In tempi in cui tutti esprimono
giudizi negativi sulla DAD (Didattica A Distanza), vogliamo
condividere la lettera che una professoressa ha scritto ai suoi alunni, dalla
quale possiamo ricavare degli spunti di riflessione.
“Cari ragazzi -dice la professoressa Nicoletta Tancredi docente di
Discipline letterarie al liceo classico dell’I.I.S.
De Filippis - Galdi di Cava de’ Tirreni diretto dalla Dirigente Prof.ssa Maria Alfano- non è un anno sprecato. Non
piangiamoci addosso! Basta fare le vittime! Chi si lamenta ha sempre ottenuto
un solo risultato: la lagna. Siate più capaci di chi dovrebbe e non sa decidere
per voi. Siate scaltri. Fatevi furbi! Non credete a chi dice che questo è un
anno perso, che non vale niente. Dimostrate il contrario: di saper far tesoro
dal poco. E tra l’altro non scoprireste nulla di nuovo: “per aspera ad astra”
(attraverso le asperità alle stelle) non sono parole di oggi.”
E non si tratta di enunciazioni di
principio, ma di suggerimenti concreti: “Rimbalzate al mittente l’ansia dei
dpcm e delle ordinanze da ultim’ora, con tutta l’energia della vostra età.
Rispondete con ottimismo. Sfidate voi stessi di riuscire ad imparare in
qualsiasi circostanza. Condite i vostri pensieri di entusiasmo. Sognate la più
bella delle prospettive e nutrite il vostro sogno: la realtà si cambia
immaginandola. Vi ritrovate a fare gli studenti universitari al liceo. Siete
soli, se i vostri parenti sono così intelligenti da non volersi sostituire a
voi. Non ci sono i proff che girano tra i banchi, mentre fate un compito in
classe, a farvi domande senza che possiate disattivare il microfono, o sparire
dietro l’iniziale del vostro cognome sul desk. È il momento di intendere quello
che i vostri insegnanti vi hanno sempre detto e che poteva sembrare retorico:
non si studia per un voto, ma per sé stessi. Siete costretti
all’autodisciplina, all’impegno deciso da voi. E dovete essere ancora più bravi
che in classe, perché non sempre i docenti riescono a motivarvi a distanza. Non
sempre gli atteggiamenti del vostro corpo, il cosiddetto linguaggio non
verbale, è visibile in una videochiamata. Siete soli, ma con l’appoggio
motivazionale dei vostri parenti, se si rendono conto che, in questo e solo in
questo, devono coadiuvare gli insegnanti. E poi è così facile “imbrogliare” che
non c’è neanche lo sfizio di farlo! Se ci riuscite, nulla di straordinario.
Solo banale, oltre che vile, simulare difficoltà di connessione”.
Ed ancora, un incitamento ad
affrontare la realtà e trasformarla in occasione di crescita: “Teniamoci pronti in ogni caso: a
tornare in classe, con altissimo senso di responsabilità e rispetto per le
normative anti-covid, oppure a restare a casa, per quanto si possa essere
stanchi e demotivati. Avete tutte le ragioni del mondo: vi manca la vita
sociale, dei sorrisi, delle pacche sulla spalle, degli abbracci. Ma questo vi è
toccato di vivere. Stringete i denti! Sentitevi, parlate, non abbandonatevi! È
l’occasione di fare i conti con chi volete essere davvero nella vita.
Concentratevi sullo studio! Quale migliore occasione? Fissate come obiettivo il
sapere. E puntate a quello. Sappiamoci adattare! E i proff., quelli meno
“tecnologici”, aiutateli! Fate vedere loro quante cose sapete e si possono fare
online. E avrete tirato dalla vostra, nel vostro mondo, i docenti: e quando vi
ricapita?”
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