DI INDIGNAZIONE
Spesso si dice che l’opinione pubblica è indignata.
E magari è anche vero: al mattino.
Alla sera siamo tutti a guardare la partita!
(Indro Montanelli)
Ciò che, invece, si registra di fronte alle palesi ingiustizie della società, alle menzogne pubbliche e alle ipocrisie è, sì, il fuoco di paglia di una protesta solitamente sguaiata. Ma subito dopo si passa o all’acquiescenza o persino all’effettiva connivenza.
Il principio dei panem et circenses non valeva solo per gli antichi romani: ancor oggi basta che uno prometta un’elargizione o cancellazione di tasse e riesca a narcotizzare la massa con qualche sport popolare, che si ha facilmente la caduta di ogni indignazione morale.
Il vantaggio personale, a scapito di quello generale, il corporativismo, la superficialità nei giudizi riescono agevolmente a far dimenticare il bene comune, il senso dello Stato, gli obblighi civici. È per questo che lo sdegno autentico, come fremito della coscienza, è una virtù.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori
Nessun commento:
Posta un commento