luoghi di vita.
All’inizio, uno sguardo
Questo libro
nasce dall’aver incrociato lo sguardo di desiderio di tante donne e tanti
uomini. Il desiderio di un futuro
diverso, fatto di un costante quanto impegnativo esserci l’uno per l’altro. Ci
siamo ogni volta stupiti della forza e della tenacia di quello sguardo.
Abbiamo
chiamato le nostre case “alloggi” e “appartamenti”. Lo sguardo è quello di chi
ha capito che l’uomo abita il mondo, non sta in un appartamento.
Le abbiamo
chiamate così, le nostre case: alloggi e appartamenti.
Ne abbiamo
fatto in questi ultimi cento anni persino un mercato speculativo, enorme.
È in questo
modo che ci siamo separati, è in questo modo che ci siamo ritrovati soli.
Un signore
anziano e ubriaco cerca la chiave di casa
Abbiamo
fatto come quell’anziano signore che a una festa, per tanti motivi, si ubriaca.
Quando la
festa volge al termine, si incammina sbandando verso casa.
Una volta
giunto sulla soglia d’ingresso, si accorge di non trovare più nelle sue tasche
la chiave per aprire la porta. Il
signore, anziano e un po’ ubriaco, torna quindi indietro e si mette a cercare
la chiave sotto un lampione, vicino a casa. Rimane lì per diverse ore, intento nella
ricerca. Dopo parecchio tempo, addirittura, il lampione si spegne, ma lui
prosegue imperterrito a cercare la chiave lì sotto.
A un tratto,
il signore viene notato da due giovani poliziotti di pattuglia, che si
avvicinano domandandogli che cosa sia accaduto. «Ho perso la chiave di casa»,
asserisce l’anziano. Così, uno dei due
gli chiede perché vada cercando la chiave proprio sotto il lampione, e la
risposta convinta del signore è: «Perché qui c’è luce».
Dobbiamo
cercare la chiave da un’altra parte. Come l’anziano, anche noi ci siamo ubriacati.
Lo abbiamo fatto per almeno cent’anni: fuggendo da costrizioni sociali
ataviche, abbiamo trasgredito e goduto della vita.
E, come lui,
anche noi immaginiamo di trovare la chiave sotto la luce del lampione, che
negli anni abbiamo chiamato specializzazione, funzionalismo, efficientamento.
Con chi
vogliamo vivere? Con chi vogliamo ridere? Con chi vogliamo piangere? Con chi
vogliamo morire?
Oggi abbiamo
una grande opportunità, perché con la pandemia questo lampione si è spento e il
buio ci ha mostrato ciò che il riverbero della luce artificiale non ci
permetteva di scorgere: il viso dei due giovani.
Ora,
dobbiamo farci accompagnare, fidandoci delle loro parole: «Forse, la chiave
l’hai persa da un’altra parte». Ammettiamo di essere ubriachi, di non potercela
fare da soli.
Usciamo
dalla pretesa di avere la risposta, condividendo la domanda.
Con chi
vogliamo vivere? Con chi vogliamo ridere? Con chi vogliamo piangere? Con chi
vogliamo morire?
Un nuovo
modo di abitare la vita, i luoghi, la casa: ecco che cosa è urgente e
importante.
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