Pasqua
AIMC
2024
-di
P. Giuseppe Oddone*
La Pasqua ci porta il più
gioioso annuncio della nostra fede: Gesù, il figlio di Dio fatto uomo in Maria,
nato a Betlemme, crocifisso a Gerusalemme sotto Ponzio Pilato, è risorto da
morte! Salito alla destra del Padre, ha portato per sempre la nostra umanità
nel seno di Dio, nel mistero trinitario. Solo in Lui la nostra esistenza umana,
limitata e passeggera, trova il suo significato, la sua meta; sentiamo vivo il
desiderio di amarlo qui sulla terra in comunione con tanti fratelli nella
Chiesa e di ricongiungerci a Lui oltre i confini della vita terrena.
Infatti, quanto noi
compiamo nel tempo vale per l’eternità: in Gesù Risorto si fonde il temporale e
l’eterno e tutta la nostra personale vicenda umana, anzi tutta la storia
terrena, trova la sua sintesi in Lui. In questo anno 2024 segnato da atroci
conflitti tra popoli, dal terrorismo e dalla morte di tanti innocenti, dobbiamo
sperare e pregare perché questa festa torni a diventare la celebrazione della
vita e della pace tra gli uomini. Gesù Risorto si è immolato per noi per
riedificare nelle vicende della storia umanamente e perennemente l’uomo; oggi
sentiamo davvero il bisogno di ricostruire la nostra società guardando a Lui.
La Pasqua, infatti, ci
indica i valori ai quali dobbiamo costantemente fondare la vita dei singoli e
dell’umanità intera. Prima di tutto la pace sia a livello personale che
mondiale; poi la gioia nel cuore, perché solo Cristo Risorto ci svela il senso
del nostro nascere, del nostro vivere, del nostro morire, del nostro risorgere,
dato che nella vita, nella morte ed oltre la vita siamo del Signore. La Pasqua
ci illumina sul senso del nostro soffrire, perché la sofferenza passa, ma
l’aver sofferto con amore è eterno e Gesù Crocifisso e risorto ci mostra, per
farsi riconoscere, le sue piaghe gloriose. Gesù Risorto ci invia per le strade
del mondo in missione perché diffondiamo e testimoniamo il lieto annuncio che
Egli vive in mezzo a noi e diventiamo messaggeri di fraternità e di concordia
in questa nostra società che si sottrae e si allontana dalla purezza del Suo
amore. Se confessiamo nella fede la sua Resurrezione Egli cancella i nostri
peccati, ci riempie del soffio potente del suo Spirito, ci immerge nella nuova
creazione, facendo di noi persone nuove.
La resurrezione di Gesù è
un fatto reale, anche se non può essere dimostrato con le categorie storiche,
perché rimane un mistero divino che supera la nostra intelligenza. Vi si accede
soltanto con la fede, che tuttavia ha dei concreti riferimenti storici. La
tomba di Cristo fu trovata vuota dalle donne e dai discepoli, e questo fu anche
constatato dagli avversari di Gesù. Le prime testimonianze di fede che troviamo
nei Vangeli sono semplicissime: “Il Crocifisso è risorto! Non è qui. Vi precede
in Galilea!” (Mc. 16, 6-7). La Galilea è un luogo teologico per indicare la
nostra vita quotidiana, fatta di lavoro, di fatica, di appelli del Signore
Risorto. I primi credenti completarono la formula di fede: “E’ risorto secondo
le Scritture” (1 Cor. 15, 3). Tutta la Parola di Dio dell’Antico e del nuovo
Testamento converge verso questo punto focale. Nelle varie apparizioni narrate
dai Vangeli il Risorto prende l’iniziativa di farsi vedere, riconoscere, di
farsi continuare nella sua missione di salvezza.
Ogni domenica, celebrando
l’Eucaristia, noi professiamo la nostra fede in Gesù Risorto, siamo coinvolti
nel suo mistero pasquale di morte, risurrezione ed ascensione al cielo,
riceviamo ancora il dono del suo Spirito, ci nutriamo del suo corpo e del suo sangue,
costruiamo la Chiesa, madre dei Santi, siamo inviati per essere nel mondo di
oggi costruttori di fraternità e di pace. La grazia del Signore ci accompagni
in questo nostro cammino di persone rinnovate da Cristo Risorto!
*Assistente nazionale AIMC
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