Partirà tra pochi giorni un webinar di formazione organizzato dall’associazione di don Fortunato Di Noto e diretto a chiunque voglia impegnarsi nella tutela dei minori
Un corso gratuito on-line aperto a tutti coloro che non si
tirano indietro nella difesa dell’infanzia contro ogni tipo di abuso.
Annualmente, l’appuntamento viene organizzato dall’associazione Meter, dal 1989
impegnata contro la pedofila e la pedopornografia, lo sfruttamento e
l’indifferenza. Anche quest’anno, nonostante il coronavirus, l’evento viene
riproposto, sebbene via webinar. Saranno tre le date di “Azione educativa a
tutela dei minori”, che partirà il 5 febbraio, per poi proseguire il 10 ed il
15 dello stesso mese, in collaborazione con l’Ufficio fragilità – Servizio
tutela minori e persone vulnerabili della diocesi di Noto.
Tutti sono coinvolti nella difesa dei minori
È ormai accertato come la pandemia di Covid-19 abbia
aumentato il rischio di adescamento dei minori. L’operazione ‘Luna Park’,
recentemente condotta dalla polizia postale italiana, ha messo in luce oltre
140 gruppi che, in tutto il mondo, si scambiavano materiale pedopornografico, e
più di 400 utenti che, via WhatsApp e Telegram, prendevano parte attiva nella
condivisione di foto e video pedopornografici, con vere e proprie
violenze sessuali su minori. “Siamo tutti coinvolti nella difesa dei più
piccoli – spiega don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus –
Papa Francesco, nella Lettera al popolo di Dio, chiama tutti i battezzati ad
impegnarsi senza sosta nel difendere l’infanzia”. Di qui l’invito a tutti,
nessuno escluso, a prendere parte al corso.
R. – L’intento, oltre che nobile, è soprattutto, come dico
io, ‘popolare’, nel senso che famiglie genitori, quindi papà mamme, operatori,
giovani, ma anche professionisti, vogliono capire di più su questo fenomeno
drammatico, trasversale, estremamente presente onnipresente in un mondo
globalizzato, qual è, evidentemente, l'abuso sui minori, la pedofilia e la
pedopornografia. La gente ha tanto bisogno di informazione e, soprattutto, di
una informazione corretta, onesta, intelligente, senza creare allarmismi su di
un problema che è già un'emergenza mondiale, dato che i numeri rappresentano
una realtà drammaticissima, ne cito soltanto due: un dato dell'ONU, non
certamente di Meter, è che se nel mondo ci sono più di 2 miliardi e 600 milioni
di minori e un miliardo e 300 mila sono oggetto di abusi di vario tipo, ma
particolarmente sessuali, se in Europa, lo ha detto anche il Santo Padre nel
febbraio del 2019 mai smentito, ci sono più di 18 milioni di minori abusati
sessualmente, è evidente che il problema è di fronte a noi. E allora come fare
di fronte a questo grave problema? Basta soltanto la denuncia, necessaria e
importante per fermare il problema, o occorre un'azione educativa, un'azione
culturale, che vada al cuore delle persone per essere vigilanti, per essere
capaci di risposte, non per essere investigatori improvvisati, ma per creare
una rete di sostegno, di aiuto e, perché no, anche di cura, nei punti di
riferimento che per fortuna in Italia, e non solo in Italia, esistono? Questa è
la dimostrazione che i corsi di formazione di Meter, che sono veramente
pionieristici, in questo contesto non devono fermarsi e non si sono mai fermati
e proprio perché c’è la pandemia lo facciamo on-line.
La domanda che nasce subito è: che risultati sono stati
raggiunti in questi anni, grazie proprio a questo tipo di informazione e
formazione aperta a tutti?
R. – Innanzitutto, in tutti questi anni, abbiamo raggiunto
migliaia di persone. Si tenga conto che noi siamo stati in decine e decine di
diocesi, parrocchie, associazioni, in conferenze pubbliche di formazione, così
abbiamo raggiunto decine di migliaia di persone. Questa è la dimostrazione che
creare una coscienza collettiva di fronte al problema diventa un deterrente,
anche per coloro che vorrebbero fare del male, cioè a dire: coloro che fanno
del male devono sapere che c'è qualcuno che puoi vigilare, che può avere
un'attenzione maggiore. I corsi di formazione aprono gli occhi, aiutano a
capire un po' il problema, non c'è solo un problema di indignazione, c'è un
problema di operatività. Papa Francesco dice una cosa importante, e cioè che è
un impegno di tutti, non è un impegno solo per gli addetti ai lavori, perché
ogni battezzato è impegnato a dare una risposta, un'attenzione, ma per fare
questo è necessario incontrare i battezzati, quindi non bisogna limitarsi solo
alla notizia del giornale, sicuramente ci si può indignare ma finisce tutto là,
no! Bisogna essere protagonisti, bisogna creare i cosiddetti diaconi per
l'infanzia, i servitori dell'infanzia, perché noi dobbiamo servire i bambini.
Questo è un corso propedeutico, va precisato, quindi si parte da basi
elementari, però poi ci sono successivamente i corsi specialistici, per coloro
che eventualmente vogliono maggiormente approfondire la cosa.
Sono tre date, quali saranno gli aspetti che voi cercherete
di toccare in questi tre appuntamenti?
R. – Prima di tutto si affronteranno gli abusi sull'infanzia
nella Chiesa e nella società, ovviamente, quando si parla di Chiesa, noi
apriamo anche il ventaglio a tutte le situazioni, ma anche all'impegno che
anche le altre religioni hanno attuato nel campo, quindi daremo anche degli
elementi interessanti di come ci sta ponendo e quindi non solo la Chiesa
italiana, ma anche la Chiesa a livello internazionale. Poi faremo un'analisi
psicologica sull’ infanzia violata e dall'altra parte, anche dal punto di vista
prettamente giuridico, sugli abusi sui minori e sulla tutela penale della sfera
sessuale della persona. Interessantissimo questo aspetto, che non è
soltanto tecnicismo normativo, ma soprattutto proprio vuole dire come le norme
aiutano a far capire un percorso nuovo che ormai la società ha intrapreso e che
bisogna sempre continuare. Si tratta di elementi necessari per entrare in
questo mondo che conosciamo molto poco, si tratta di dare elementi strutturali
per intervenire e per avere punti di riferimento a cui poter rivolgersi .
In questo anno segnato dalla pandemia, i bambini, rimanendo
molto più in casa, possono essere sembrati più tutelati, è stato così?
R. – No, non è affatto così, per carità, la casa dovrebbe
essere il luogo più protettivo nei confronti dei propri figli, e non soltanto
dei propri figli ma delle persone che la abitano. Ma è abitata da persone e non
solo, oggi nel mondo della nuova tecnologia, da un mondo che non
conosciamo attraverso il cellulare, lo smartphone e attraverso tutte le forme
di tecnologia che possiamo utilizzare. Abbiamo visto in maniera
esponenziale l'aumento dell’adescamento, del grooming, ossia tantissimi minori
lasciati soli con il proprio cellulare che, non sapendo gestire le relazioni on
line, si sono coinvolti in forme di adescamento sessuale, particolarmente
sessuale, con il ricatto. Allora, non è vero che la casa può diventare recinto
protettivo, perché nel recinto protettivo è necessario che i vigilanti, che
sono i genitori o i tutori, in questo caso anche tutti coloro che si occupano
dell'infanzia, dovrebbero un pochino alzare il livello della sorveglianza.
Meter, nel pieno lockdown, ha ricevuto oltre il 40% in più delle segnalazioni e
il materiale prodotto e scambiato da parte dei pedopornografi è veramente
inaudito. Nel nostro report del 2020, che presenteremo tra pochissimi mesi,
come ogni anno, veramente emerge uno spaccato incredibile. La questione
che non riusciamo a capire è che dobbiamo tener conto del fatto che i minori
non possono essere lasciati soli di fronte a un mondo così vasto e così
inquietante, sicuramente anche positivo perché la tecnologia non va mai
demonizzata, però bisogna saperla utilizzare bene.
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