Attraverso dieci riflessioni inedite, Alberto Pellai ci offre una visione critica dei problemi alla base dell’emergenza educativa che affligge il nostro tempo, per poi fornirci numerosi suggerimenti pratici per riaffermare il ruolo genitoriale davanti alle sfide del Terzo Millennio.
Nel travagliato viaggio verso l’età adulta, è importante prima di tutto riconoscere che crescere significa diventare responsabili, accettare i limiti, gestire i propri impulsi e imparare a relazionarsi con gli altri; il rischio, in caso contrario, è quello di perdersi e di finire in balia delle proprie fragilità.
La società contemporanea ha infatti introdotto nuovi scenari e opportunità per i giovani, ai quali si accompagnano però altrettante complessità e insidie: la diffusione pervasiva della cultura digitale e dei social media ha alterato profondamente il paesaggio educativo, generando spesso un vuoto interiore che compromette la genuina felicità dei nostri figli.
Le ricerche e le evidenze cliniche rivelano inoltre che disagio e sofferenza sono in crescita tra gli adolescenti, sottolineando un’urgente necessità di comprendere le cause di questo fenomeno.
Nel suo nuovo libro Alberto Pellai si pone dunque una domanda fondamentale: cosa sta accadendo ai nostri ragazzi e perché? Attraverso un’analisi approfondita, l’autore invita genitori e educatori a riscoprire e a riaffermare il proprio ruolo, fornendo strumenti per affrontare le sfide educative in modo più consapevole ed efficace.
L’obiettivo è quello di «allenare» i ragazzi a superare la complessità della vita attingendo alle proprie risorse, e di guidarli verso una felicità autentica e duratura.
Pellai ha evidenziato il paradosso in cui si trovano le mamme e i papà (ma anche tutti gli educatori) del terzo millennio: pur cercando di crescere i figli più felici di sempre, gli indicatori della salute mentale dei ragazzi sono tra i peggiori di sempre. Qualcosa non ha funzionato nell’allenamento alla vita impartito ai figli negli ultimi 15-20 anni. Un ruolo importante lo hanno avuto smartphone e social media, che hanno impattato negativamente sul benessere dei giovani, portandoli a trasferire gran parte della loro vita nel mondo virtuale.
I ragazzi di oggi spesso preferiscono interagire online piuttosto che di persona, giocando ai videogame invece che a giochi di movimento come il nascondino. Ma questo, avverte Pellai, porta a una “deprivazione sociale”: mancano il contatto fisico, lo sguardo negli occhi, i conflitti della vita reale che sono fondamentali per la crescita. Inoltre, il mondo virtuale dà gratificazioni istantanee che creano dipendenza.
Le tre regole per essere genitori autorevoli
Come fare allora per essere genitori in grado di guidare i figli fuori da queste dinamiche negative? Pellai indica tre principi fondamentali:
- Fare attenzione più al percorso che al traguardo, concentrandosi sul processo di crescita piuttosto che solo sui risultati finali.
- Coltivare la dimensione spirituale, aiutando i figli a porsi le grandi domande sul senso della vita.
- Sostenere il passaggio dall’io al noi, educando i figli a collaborare anziché a diventare “supereroi” individualisti.
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