A
due settimane dall’avvio delle Rilevazioni nazionali 2024 abbiamo
intervistato Alessia Mattei, Responsabile dell’Area Prove
INVALSI, per comprendere meglio l’evoluzione nel tempo degli aspetti
organizzativi delle Prove standardizzate, ottimizzati anche grazie al costante
dialogo con le scuole.
Uno
dei cambiamenti che possiamo citare è sicuramente quello relativo all’aspetto
logistico e organizzativo, che ha raggiunto in tempi rapidi livelli superiori
alle nostre aspettative.
Le
scuole sono ormai assolutamente in linea con le peculiarità della
somministrazione in formato CBT e l’ottimizzazione
dell’organizzazione delle classi e dei gruppi classe da tempo ha permesso di
superare le comprensibili difficoltà logistiche iniziali.
Questo
è accaduto anche grazie all’accoglienza da parte dell’INVALSI delle esigenze
manifestate dalle scuole: ad esempio sono state modulate delle finestre di
somministrazione appropriate e sono stati forniti tutti gli strumenti utili per
una migliore organizzazione sia nelle classi campione sia in quelle non
campione.
In
sostanza, con le scuole abbiamo instaurato un rapporto molto costruttivo,
costante e quotidiano.
I
diversi interlocutori che incontriamo – i dirigenti scolastici, il corpo
docente nel suo complesso e chi si occupa poi concretamente delle
somministrazioni – si dimostrano molto attenti alle rilevazioni e ai dati che
queste permettono di offrire loro.
Si
possono incontrare ancora situazioni in cui permane qualche perplessità verso
le Prove nazionali, ma sono assolutamente gestibili in forza di un dialogo
tra scuola e INVALSI che negli anni è diventato più costante e aperto.
E
questo dialogo ha consentito di comprendere appieno i vantaggi legati a un
sistema di rilevazione standardizzato che ha una dimensione nazionale.
Il
primo vantaggio, dal punto di vista scientifico, è senza dubbio legato al fatto
che il nostro Istituto dispone di dati molto solidi; ciò è dovuto soprattutto
all’utilizzo di ampie banche di domande. La somministrazione delle prove
Computer based, basate appunto su banche di domande, consente infatti l’assegnazione
allo studente, a ogni studente, di un livello.
L’altro
vantaggio, tutt’altro che secondario e che gli insegnanti apprezzano molto, è
l’assenza delle operazioni di codifica e di correzione delle domande aperte,
che è tutta centralizzata e in carico all’INVALSI. È indubbio che questo non
solo alleggerisce il carico di lavoro per i docenti, ma garantisce anche
sull’oggettività della correzione.
Possiamo
quindi senz’altro dire che il processo di somministrazione ha raggiunto un
ottimo livello, sia dal punto di vista metodologico che da un punto di vista
logico e tecnico-organizzativo. Di questo abbiamo un riscontro diretto
proveniente dalle scuole stesse anche attraverso i canali di assistenza alle
scuole.
Il
rapporto dei docenti con la valutazione, e in particolare con la valutazione
standardizzata, è certamente cambiato in questi anni. Quali sono i maggiori
segnali di questo cambiamento?
In
questi ultimi mesi ho avuto modo di riscontrare in prima persona l’esigenza e
la disponibilità dei docenti a diventare parte attiva di una rilevazione
standardizzata su larga scala, approfondendo il significato delle Prove e gli
aspetti più prettamente metodologici relativi alla loro costruzione.
Lo
abbiamo visto e apprezzato in particolar modo nei percorsi di
formazione che offriamo agli insegnanti. Il numero di coloro che
partecipano a questi percorsi che li rendono sempre più protagonisti del
processo valutativo con prove standardizzate è in costante aumento.
Ciò
indica una crescita culturale in merito alla valutazione e all’importanza che
le viene riconosciuta.
Sempre
più i docenti vogliono sapere quali sono i vantaggi e anche gli svantaggi della
valutazione standardizzata, quali sono le competenze che si possono misurare
con questo tipo di prova e quali no. Vogliono quindi comprendere un processo
conoscendone le finalità e gli obiettivi.
Questo
è senza dubbio molto apprezzabile perché costituisce un punto di partenza
fondamentale per avere un’opinione più coerente rispetto a tutta
l’operazione valutativa, per entrare nella logica delle Prove ragionando
sia sugli elementi positivi sia su quelli negativi.
Sì,
anche sugli aspetti negativi, non sembri strano. Come già detto, le rilevazioni
standardizzate infatti hanno innegabili punti di forza, ma come tutti i tipi di
valutazione non coprono tutte le possibilità.
Vedere
entrambe le facce della medaglia aiuta a comprendere più a fondo quali sono gli
aspetti positivi di una rilevazione come quella delle Prove INVALSI e
l’utilizzo che si può fare degli esiti restituiti alle singole scuole.
Quando
questa conoscenza manca può accadere che vi siano delle perplessità sulla
valutazione standardizzata su larga scala. Queste resistenze possono essere
legate a un principio generale, cioè non ritenere la valutazione esterna una
risorsa utile per il sistema scolastico, per il decisore politico, ecc.
La
mia esperienza mi permette però di asserire che l’insegnante quotidianamente
impegnato a scuola, nel momento in cui si esplicitano i vantaggi e gli
svantaggi di questa operazione, molto difficilmente ne nega tutti i possibili
ritorni positivi.
Sappiamo
di essere prossimi a una nuova transizione delle Prove INVALSI, la cui
somministrazione passerà dal formato cartaceo al CBT anche nella classe quinta
della scuola primaria. Come ci si sta preparando a questo passaggio?
In
vista di questa ulteriore evoluzione il nostro Istituto ha avviato una linea di
ricerca dedicata alla sperimentazione delle Prove in formato CBT nella
classe quinta primaria.
È
ovvio che, trattandosi di bambini, sorgono tutta una serie di problematiche
metodologiche e tecniche che vanno affrontate.
Il
passaggio alle prove computerizzate potrebbe garantire anche in questo caso
un alleggerimento del lavoro degli insegnanti, come è stato per gli
altri gradi scolastici, e la possibilità di avere anche per la primaria una
banca di domande in forza delle quali il tipo di esito ottenuto potrebbe
essere molto più articolato.
Il
passaggio al CBT per questo grado scolastico è ora in fase sperimentale; al
momento abbiamo attivato un processo di costruzione delle prove e di adattamento
della piattaforma a questa diversa tipologia di utenza.
Come
sempre, vedremo che cosa ci diranno i dati e, a partire da quelli, decideremo
come proseguire in questo progetto dialogando con tutti gli interlocutori
coinvolti in questa operazione.
INVALSI
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