"Iniziamo il nuovo anno ponendoci sotto lo sguardo materno e
amorevole di Maria Santissima, che la liturgia oggi celebra come Madre di Dio.
Riprendiamo così il cammino lungo i sentieri del tempo, affidando le nostre
angosce e i nostri tormenti a Colei che tutto può. Maria ci guarda con
tenerezza materna così come guardava il suo Figlio Gesù. E se noi guardiamo il
presepe [si volta verso il presepe allestito nella sala], vediamo che Gesù non
è nella culla, e mi dicono che la Madonna ha detto: “Me lo fate tenere un po’
in braccio questo figlio mio?”. E così fa la Madonna con noi: vuole tenerci tra
le braccia, per custodirci come ha custodito e amato il suo Figlio. Lo sguardo
rassicurante e consolante della Vergine Santa è un incoraggiamento a far sì che
questo tempo, donatoci dal Signore, sia speso per la nostra crescita umana e
spirituale, sia tempo per appianare gli odi e le divisioni – ce ne sono tante –
sia tempo per sentirci tutti più fratelli, sia tempo di costruire e non di
distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato. Un tempo per
far crescere, un tempo di pace.
È proprio alla cura del prossimo e del creato che è dedicato il tema della
che oggi celebriamo: La cultura della cura come percorso di pace.
I dolorosi eventi che hanno segnato
il cammino dell’umanità nell’anno trascorso, specialmente la pandemia, ci
insegnano quanto sia necessario interessarsi dei problemi degli altri e
condividere le loro preoccupazioni. Questo atteggiamento rappresenta la strada
che conduce alla pace, perché favorisce la costruzione di una società fondata
su rapporti di fratellanza. Ciascuno di noi, uomini e donne di questo tempo, è
chiamato a realizzare la pace: ognuno di noi, non siamo indifferenti a questo.
Noi siamo tutti chiamati a realizzare la pace e a realizzarla ogni giorno e in
ogni ambiente di vita, tendendo la mano al fratello che ha bisogno di una
parola di conforto, di un gesto di tenerezza, di un aiuto solidale. E questo
per noi è un compito dato da Dio. Il Signore ci dà il compito di essere
operatori di pace.
E la pace si può costruire se cominceremo ad essere in
pace con noi stessi – in pace dentro, nel cuore – e con chi ci sta vicino,
togliendo gli ostacoli che impediscono di prenderci cura di quanti si trovano
nel bisogno e nell’indigenza. Si tratta di sviluppare una mentalità e una
cultura del “prendersi cura”, al fine di sconfiggere l’indifferenza, di
sconfiggere lo scarto e la rivalità – indifferenza, scarto, rivalità –,
che purtroppo prevalgono. Togliere questi atteggiamenti. E così la pace non è
solo assenza di guerra. La pace mai è asettica, no, non esiste la pace
del quirofano [spagnolo: “sala operatoria”]. La pace è nella
vita: non è solo assenza di guerra, ma è vita ricca di senso, impostata e
vissuta nella realizzazione personale e nella condivisione fraterna con gli
altri. Allora quella pace tanto sospirata e sempre messa in pericolo dalla
violenza, dall’egoismo e dalla malvagità, quella pace messa in pericolo diventa
possibile e realizzabile se io la prendo come compito datomi da Dio.
La Vergine Maria, che ha dato alla luce il «Principe della
pace» (Is 9,6) e che lo coccola così, con tanta tenerezza, tra le
sue braccia, ci ottenga dal Cielo il bene prezioso della pace, che con le sole
forze umane non si riesce a perseguire in pienezza. Le sole forze umane non
bastano, perché la pace è anzitutto dono, un dono di Dio; va implorata con
incessante preghiera, sostenuta con un dialogo paziente e rispettoso, costruita
con una collaborazione aperta alla verità e alla giustizia e sempre attenta
alle legittime aspirazioni delle persone e dei popoli. Il mio auspicio è che
regni la pace nel cuore degli uomini e nelle famiglie; nei luoghi di lavoro e
di svago; nelle comunità e nelle nazioni. Nelle famiglie, nel lavoro, nelle
nazioni: pace, pace. È ora che pensiamo che la vita oggi è sistemata dalle
guerre, dalle inimicizie, da tante cose che distruggono… Vogliamo pace. E
questa è un dono.
Sulla soglia di questo inizio, a tutti rivolgo il mio
cordiale augurio di un felice e sereno 2021. Ognuno di noi cerchi di far sì che
sia un anno di fraterna solidarietà e di pace per tutti; un anno carico di
fiduciosa attesa e di speranze, che affidiamo alla protezione di Maria, madre
di Dio e madre nostra.
Nessun commento:
Posta un commento