari ci annoiamo
perché non sappiamo cosa fare nel tempo guadagnato.
Ma c’è un inganno ancora peggiore. Ed è il farci credere che per ogni problema (o sfida) che ci si pone davanti possa e debba esistere un’applicazione facile, un tool (cioè un 'attrezzo') o un tutorial video che ci faccia superare gli ostacoli e ci faccia 'evolvere' in fretta al livello successivo, come un superpotere in un videogioco.
Così
ci siamo abituati a non fare più troppa fatica. Peggio: ad avere l’illusione
che non si debba fare più tanta fatica per imparare le cose e per risolvere i
problemi. E che nessun problema meriti la nostra fatica o una fetta troppo
grande del nostro tempo. Vogliamo tutto e subito.
Per
questo nelle nostre vite (digitali e non) ci offrono sempre più scorciatoie.
Vuoi diventare uno YouTuber? Vuoi avere più visite al tuo blog o al sito
aziendale? Vuoi imparare a gestire al meglio i social network o a fare un
podcast? Vuoi imparare a fare dirette video su YouTube e sui social con
migliaia di visualizzazioni? Nessun problema: eccoti un corso, un video, un
tutorial o un’app a pagamento che ti insegnerà tutto.
Vuoi
usare lo smartphone o gli elettrodomestici senza fare fatica? Eccoti
l’assistente vocale che lo farà per te: basta ordinarglielo a voce.
Sono solo alcuni esempi, ma credo spieghino bene la tendenza. Per non fare fatica, per non perder tempo, per non studiare troppo (non abbiamo mai tempo per studiare abbastanza) scegliamo in continuazione scorciatoie che non solo ci fanno inzaccherare le scarpe ma anche i neuroni. Perché alla lunga ci 'sporcano' il ragionamento, la capacità di apprendimento e persino la professionalità, illudendoci che non ci vuole niente a imparare qualcosa.
Un
po’ è colpa di chi vende queste moderne 'pozioni miracolose' e un po’ (tanto) è
colpa nostra. Di noi che vogliamo migliorare le nostre vite ma non vogliamo
fare troppa fatica. Che pretendiamo di imparare senza però impegnarci più di
tanto. E così, alla fine, diamo retta a chi ci offre la strada più corta. La
'scorciatoia'.
Potrà
sembrare incredibile ma anche se sono passati oltre 300 anni e dall’analogico
siamo sbarcati nel digitale, commettiamo gli stessi errori dei contadini di un
tempo che nei mercati acquistavano le 'pozioni miracolose' (che di miracoloso
non avevano nulla).
Come
se ne esce? Applicando al digitale l’approccio al lavoro degli artigiani. Gente
che sa che nessuna professionalità si può imparare in poche ore. Ci vuole
tempo, sudore e fatica.
Ma
soprattutto ci vogliono maestri che siano davvero tali e non venditori di
«pozioni».
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