- -di GUERINO NUCCIO BOVALINO
Un ricordo vivido della mia infanzia mi riporta a un giorno d’estate, in un paesino del profondo Sud, quando apparve all’improvviso una tromba d’aria che pareva danzasse sul mare. Alcune donne del posto, vestite di nero nonostante il caldo asfissiante, si riversarono sulla spiaggia. Preoccupate per le sorti dei mariti bloccati in mezzo al mare con le loro barche, iniziarono a recitare delle preghiere. Una di loro, in uno stato di trance mistica, impugnò un coltello e iniziò a disegnare fendenti nell’aria come se provasse ad arrestare la tromba d’aria “tagliandola”. A distanza di anni, riflettendo sulle nuove forme di messianismo attribuite dal genere umano alla tecnologia e all’intelligenza artificiale, mi sono tornate in mente le immagini di quel pomeriggio. Il gesto della donna rappresentava una tecno-difesa arcaica dinanzi a un evento imprevedibile. Un rimedio metafisico che in nulla differisce, nella radice intenzionale, da quello che proviamo a porre attraverso tecnologie più avanzate e sofisticate. L’esigenza umana di avere una forma illusoria di controllo sull’esistente, infatti, può sublimarsi in preghiere, in rituali magici e in pratiche tecnologiche. Sono tattiche con cui proviamo a padroneggiare la vita. Nelle forme più estreme, possiamo affermare che l’utopia o, meglio, la meta-utopia di queste tecniche salvifiche è l’immortalità dell’uomo. Che le religioni prospettano come vita eterna nel Paradiso e la Scienza come risultato a lungo termine della ricerca tecno-scientifica.
I
Prìncipi del mondo hitech, i nuovi Tecno-filosofi Re, per intenderci, hanno
investito milioni di dollari nei progetti dedicati a trovare il modo per
allungare la nostra vita. L’uomo utilizza diverse tecniche salvifiche, delle
esistecniche, per cercare di avere una presa, anche solo illusoria, sul reale e
per dare al suo vivere un senso. L’IA è l’ennesima esistecnica in grado di
stimolare nell’uomo le innate manie prometeiche. L’IA è una tecno- magia che
l’uomo investe di poteri messianici e predittivi. La sociologa Shoshana Zuboff
evidenzia come la caratteristica principale dell’IA risieda proprio nella sua
capacità “oracolare”, derivante dalla possibilità di trarre da una mole di dati
infinita indicazioni sui comportamenti futuri degli utenti. ChatGPT, esempio di
intelligenza artificiale generativa che elabora testi come fosse un essere
umano, evoca invece la tavola per evocare i morti: le pagine si riempiono di
parole come fossero dettate da entità soprannaturali. L’IA è una tecnologia che
denota finanche caratteristiche divine poiché essa annuncia un tempo nuovo.
Come “un profeta”, parla per conto degli uomini del futuro, coloro che vogliono
disintegrare ogni forma esistente e riconfigurare ogni ambito umano: sono i
nuovi creatori come Zuckerberg, Musk e Altman, ossia i guru di Meta, X e
OpenAI. Dio parla ai profeti come l’uomo parla alla tecnologia, la con-forma e
le fa “pronunciare” le parole che costruiscono e configurano il tempo a venire.
L’IA è l’oracolo che parla la lingua dell’ultima versione, il più recente
upgrade, dell’homo deus. Nel profetizzare i futuri stravolgimenti, l’IA
trasforma il reale e come ogni nuova lingua costruisce una inedita architettura
della realtà, la riforma. Ma questa trasformazione non viene più percepita come
un lineare viatico verso il miglioramento delle nostre vite. Per la prima volta
l’uomo teme il futuro.
www.avvenire.it
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