- di Giuseppe Liberto*
Osservare un fiore, contemplare un tramonto,
nutrirsi di bellezza…ed è subito poesia!
Lo scolorirsi dello sguardo induce sempre a
relazioni squallide e pallide, a costruzioni asettiche di cuore e di mente,
senza brividi di tenerezza. Frutti e fiori sono “sacramenti” di bontà e di
bellezza che insieme costruiscono l’uomo in armonia con se stesso, con i propri
simili e con la natura.
Gli occhi del cuore e la poesia della vita fanno
contemplare e gustare l’Invisibile Eterno Infinito. Questa sublime esperienza
ci salva dall’idolatria che non è solo il peccato degli atei per i quali Dio
non esiste, è anche il peccato dei falsi credenti che scambiano Dio con le
realtà terrene!
La poesia non ha come metro di giudizio il
consumismo o la mercificazione, che insidiano i valori più alti dello spirito
umano.
La poesia scaturisce dal mistero dell’uomo che è
alla ricerca della Luce di Verità e della Bellezza di Bontà. Fare poesia è
cantare col cuore la Verità dando voce al fascino e al dramma della Vita!
Il linguaggio poetico è canto di chi è capace di
ascoltare col silenzio del cuore e di chi sa vedere con l’intuito della
ragione.
Lo sguardo caldo e raffinato e la voce potente e
delicata, spalancano insieme le porte della vita per inebriarsi della verità.
Il punto di concentramento del poeta è nella sua anima, dove contempla
un’impressione, un’idea, una suggestione che poi esprime attraverso il
linguaggio poetico. In effetti, l’arte della poesia serve per dare fragranza
alla vita con occhi assetati di umanità e per attraversare la storia con
serenità e coraggio, nonostante le debolezze, le preoccupazioni e le sconfitte.
Ogni artista esprime idee, sentimenti e ideali che ogni uomo può liberamente
rivivere, perché rivelano parte della coscienza e dell’esperienza umana in ogni
luogo e in ogni tempo.
La poesia richiede parole che diventino vita e non
rimangano suoni squallidi, vuoti e talvolta sporchi di insensatezza e di
degrado. L’arte poetica esige l’in-canto delle parole che sgorgano dal cuore e
dimorano nel cuore per nutrire e arricchire lo spirito.
Nella pittura, lo sfondo dell’icona, con termini
tecnici è chiamato “luce”, perché con essa l’iconografo dipinge i personaggi
che sono immersi in una trasparenza che è pura e trasfigurante luminosità.
Nella poesia è la parola che è luce nell’armonia
delle frasi che cantano il mistero, l’uomo e il cosmo.
* Direttore Emerito della Cappella Musicale
Pontificia "Sistina"
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