Sono passati trent’anni da quando l'Italia ha ratificato la
Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, un Trattato che
ha garantito ai bambini un nuovo protagonismo, facendone persone titolari di
diritti. Da allora sono stati fatti numerosi passi in avanti con leggi e
politiche in favore dei minori. Ma c’è ancora molta strada da percorrere perché
i piccoli siano sempre tutelati
-
di Marina Tomarro - Città del
Vaticano
A
partire dal 1991, sono stati numerosi gli interventi legislativi che hanno
rivolto una particolare attenzione ai diritti dei bambini e dei ragazzi. Tra di
essi la ratifica, nel 2013, della Convenzione del Consiglio d’Europa del 2007
per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale,
l’adozione della Legge sulla loro protezione attraverso la prevenzione e la
lotta al cyber bullismo; la legge sulle misure di protezione dei minori
stranieri non accompagnati. Recentemente è stato introdotto anche il reato di
costrizione o induzione al matrimonio che prevede la pena alla reclusione fino
a 7 anni nel caso di vittime minori di 14 anni. Inoltre, chi nasce oggi ha una
probabilità tre volte inferiore di perdere la vita nei primi anni rispetto al
1991; quell'anno i bambini vaccinati contro il morbillo erano il 50%, ora la
copertura è raddoppiata.
I
diritti dei bambini
“Questa
convenzione ha sancito un elemento importantissimo, che i bambini e i ragazzi
sono soggetti di diritto, che di minore hanno solo l’età – spiega Samantha
Tedesco di SOS Villaggi dei Bambini –, e questo è stato un cambio di
mentalità e culturale enorme, rispetto a come venivano considerati i piccoli
prima. Questo ha poi comportato anche un differente modo di concepire le
politiche rivolte ai bambini, mettendo al centro non solo i loro bisogni, ma
anche i loro diritti. Ci deve quindi essere una responsabilità degli adulti
perché poi questi diritti diventino realtà. Diritti base come all’istruzione,
al gioco, alla socializzazione, che spesso mancano. Purtroppo a trent’anni
dalla sua ratifica dobbiamo constatare che questi diritti non sono una realtà
scontata per tutti i bambini”.
La pandemia ha peggiorato le povertà esistenti
Per
i minori la situazione con l’arrivo della pandemia è andata peggiorando,
soprattutto per tutti quelli che vivono in situazioni di povertà. “In Italia
sono circa 1 milione e 346mila i bambini poveri, cioè che non accedono ai beni
di prima necessità, e sono 209mila in più rispetto all'anno precedente – spiega
ancora Samantha Tedesco - . Se prima stava diminuendo questo numero, con la
pandemia, chi già viveva situazioni di fragilità ha visto peggiorare la propria
condizione. In questo momento è fondamentale fare delle politiche che pongano
al centro i bambini e i ragazzi, ma in sostanza la famiglia tutta. Ad esempio,
mettere a disposizione presidi educativi per i più piccoli, anche per aiutare
le mamme a poter lavorare e dare così una mano alle famiglie ad uscire dalla
povertà e ai bambini ad avere delle opportunità educative da cui altrimenti
sarebbero esclusi. E poi dare voce ai piccoli e ai ragazzi, ascoltarli nelle
loro richieste ed esigenze”.
Un
possibile mondo diverso
La
strada da fare, quindi, è ancora tanta per poter raggiungere una situazione
dove i minori possono vivere in maniera serena la loro infanzia e adolescenza.
“Sarebbe bello – sottolinea Samantha Tedesco – se tra cinque anni potessimo
costatare che si sono gettate davvero le basi per un mondo diverso, dove la
povertà infantile si è notevolmente ridotta. Credo che ci siano i presupposti,
c’è un nuovo piano infanzia-adolescenza recentemente approvato, ci sono nuove
opportunità, come dei fondi che arrivano dall’Europa, e che dobbiamo utilizzare
bene, quindi c’è speranza concreta di poter fare dei passi avanti
importanti”.
DIRITTI
INFANZIA E ADOLESCENZA
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