Una vera urgenza per politica e società
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di Leonardo Becchetti
L’Italia ha vissuto il dramma del fascismo, ha evitato il pericolo di dittature comuniste, è sfuggita alle sirene del populismo e del sovranismo anti-comunitario – alimentate soprattutto da chi oggi lamenta preventivamente e paradossalmente il rischio (reale e da scongiurare) di non riuscire ad usare 'i soldi dell’Europa e della Bce' – sta affrontando con coraggio e determinazione la piaga della pandemia. Ma ora si trova improvvisamente di fronte alla prova di un nuovo terribile flagello, un virus rispetto al quale nessuno di noi può dirsi del tutto immune e che tutti dobbiamo combattere innanzitutto in noi stessi: il narcisismo.
Il narcisismo nasce dalla legittima e umanissima aspirazione
ad avere riconoscimento e attenzione. Diventa però patologia socialmente
distruttiva quando l’io vuole dominare sulla squadra e alimenta invidie e
gelosie tali da distruggere relazioni e far naufragare il lavoro d’insieme.
La nuova agorà digitale in cui tutti viviamo ci offre opportunità
precedentemente mai viste per comunicare, scambiarci emozioni e conoscenze, ma
è anche, se utilizzata male, un potente veicolo che alimenta le pulsioni
narcisiste. Dal narcisista non potete aspettarvi coerenze su temi e comportamenti
perché la coerenza sta invece nel fare qualcosa che in un dato momento può
riportare su di sé l’attenzione, curando un difetto di attenzione stessa. E se
per attirare l’attenzione bisogna dire e fare il contrario di quello che si è
detto e fatto in passato, lo si dirà e lo si farà. Dal narcisista più che
coerenza nei temi e negli argomenti nel tempo dobbiamo aspettarci coerenza nel
combattere chi gli fa ombra e chi concentra altrove e altrimenti l’attenzione.
Il narcisismo che alimenta invidie e gelosie e arriva a distruggere il lavoro
di squadra può generare effetti devastanti nella vita sociale, economica e
politica del Paese. Come possiamo, prima di tutto dentro di noi, combattere
questa nuova malattia? Innanzitutto, avendo l’umiltà di non pensare di essere
depositari di verità e abilità superiori alla somma di verità e abilità
detenute da tutti gli altri. In secondo luogo, rafforzando i legami di squadra,
quelli fiduciari tra i componenti e riducendo lo spazio di protagonismi
individuali in ogni contesto in cui si è chiamati ad agire, mettendo in primo
piano nell’azione il bene comune, il bene del Paese.
Tutta la classe politica in questo difficilissimo momento per
il Paese ha il dovere di combattere questo terribile virus per il quale non c’è
vaccino e la cui unica cura è la vigilanza individuale e collettiva.
Lo chiedono e lo esigono i sacrifici, le fatiche, le ferite e
le legittime attese dei cittadini, lo impone la realtà di un Paese che arriva
duramente provato a questa fase difficile della sua storia che, però, potrà
essere un nuovo inizio se sapremo concentrare tutte le nostre forze
sull’efficienza nella distribuzione dei vaccini e nella cura dei contagiati per
porre fine il prima possibile alla pandemia e sulla realizzazione della più grande
occasione di investimento sul futuro della storia recente del nostro Paese,
il Next Generation Eu concertato e finanziato in sede di
Unione Europea.
Lo chiedono anche i nostri partner europei, che assistono
allibiti a quanto sta accedendo a Roma dopo aver reso l’Italia principale
beneficiario delle politiche straordinarie di gestione del debito pubblico dei
Paesi membri da parte della Banca centrale europea e dei fondi a disposizione
per il Next Generation Eu. Noi cittadini meritiamo uno sforzo
in questa direzione dei nostri politici, ma spetta anche a noi fare la nostra
parte e dare il 'là' a una fase nuova con forme di partecipazione,
comunicazione e interazione nello spazio digitale più costruttive e meno
narcisistiche.
Mettiamo tutti al centro nel perseguimento e nella
realizzazione dei giusti obiettivi comuni la forza che ha la squadra, con le
sue competenze complementari e con le sue diversità che possono comporre e
arricchire il quadro finale. E iniziamo tutti – cittadini, forze sociali,
classe politica – a smetterla di pensare che il problema sia sempre qualcun
altro; perché il primo problema, quando parliamo del virus del narcisismo,
inizia da noi, dal mancato riconoscimento dei nostri limiti personali e del
valore del contributo dei compagni di squadra.
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