Carenza di iscrizioni, via agli accorpamenti.
La scuola pullula sempre più di iniziative "estranee" alle discipline.
Non
lamentiamoci se è considerata un parcheggio.
-di Innocenzo Calzone
Da qualche anno preannunciato, pare sia arrivato il tempo,
per molte scuole italiane, di essere soggette ad uno accorpamento dai più non
molto desiderato. Diverse esigenze, soprattutto un calo di iscrizioni legato
alla carenza di nascite, questioni economiche, speculative, bilanci di qua e
bilanci di là hanno determinato una soluzione così drastica. Il risultato:
eliminazione di storie legate ai luoghi, riduzione di personale, cancellazione
di ogni sorta di umanità, disorientamento. Certo in un momento storico in cui
la natalità è pari a zero, prima o poi doveva pur accadere che venissero fatti
tagli. Questo sì. Di aumento di stipendi invece guai a parlarne. Grave è che si
possa affermare senza remora, come ha fatto il direttore dell’ufficio
scolastico regionale campano, che a lui non interessa se un ragazzo debba
svegliarsi alle cinque del mattino per prendere l’autobus e spostarsi nella
città più vicina, anche a 50/60 km, per poter studiare. Tutti abbiamo fatto
sacrifici, lui non so. Il dio denaro impera anche in ambiti educativi: pago,
compro, quindi imparo. Valanghe di iniziative in una scuola serbatoio di denaro
pubblico per enti e associazioni esterne che di scuola poco sanno, luogo
disponibile per progetti e progettini distogliendo l’alunno da un ambito
familiare, se c’è ancora, e da un impegno serio con le materie. “Basta che
resta a scuola professó, io a casa non riesco a tenerlo”. Tempo pieno? Di più.
“Devo lavorare, devo essere libera, mio figlio ingombra” …parole sempre più
ricorrenti e imbarazzanti tra le genitrici di ragazzi lasciati crescere con la
nonna, con la zia, …con la scuola parcheggio.
E in tutto questo balbettare educativo la scuola cosa fa?
Compra le coscienze, il sapere degli alunni con attività profumatamente
sostenute dove del destino dei singoli poco interessa se non giustificarsi
dicendo che i soldi, in fondo, li ha messi; responsabilità del dirigente, dei
docenti che non hanno saputo gestirli. Pochi soldi, poche risorse, che si fa?
Si accorpa. Ma è vero accorpamento di scuole o un tentativo di accoppare le
menti? Sembra si tratti di tarpare le ali a storie di scuole, di edifici, di
luoghi attorno o dentro i quali ci sono stati destini che hanno trovato in quei
luoghi il riconoscimento di legami, amicizie, di una storia. Accoppa menti,
accoppa storie, accoppa identità, questo è. Senza alternative concrete, si
chiude. Si manifesta sempre più un allontanamento dalle questioni cruciali,
regalando iniziative e fondi ai docenti che non hanno più voglia e tempo, tanto
sono immersi in burocrazie delle più svariate.
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