Quale sapienza spirituale possiedono
coloro che non si lasciano semplicemente divorare dalle priorità delle cose
importanti che sembrano pretendere con forza crescente la nostra attenzione -
una sorta di rullo compressore che non fa che prolungare il grigiume - e
riservano invece un tempo, ogni giorno, per celebrare le cose piccole della vita:
la prima luce del mattino, il passaggio non indifferente di un sorriso, il
sapore recondito dell’acqua e del pane, la bellezza anche visuale di una
parola, quel trottolìo ingenuo di giostra che talora è quello della pioggia, il
disegno tattile di un silenzio che riverbera nel pomeriggio, un gesto gentile,
il ricordo di qualcuno che ci ha illuminato e di cui ci rimane la luce, lo
spazio gratuito di una preghiera… Chi vive così non patisce l’aridità e
l’aggressività che paiono essere gli inevitabili motori di ricerca del nostro
presente, e sostiene gli altri nella difficile, paziente e appassionante arte
di vivere.
Che lo Spirito ci renda sensibili
alla vita quotidiana, minuscola, e ci faccia udire, nei segni più fievoli, nei
nostri passi più brevi, nelle occupazioni di sola routine, il pulsare
dell’infinito di Dio.
Tolentino Mendonça
www.avvenire.it
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