mercoledì 27 settembre 2023

UN PO' DI GALATEO NON GUASTA

 
Essere educati rimane 

una questione essenziale

 Il libro di Lina Sotis con Carlo Mazzoni rilegge le regole del galateo in maniera divertita alla luce dei cambiamenti della società di oggi

 - di MAURIZIO CUCCHI

 Il tempo estivo ci ha posto di fronte a una serie, più evidente del solito, di spontanei comportamenti che in altri tempi sarebbero stati censurati come esempi di pura e semplice cattiva educazione. Chiunque, aggirandosi pacifico in città o in luoghi di vacanza, si sarà potuto accorgere del gran vociare, e cioè del troppo frequente parlare, in locali pubblici, di gente urlante di ogni età, tanto da rendere problematica a un normalissimo umano civile, la semplice conversazione. A questo si aggiunga l’abitudine sempre più diffusa, in donne e uomini, giovani e vecchi, di sedersi a un bar (ma anche in treni o autobus) mettendo le proprie gambe, nonché estremità più o meno calzate, su sedie o tavolini. Urlanti e sdraiati, insomma, secondo un male interpretato concetto di libertà personale che tende a ignorare la presenza del prossimo. Nel segno dell’incivile convinzione, più o meno ideologizzata (goffamente) che libertà significhi far quello ci pare.

 Pensavo a tutto questo avendo tra le mani il recente, nuovo discorso sul bon ton che Lina Sotis ha pubblicato avvalendosi della collaborazione di Carlo Mazzoni. Appunto Il nuovo bon ton (Baldini + Castoldi, pagine 144, euro 16,00), che già in copertina esprime un impeccabile concetto: “Essere eleganti non è più una questione essenziale. Essere educati, sì”. Naturalmente la base di partenza è nella piena consapevolezza di ciò che nella normale percezione dei comportamenti è mutato in questi anni o decenni. Nella giusta convinzione che in un vivere civile i nostri modi devono potersi basare sul rispetto per gli altri.

 Il libro procede per voci tematiche in ordine alfabetico, da “Abbracci” a “Vita”, alcune delle quali proposte da Mazzoni come interviste alla stessa Sotis che risponde. Tanto per fare qualche esempio, eccoci alla voce “Camminare”: «Dovrebbe esserci una legge che proibisca alle persone di guardare il telefono mentre si cammina: chi cammina al telefono è pericoloso e ineducato». Impeccabile. 

Il "grazie", accompagnato da un sincero sorriso, caratterizza la persona riconoscente e non arrogante. Alla voce “Ignoranza”, troviamo un’osservazione ben condivisibile: «Non è necessario leggere molti libri, per non essere ignoranti. L’unica cosa che serve per annientare  l’ignoranza è la curiosità». Passo a “Lavorare”: «Non si lavora per guadagnare, si lavora per costruire un bene comune». Più a ridosso di un presente quotidiano stretto: “Monopattini”: «Non vanno usati sul marciapiede».

 Il dizionario si diffonde poi come è giusto sul tema “Parole”, con varie osservazioni: «Chi usa la parola chic, promette di non esserlo», o si invita a non usare Salve, per tornare al normale Buongiorno e a uscire da schemi di moda e a soluzioni stereotipate come allucinante o a livello.

E io aggiungerei, per esempio, tipo… E, voce autonoma che appare più avanti: “Resilienza”. Per “Telefono” troviamo un testo di oltre tre pagine, e vista la sua presenza oggi pervasiva, mi sembra cosa ben giusta. Comunque, leggiamo il giusto invito a telefonate brevi quando si è con altri, mentre ci viene detto che non è grave non rispondere a un messaggio o che i cosiddetti vocali si devono usare «solo tra amici». Il libro si chiude con la parola “Vita”, alla quale Lina Sotis risponde direttamente raccontando elementi della sua, di vita, e con un finale di dolce affabilità quotidiana: «Il quartiere è la tua città, la città che tu conosci. Il sorriso del fruttivendolo può essere una fonte di vita. Il “Ciao Lina!” di chi ti dà il caffè ti cambia la giornata». E aggiunge, data la sua non più giovane età: «Siamo noi vecchi che vogliamo ancora inventare il futuro».

 E allora, ciao Lina! E ciao Carlo! E grazie per questa esplorazione in dettagli concreti della nostra realtà reale con l’invito all’autenticità basata su rapporti di umano e civile rispetto di chi ci sta attorno.

 www.avvenire.it

 Lina Sotis, Il nuovo bon ton, ed. Baldini-Castoldi, 2023

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