la “certezza” di Galimberti
Galimberti: "Se una persona non è empatica e
coinvolgente non può fare il professore. È qualcosa che non si può imparare”.
Il filosofo Umberto Galimberti, nel corso di un
forum tenuto a Firenze sulla scuola, intitolato “Educazione emozionale a
scuola“, si è soffermato anche sulla poca capacità della scuola italiana
di soffermarsi sul livello emozionale dei suoi studenti. Nel corso dell’evento
emerse anche che la scuola si occupa veramente poco del lato emotivo. Il
professor Galimberti ha sottolineato quanto i genitori, oberati dai problemi
quotidiani, spesso trascurano questo tipo di apprendimento: “Oggi troppo
spesso l’apporto genitoriale è fallimentare, i genitori non hanno più tempo di
rispondere alle domande filosofiche dei bambini, ai loro mille perché, e spesso
le parole mancate vengono sostituite da montagne di giocattoli. Il rapido
appagamento offerto dal giocattolo che impedisce ai bambini di annoiarsi.
Quando invece dovrebbero trovarsi in situazioni noiose per elaborare poi, in
modo creativo, degli stratagemmi per divertirsi”.
Il professore ha poi spiegato la differenza tra istruzione,
come mera trasmissione di saperi, ed educazione, che permette invece ai bambini
di sviluppare la propria personalità emotiva: “L’educazione emotiva è ciò
che più scarseggia nel sistema scolastico italiano, quando un ragazzo rimane
impantanato nello stadio pulsionale il rischio è che sviluppi forme di violenza
e bullismo. La pulsione non si esprime in parole, ma solo in gesti e
azioni”. L’empatia dunque ha un ruolo fondamentale per il benessere a
Scuola, ma soprattutto per le relazioni tra colleghi, studenti e docenti. La
situazione in tal senso può migliore: “Innanzitutto limitando il numero
di alunni per classe, fino a un massimo di quindici studenti; ma soprattutto ci
vorrebbe una formazione specifica per i professori, che dovrebbero essere
scelti anche in base a criteri emotivi e non solo conoscitivi. Se una persona non
è empatica e coinvolgente non può fare il professore. È qualcosa che non si può
imparare”. Ha concluso il noto professore Galimberti.
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