Commento al Vangelo - p. Ermes Ronchi
In quel tempo, [Gesù
apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il
Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non
crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno
in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno;
imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver
parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio (...)
Gli sono rimasti soltanto undici uomini impauriti e confusi, e un piccolo
nucleo di donne, fedeli e coraggiose. Lo hanno seguito per tre anni sulle
strade di Palestina, non hanno capito molto ma lo hanno amato molto, e sono
venuti tutti all'appuntamento sull'ultimo colle.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù compie un atto di
enorme, illogica fiducia in uomini e donne che dubitano ancora, affidando
proprio a loro il mondo e il Vangelo. Non rimane con i suoi ancora un po' di
tempo, per spiegare meglio, per chiarire meglio, ma affida loro la lieta
notizia nonostante i dubbi. I dubbi nella fede sono come i poveri: li avremo
sempre con noi. Gesù affida il vangelo e il mondo nuovo, sognato insieme, alla
povertà di undici pescatori illetterati e non all'intelligenza dei primi della
classe. Con fiducia totale, affida la verità ai dubitanti, chiama i claudicanti
a camminare, gli zoppicanti a percorrere tutte le strade del mondo: è la legge
del granello di senape, del pizzico di sale, della luce sul monte, del cuore
acceso che può contagiare di vangelo e di nascite quanti incontra.
Andate, profumate di cielo le vite che incontrate, insegnate il mestiere di vivere,
così come l'avete visto fare a me, mostrate loro il volto alto e luminoso
dell'umano.
Battezzate, che significa immergete in Dio le persone, che possano essere
intrise di cielo, impregnate di Dio, imbevute d'acqua viva, come uno che viene
calato nel fiume, nel lago, nell'oceano e ne risale, madido d'aurora. Ecco la
missione dei discepoli: fare del mondo un battesimo, un laboratorio di
immersione in Dio, in quel Dio che Gesù ha raccontato come amore e libertà,
come tenerezza e giustizia. Ognuno di noi riceve oggi la stessa missione degli
apostoli: annunciate. Niente altro. Non dice: organizzate, occupate i posti
chiave, fate grandi opere caritative, ma semplicemente: annunciate.E che cosa?
Il Vangelo, la lieta notizia, il racconto della tenerezza di Dio. Non le idee
più belle, non le soluzioni di tutti i problemi, non una politica o una
teologia migliori: il Vangelo, la vita e la persona di Cristo, pienezza d'umano
e tenerezza del Padre.
L'ascensione è come una
navigazione del cuore. Gesù non è andato lontano o in alto, in qualche angolo
remoto del cosmo. È disceso (asceso) nel profondo delle cose, nell'intimo del
creato e delle creature, e da dentro preme come forza ascensionale verso più
luminosa vita. "La nostra fede è la certezza che ogni creatura è piena
della sua luminosa presenza" (Laudato si' 100), che «Cristo risorto dimora
nell'intimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con
la sua luce»
(Letture: Atti 1, 1-11; Salmo 46; Efesini 4,
1-13; Marco 16, 15-20).
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