Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita
LA SINODALITÀ
E
L’ESPERIENZA
DEI MOVIMENTI –
ABSTRACT
- - di Elisa Lisiero*
Nei movimenti ecclesiali
e, in generale, nelle realtà aggregative riconosciute dal Dicastero per i
Laici, la Famiglia e la Vita, la dimensione della sinodalità procede dal loro
essere e dalla loro natura comunionale e relazionale e tende ad una meta ben precisa,
cioè la missione.
È quanto è emerso dalle
sintesi della consultazione sinodale, realizzata durante la prima tappa del
Sinodo nel 2022, in cui sono state coinvolte le realtà aggregative sotto la
competenza diretta del Dicastero.
Dai testi si evince una
sinodalità tradotta in strutture e prassi concrete, sperimentate nel corso
degli anni che, pur non essendo esenti da sfide e dalla necessità di
un’ulteriore maturazione, costituiscono un’esperienza preziosa, posta al
servizio della missione della Chiesa nelle sue differenti sfaccettature. Tali
prassi e strutture possono essere ricondotte ad alcuni ambiti principali quali:
la condivisione fraterna; il governo; la liturgia e la spiritualità; l’annuncio
e la carità. Altre ineriscono al rapporto tra i vari movimenti e alla relazione
con le chiese particolari.
Come si comprende dalla
Relazione di sintesi della XVI Assemblea
Generale Ordinaria dei Sinodo dei Vescovi, Una Chiesa sinodale in missione,
la pratica sinodale contiene in sé stessa una carica profetica: questo vale
anche per le prassi e le strutture sinodali dei movimenti e delle realtà
aggregative riconosciute dal Dicastero.
In particolare, le
strutture di condivisione fraterna, come piccoli gruppi e piccole comunità, che
spesso costituiscono la trama associativa dei movimenti, testimoniano uno
spirito di amicizia e di famiglia che sgorga da uno stesso carisma o da un
ideale evangelico, in contrasto con l’individualismo e la solitudine che
attanaglia la società odierna. Dalle modalità di governo, in cui si evidenziano
pratiche di corresponsabilità, emerge un nuovo ideale di leadership partecipato
e condiviso; la dimensione comunitaria della preghiera comunica la bellezza
della fede vissuta secondo uno spirito di famiglia; l’annuncio, che procede in
primo luogo dall’essere comunità, esprime la forza della comunione missionaria.
La dedizione ai poveri e agli esclusi, mediante azioni messe in campo insieme, trasmette uno sguardo nuovo di dignità e fraternità a chi è relegato nelle tante periferie del mondo. In questo momento storico non mancano certamente le sfide per le realtà aggregative postconciliari, sia al loro interno che all’esterno, in particolare nel rapporto con le chiese particolari in cui sono inserite.
Tuttavia le “scintille
profetiche”, evidenziate dalle strutture e prassi sinodali presenti al loro
interno, continuano a essere fonte di ispirazione e cammino di santità.
*Facoltà di Diritto Canonico, Pontificia Università della Santa Croce, Roma, Italia
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