ma migliora se si stimolano interessi,
curiosità, emozioni degli alunni
-- di Giorgio Vittadini *
«La scuola è aperta a tutti», stabilisce la Costituzione, «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». L’istruzione è il più straordinario fattore di crescita per le persone e per la società. Ringrazio Ernesto Galli della Loggia per l’articolo di mercoledì 5 maggio sul Corriere della Sera che ha risvegliato l’interesse su questo tema.
Numerose ricerche internazionali hanno dimostrato che
imparare non è un atto meccanico. L’apprendimento
migliora se si stimolano gli interessi, la curiosità, le emozioni degli alunni.
E questo si traduce in migliori risultati scolastici, che favoriscono
soprattutto chi è meritevole ma «sprovvisto di mezzi». È la nuova frontiera
dell’istruzione, nota a livello internazionale con l’espressione inglese
«character skills», utilizzata, fra gli altri dal premio Nobel James Heckman.
Si cerca di valorizzare, così, la personalità di ciascuno, superando le
condizioni economiche o sociali iniziali. Aspetti come l’apertura mentale, la
capacità di collaborare, lo spirito di iniziativa sono fattori cruciali nel
contributo che ogni persona può dare nel lavoro e nella vita sociale.
Farò alcuni esempi. Nel saggio appena pubblicato «Viaggio
nelle character skills» (ed. Il
Mulino), sono presentati i risultati di una ricerca condotta fra gli studenti
del Trentino Alto Adige. Stimolando negli allievi la coscienziosità e
l’apertura all’esperienza, è stato osservato un incremento di 12 punti sul voto
Invalsi, un parametro che misura l’apprendimento effettivo e consente confronti
con i coetanei italiani e di altre nazioni. La mancanza di responsabilità per i
propri risultati, al contrario, corrisponde ad un incremento di 5 volte in
negativo sul voto Invalsi.
Nell’era digitale la scuola non può limitarsi a insegnare
solo nozioni, sia pure fondamentali,
come la lettura o la matematica. La scuola deve anche contribuire a far
crescere le persone, offrendo loro una preparazione utile alla vita sociale. Il
nuovo «Curriculum dello Studente» che accompagna per la prima volta l’esame di
maturità, si inserisce in questo filone e non è affatto «un po’ di classe» come
sostiene Galli della Loggia. Nel documento sono incluse le attività
extrascolastiche, «in ambito professionale, sportivo, musicale, culturale e
artistico, di cittadinanza attiva e di volontariato». E le esperienze di
alternanza scuola lavoro.
La scuola deve offrire ora a tutti la possibilità di
presentare le proprie capacità, che si
nasca con la mente di Steve Jobs (senza grandi mezzi) oppure no. Una verità già
nota agli antichi. «La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da
accendere», affermava duemila anni fa il filosofo greco Plutarco.
*Docente di statistica Università Milano Bicocca, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà
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