«C’è chi si approfitta
del dolore
in un mondo pieno di disperati»
«Non so se l’autore (o gli autori) della strage si è ispirato
davvero a qualche sedicente esorcista. Quel che è certo è che siamo in un mondo
di disperati e c’è gente che approfitta di questa disperazione, gente che
davanti alla necessità della cura e della scienza propina soluzioni assurde,
indicando vie che non esistono per guarire o far vivere meglio gli altri».
Riflettendo sul triplice delitto di Altavilla Milicia - e
prendendo spunto da alcuni video postati su Facebook da Giovanni Barreca in
particolare quello su Roberto Amatulli, l’ex parrucchiere autoproclamatosi
pastore evangelico e guaritore e che ha peraltro smentito di conoscere Barreca
- lo psichiatra Paolo Crepet prova ad allargare lo sguardo oltre al fatto di
cronaca, pensando «a quei milioni di italiani che ancora oggi, nel 2024, cadono
nella rete dei santoni». Ma lo studioso, consapevole del fatto che in questa
vicenda sette e movimenti pseudo religiosi c’entrano poco o nulla «salvo
smentite da parte degli inquirenti», precisa subito che «davanti a un crimine
tanto efferato non c’è circonvenzione o comportamento da incapace che tenga».
E quindi, professore?
«Mi auguro che i magistrati non tengano conto delle
giustificazioni di chi si è macchiato di un delitto così atroce, per quanto
deliranti possano essere: che non ci siano sconti di pena. Perché dietro questi
episodi può esserci di tutto, anche un’induzione da parte di qualcun altro ad
uccidere, e per carità, pure un disturbo mentale, ma ci sono anche contesti di
violenza, nuda e pura, e non credo che, nel caso di Altavilla, il marito
portasse dei fiori alla moglie prima di ucciderla».
Ma esistono delle forme di «religiopatia», patologie mentali
indotte da credenze o culti? Insomma esiste o no un fanatismo religioso con
deriva psichiatrica?
«Vorrei fare una premessa. Ognuno può essere fanatico di
qualcosa, e fin che questo si limita a una dimensione privata e individuale o
privata che non fa male a nessuno, allora il fanatismo può essere addirittura
definito “libero pensiero”. Il problema è quando diventa leva per limitare o
eliminare la libertà degli altri, o peggio ancora togliere la vita, e la
storia, purtroppo, su questo fronte è costellata di vittime e carnefici, da
coloro che inducono a non ricorrere alla scienza per curare una malattia a chi
ammazza senza pietà in nome di qualche entità. Detto ciò, sì, esistono
patologie derivanti da credi e culti, come il delirio mistico, il delirio
messianico, il delirio collettivo».
Può essere il caso di Barreca e dei suoi presunti complici?
«Può essere, e può anche essere che la religione qui sia
stata mutuata da persone affette da disturbi psicotici, e da tempo. Ma se è
vero questo, allora mi chiedo come è possibile che nessuno se ne sia accorto
prima, non dico nel contesto domestico in cui è accaduta la strage,
probabilmente assoggettato dal padre-marito, ma all’esterno».
Guardando a quali indizi? Quelli emersi sulle pagine social
di Barreca?
«Macché! Un social network non può essere certo un rilevatore
di patologie psichiatriche. Se una persona ha veramente un disturbo psicotico,
altro che “indizi”: nel nostro linguaggio medico-scientifico si parla di
“produzione di sintomi”, perché sono tanti e certamente non si manifestano
qualche ora prima o qualche giorno prima di un evento così tragico come quello
che stiamo raccontando, ma ben prima. La domanda, allora, resta: perché nessuno
se n’è accorto? E se qualcuno ha capito, perché non ha allertato chi di
dovere?».
Fonte: Il Giornale di Sicilia
Nessun commento:
Posta un commento