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giovedì 13 giugno 2024

UN CAMMINO DI SANTITA'


 Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

LA SINODALITÀ

 E 

L’ESPERIENZA 

DEI MOVIMENTI

ABSTRACT

-        - di Elisa Lisiero*

Nei movimenti ecclesiali e, in generale, nelle realtà aggregative riconosciute dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, la dimensione della sinodalità procede dal loro essere e dalla loro natura comunionale e relazionale e tende ad una meta ben precisa, cioè la missione.

È quanto è emerso dalle sintesi della consultazione sinodale, realizzata durante la prima tappa del Sinodo nel 2022, in cui sono state coinvolte le realtà aggregative sotto la competenza diretta del Dicastero. 

Dai testi si evince una sinodalità tradotta in strutture e prassi concrete, sperimentate nel corso degli anni che, pur non essendo esenti da sfide e dalla necessità di un’ulteriore maturazione, costituiscono un’esperienza preziosa, posta al servizio della missione della Chiesa nelle sue differenti sfaccettature. Tali prassi e strutture possono essere ricondotte ad alcuni ambiti principali quali: la condivisione fraterna; il governo; la liturgia e la spiritualità; l’annuncio e la carità. Altre ineriscono al rapporto tra i vari movimenti e alla relazione con le chiese particolari.

Come si comprende dalla Relazione di sintesi della XVI  Assemblea Generale Ordinaria dei Sinodo dei Vescovi, Una Chiesa sinodale in missione, la pratica sinodale contiene in sé stessa una carica profetica: questo vale anche per le prassi e le strutture sinodali dei movimenti e delle realtà aggregative riconosciute dal Dicastero. 

In particolare, le strutture di condivisione fraterna, come piccoli gruppi e piccole comunità, che spesso costituiscono la trama associativa dei movimenti, testimoniano uno spirito di amicizia e di famiglia che sgorga da uno stesso carisma o da un ideale evangelico, in contrasto con l’individualismo e la solitudine che attanaglia la società odierna. Dalle modalità di governo, in cui si evidenziano pratiche di corresponsabilità, emerge un nuovo ideale di leadership partecipato e condiviso; la dimensione comunitaria della preghiera comunica la bellezza della fede vissuta secondo uno spirito di famiglia; l’annuncio, che procede in primo luogo dall’essere comunità, esprime la forza della comunione missionaria.

La dedizione ai poveri e agli esclusi, mediante azioni messe in campo insieme, trasmette uno sguardo nuovo di dignità e fraternità a chi è relegato nelle tante periferie del mondo. In questo momento storico non mancano certamente le sfide per le realtà aggregative postconciliari, sia al loro interno che all’esterno, in particolare nel rapporto con le chiese particolari in cui sono inserite. 

Tuttavia le “scintille profetiche”, evidenziate dalle strutture e prassi sinodali presenti al loro interno, continuano a essere fonte di ispirazione  e cammino di santità. 

*Facoltà di Diritto Canonico, Pontificia Università della Santa Croce, Roma, Italia



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