Forse
l’unica cifra odierna in grado di classificare il raggiungimento dell’età
adulta è connessa alla gestione di un presente – e di un futuro – sempre meno
prevedibili. Almeno questo è il convincimento che Anna Silvia Bombi – psicologa
dello sviluppo e dell’educazione – propone nel suo recente volume Crescere.
In viaggio dall’infanzia all’età adulta (Il Mulino, 2021). Il libro si
presenta come un’agile introduzione al viaggio riguardante una parte essenziale
della vita, più o meno i primi diciotto anni, rivolta a genitori, insegnanti,
educatori e adulti in genere per aiutarli a districarsi nell’immane fatica di
far crescere un bambino, poi adolescente e uomo, nella nostra epoca. A parere
dell’autrice, l’intervallo di tempo che va dalla prima infanzia all’essere
adulto non è soltanto un frangente per prepararsi alla complessità del mondo.
È, invece, una questione che riguarda l’identità non solo cronologica di
ciascuno di noi ma – in particolare – collegata all’accumulo delle «provviste
emotive che serviranno a camminare nel corso di tutta la vita, ma che è
difficile procurarsi quando servono, se non si sono accumulate prima» (p. 37).
Nel
volume, la Bombi avanza una possibile lettura del viaggio della vita nel
tentativo di comprendere chi sia un bambino e, soprattutto, cosa debba fare
prima di divenire un adulto. Un percorso, quello fatto insieme ai genitori, che
si muove su questioni connesse alla ricerca della sicurezza di sé, alla
regolazione del comportamento, alla responsabilità individuale e sociale, alla
razionalità e alla generatività. Tutti noi sappiamo che il cammino della vita
non è senza intoppi, anzi, spesso si palesano strade in salita e difficoltà impreviste.
Secondo l’autrice, in questo processo, l’incarico dei genitori è quello di
svolgere un “compito evolutivo” capace di accompagnare i figli verso l’età
adulta. Si tratta di divenire una sorta di giardinieri che «governano la
crescita in modi assai diversi a seconda di ciò che sperano di ottenere: una
siepe squadrata, una macchia piacevolmente irregolare, o delle miniature stile
bonsai» (p. 44). Difatti anche i genitori possiedono delle «mete, dei valori
che ispirano la loro vita e non sono pronti ad accettare qualsiasi esito della
loro educazione» (p. 44).
Alla
luce di ciò, possiamo sostenere che le scelte educative dei genitori sono
talmente importanti da accelerare o ritardare la crescita dei figli. Pare
evidente alla Bombi che il punto non sia quello di ipotizzare genitori perfetti
bensì sufficientemente informati su ciò che abbisogna ai figli. Simili bisogni
– oltre a concernere la sfera materiale – riguardano l’affettività, la
psicologia, l’educazione che dal primo mese di vita sino ai diciotto anni d’età
mostrano una straordinaria evoluzione. Allora se l’obiettivo fosse quello di
generare figli misurati, padroni di sé e non in balia delle proprie emozioni
risulta evidente che nella proposta educativa dei genitori non dovrebbe esserci
traccia di comportamenti inutili, controproducenti e destinati a minare senza
alcuna ragione le certezze, spesso fragili, dei figli. Altresì è necessario
avviare progressivamente i ragazzi alle proprie responsabilità – come alla
gestione di uno spazio personale autonomo – ed evitare atteggiamenti
iperprotettivi destinati tanto a non far crescere il figlio quanto a farlo
scontrare con le prime istituzioni che incontrerà nella sua vita come la scuola
e l’università. Per far ciò, il genitore deve decentrarsi il più possibile e
«cercare di rendere chiaro all’altra persona (il figlio) che si è accolto
quanto ha detto, piuttosto che inserire immediatamente nel dialogo il proprio
punto di vista» (p. 114). Così alle soglie dei diciotto anni quei figli
abituati alla discussione, al rispetto delle istituzioni pubbliche oltre che
degli altri, potranno ritenersi maggiormente preparati ad affrontare alcuni
passaggi pubblici della loro vita come il voto o l’impegno per qualche causa sociale,
ad esempio, quelle connesse alla tutela dell’ambiente o alla legalità.
Il
libro della Bombi è un testo importante perché ripresenta nel nostro circuito
culturale, educativo e sociale una serie di questioni fondamentali che, a
partire dalla crescita dei figli, risultano strettamente congiunte all’esistenza
delle nostre comunità. Un viaggio, quello che avanza l’autrice, diretto a farci
intendere che la maturità coincide con la generatività la quale si costruisce
attraverso un percorso formato da una serie di tappe: maturare una sensibilità
particolare per l’educazione; mantenere un atteggiamento finalizzato a
relazionarsi con i ragazzi, o con i quasi adulti, come tali e non trattarli da
bambini; motivare una partecipazione giovanile alle urgenze ambientali,
antropologiche e culturali del nostro tempo e, quindi, all’azione politica. Per
tutti questi motivi, il volume della Bombi è un valido contributo rivolto ai
genitori e agli educatori ma anche a chi ha a cuore la crescita dei ragazzi
all’interno dello straordinario viaggio che è la vita.
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