lunedì 31 marzo 2025

IN CAMMINO VERSO LA PASQUA

 

 SIATE RAGIONEVOLI 

CHIEDETE L'IMPOSSIBILE!



Riflessioni di don Giulio Cirignano*

 -31 marzo 2018

L’invito esteso all’intera comunità associativa e al vasto e variegato mondo dei credenti e dei non credenti, è stato categorico: “Puntate all’impossibile. L’impossibile come anelito, come sogno, come progetto. Utopia amabile e liberante. L’impossibile come la più concreta forma di ragionevolezza”.

La Pasqua, infatti, è di per sé un evento umanamente impossibile. Per Gesù, invece, si tratta di risorgere da morte, entrare in una vita nuova. Gesù non è rinvivito, è risorto. È già ‘ impossibile’ pensare ad un morto che riprende a vivere. Ancora più impossibile è pensare ad un morto che riprende la vita per non morire più.

Il mistero cristiano ha nel Signore risorto il suo punto decisivo. Inimmaginabile. Di portata cosmica: è come l’inizio di una nuova creazione.

I credenti, allora, sono i ‘ figli’ della resurrezione. I figli della vita contro la morte. I discepoli dell’impossibile divenuto realtà.

‘Figli della resurrezione’: trattasi di un ebraismo assai espressivo e adatto: l’ebraico per esprimere l’appartenenza usa la parola ‘ figlio ’.

Celebrare la Pasqua, allora, è credere nell’impossibile e volerlo. È fare spazio a un grande sogno che spesso non abbiamo neppure il coraggio e la forza di coltivare.
Don Giulio Cirignano, nel muovere da questo assunto e confortato da puntuali richiami biblici ed evangelici, indica i contesti dentro i quali coabitare con la dignitosa utopia dell’essere ragionevoli, chiedendo l’impossibile.

 A livello sociale

* L’impossibilità di una convivenza più ricca di umanità. Puntare all’impossibile è già metterla in essere.

* L’impossibilità di un progetto di convivenza veramente segnato dalla giustizia. È ragionevole volere    questa impossibile possibilità.

* L’impossibilità di resistere alla banalità elevata a norma. Alla sciatteria, al qualunquismo, al populismo    facile e aggressivo. Si può resistere.

* L’impossibilità di una politica più libera dagli interessi privati. Occorre cominciare a pensarla e a volerla.   Con iniziative concrete di formazione alla buona politica.

* Celebrare la Pasqua è credere all’impossibilità di una cultura meno arida e insignificante: ciò non può    essere lasciato al caso. Ma frutto di decisione e di responsabilità.
* Siamo   ragionevoli, crediamo   all’impossibile. Crediamoci con tutte le forze. Crediamoci in modo da    rendere onore alla nostra fede pasquale. Altrimenti la Pasqua sarà solo rito, l’emozione spirituale di un    momento, una fugace parentesi, inerte, senza forza creativa.


A livello ecclesiale.

In questo contesto è ancora più entusiasmante. * L’impossibilità di una Chiesa più fraterna: è questo il progetto di Gesù. Più fraterna per la comunione e la  stima reciproca.

* L’impossibilità di una Chiesa meno incartata nella sua autosufficienza, nella continua autocelebrazione.
* L’impossibilità di una Chiesa più evangelica. Perché più povera. Di averi, di potere, di ambizioni.
* L’impossibilità di una Chiesa amica dell’uomo, di tutti gli uomini.

* La comparsa di Papa Francesco: l’impossibile è divenuto realtà.* Quest’anno la Pasqua sarà più dolce: il coraggio del Conclave ci autorizza a credere nell’impossibilità che    si fa ragionevole prospettiva di una Chiesa più fedele al Vangelo e al Concilio. Sì, siamo esortati ad    essere ragionevoli e a credere in un’esperienza ecclesiale con la forza di una nuova convinzione.

 A livello personale

* Siamo ragionevoli nel credere all’impossibilità che si fa possibilità, per grazia, di essere più liberi dai nostri    egoismi. È necessario, però, volerla, desiderarla questa impossibilità.
* Crediamo nell’impossibilità di amare di più e meglio. È la cosa più ragionevole volere amare di più.   Volere un amore più grande: per la nostra pace interiore,per il nostro lavoro, per la nostra famiglia.

* Desideriamo, come nostro futuro, l’impossibilità di volerci persone, se non felici, almeno più serene, più    contente.

* Chiediamo a noi stessi l’impossibile di volgere le spalle a ogni forma di pessimismo e di sfiducia. Siamo   discepoli dell’impossibile anche coltivando la speranza di poter guardare, intorno a noi, con sguardo coraggioso e mite.

* Guardando a Gesù crediamo e scegliamo l’impossibile ragionevolezza di non rimanere prigionieri del    passato e fare del futuro il verbo più congeniale alla nostra dignità.
  Non c’è deviazione che non possa essere corretta. Gesù fu un formidabile amante di futuro in alcuni    incontri: a) “Nessuno ti ha condannato.  Neppure io, vai in pace e smetti di innamorarti della tua    fragilità”, b) “Zaccheo, oggi voglio fermarmi a casa tua “e cambiò tutto; c) “Nicodemo, sappi che si     può nascere di nuovo, dall’alto”; d) “Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro. E Pietro si ricordò . . . e uscito pensò amaramente: ‘ Ricomincio a vivere’ “; e) “Oggi sarai con me in paradiso!”.

 A livello associativo.

* Siamo ragionevoli: crediamo e scegliamo come impossibile, fortunato ideale, quello di entrare a far parte    di questa Chiesa che sembra prepararsi ad una insperata fioritura. Con lucida coscienza di alter natività.

* Crediamo ragionevole l’impossibile comunione di intelligenze e di volontà giovani per una scuola in grado    di liberare dall’ignoranza e generare alla capacità di scelta e partecipazione. Giovani, nuove, fresche: da   andare a cercare e coinvolgere.

* Siamo ragionevoli: chiediamo a noi stessi l’impossibile fedeltà al nostro passato, alla ricca elaborazione    dei nostri oltre sessanta anni di storia. È ragionevole amare preservare quanto si è fatto, come premessa di futuri percorsi.

* Chiediamo l’impossibile intelligenza di quello che la scuola deve e può essere come anello di una     cittadinanza più responsabile.  Ora, in questo momento, lungo la linea interrotta dell’innovazione e del    cambiamento.

* Cosa è possibile ancora chiedere e volere a livello associativo? Senza il continuo richiamo alle ragioni del nostro operare, senza la giocosa e continua riscoperta della nostra     cittadinanza evangelica. L’associazionismo vive una inedita povertà. Ma, forse, è proprio in momenti come questi che    alberga, sottotraccia, la possibilità di una vera, convinta, impossibile alternatività di pensiero e di vita, a    vantaggio della scuola, della Chiesa, della comune convivenza.  Questo è il momento di chiedere l’impossibile e volerlo, buttando sul tappeto energie e reclutandole    dove non le penseremmo mai presenti. Ma esse ci sono e aspettano. 

Allora amici dell’AIMC, facciamo    Pasqua con il Signore risorto, ridoniamo nuove attualità all’impossibile bellezza di vivere con gioia. Di  vivere in sintonia con la gioia del Vangelo.

 ·        Don Giulio Cirignano è professore emerito di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. 

Dal 1978 al 2011 è stato assistente nazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC). 

Ha pubblicato Porzione di Chiesa. L’AIMC spazio di logica alternativa (1995), Padre nostro (2000), Attualità della Parola (2006), Circuito virtuoso: sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale (2008), Francesco, bellezza e coraggio (2015), Bellezza del gaudio evangelico al centro della vita cristiana (2017), Parole come carboni ardenti (2018), Cambiamento d’epoca (2018), Non lasciamoci rubare la speranza (2019), Non lasciamoci rubare il Vangelo (2020), Ancora un esodo (2020), Il mirabile messaggio della Lettera agli Ebrei (2021), Pane al pane (2022), Sentinella, quanto resta della notte? (2023), Parlare di Dio, come? (2024). In collaborazione col professor Ferdinando Montuschi ha scritto La personalità di Paolo (1999), Marco. Un Vangelo di paura e di gioia (2000) e Come te stesso: la misura dell’amore (2007).

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