Nella Giornata per le vittime di mafia,
il messaggio del cardinale Bassetti a Libera
Il presidente della Cei in un messaggio a don
Ciotti, fondatore dell'Associazione che lotta contro la criminalità
organizzata, indica nel martirio di tanti uomini e donne coraggiosi e onesti,
modelli e maestri che ci aiutano a "misurare la nostra verità e coerenza”.
Ai nostri microfoni Don Ciotti: "Il male non è solo di chi lo commette, ma
anche di coloro che sanno, guardano e lasciano fare"
-
di Giancarlo
La Vella
Ricordare chi è stato colpito dalla
violenza della mafia, fenomeno criminale che si esprime ad ampio raggio. La ‘Giornata
della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie’, istituita
in Italia nel 2017 e che ricorre il 21 marzo 2021, è l’occasione per il cardinale
Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente
della Conferenza Episcopale Italiana, di ribadire l’impegno della Chiesa contro
questa piaga. Lo fa attraverso un messaggio a don Luigi Ciotti, che volle
con l’associazione Libera creare una coscienza diffusa per prendere atto di un
fenomeno dalle mille sfaccettature. Protagonista della giornata anche la rete
Avviso Pubblico, raggruppamento di enti locali che concretamente si impegnano
per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.
Un flagello da
fronteggiare
Nel tempo – scrive il cardinale Bassetti –
“le mafie sono molto cambiate. Si sono adattate ai mutamenti sociali, la loro
pervasività è stabilmente planetaria, e si compirebbe un errore se fossero
considerate solo un fenomeno italiano, o solo relegato al nostro meridione. Noi
oggi ricordiamo le vittime di questo flagello, di questa strada di corruzione
che nega in radice il bene comune. Si compie un errore se si associano le mafie
alla sola violenza delle armi. La loro violenza è anche più ampia: si chiama
corruzione. Ricordando i nomi delle persone, il loro martirio, il dolore che le
circonda, e anche il lavoro, il coraggio, l’onestà, l’impegno, le speranze –
continua il porporato – comprendiamo che questi martiri sono nostri modelli,
nostri maestri, ed è a loro che dobbiamo guardare per imprimere in noi stessi
la consapevolezza della gravità di questi fenomeni che divorano le società, in
Italia e all’estero. Questi martiri sono lì a osservarci, a giudicare le nostre
azioni, le nostre intenzioni e le nostre coscienze: sono tutti lì a misurare la
nostra verità e coerenza”.
Con il Papa contro le
mafie
“Papa Francesco – sottolinea il presidente
della Cei – avverte la tragica urgenza in tutto il pianeta, la oscura incidenza
di queste forze nemiche dell’essere umano e del Vangelo”. Bassetti poi ricorda
le parole forti pronunciate dal Pontefice a Sibari, il 21 giugno 2014. “Coloro
che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi – disse
il Santo Padre – non sono in comunione con Dio: sono scomunicati”. E’ dunque
opportuno, questa l’esortazione del cardinale agli amici di Libera, “impegnarci
quotidianamente per eliminare ogni brandello di equivoco, in primo luogo per
seguire il Vangelo, onorare le nostre vittime, i nostri martiri, e per
sostenere chi, sul campo, combatte per una società più giusta e libera,
affinché vi sia un concreto sviluppo umano integrale”. E tra le vittime di
questa insensata violenza, un ricordo particolare va a Rosario Livatino, il
magistrato ucciso dalla mafia, affinché “illumini e motivi le nostre coscienze”.
Le cause della
criminalità organizzata
Riprendendo l’enciclica “Fratelli tutti”,
poi si evidenziano le cause del proliferare del fenomeno mafioso, laddove il
Papa scrive: “La solitudine, le paure e l’insicurezza di tante persone, che si
sentono abbandonate dal sistema, fanno sì che si vada creando un terreno
fertile per le mafie. Queste infatti si impongono, presentandosi come
‘protettrici’ dei dimenticati, spesso mediante vari tipi di aiuto, mentre
perseguono i loro interessi criminali”.
Non perdere la
speranza
Di fronte alle infiltrazioni dei mafiosi
nel tessuto sociale – afferma il cardinale Bassetti – “non possiamo rischiare
di farci avvelenare dai loro frutti cattivi, ecco perché dobbiamo dare forza ai
corpi intermedi come Libera, i quali formano l’architrave della democrazia”.
L’impegno deve essere costante e chiaro, nel ricordo dei martiri e dei loro
cari, nella consapevolezza che le mafie prosperano lì dove c’è corruzione,
inefficienza ed ambiguità. Dobbiamo muoverci concretamente, tutti assieme,
conclude il messaggio, per sostenere il Santo Padre contro coloro che
calpestano lo stesso messaggio evangelico per fondare le loro identità. In
vista della Santa Pasqua – sottolinea infine Bassetti – durante la quale alla
sofferenza per la salute e per i troppi defunti, si associa l’ansia e il dolore
della attuale crisi economica, “sentiamo i segni della Passione del Cristo, ma
uniti potremo tornare a sperare secondo la Sua volontà che ha redento il mondo,
contro le forze del male”.
Don Ciotti: non
dimenticare le vittime delle mafie
Sono più di mille le vittime innocenti
delle mafie, e di queste 96 sono donne e 112 minori. “E’ fondamentale ricordare
queste persone, renderle vive nel nostro ricordo – dice il presidente di
Libera, don Luigi Ciotti nell'intervista di Alessandro Guarasci -
"C'e' il rischio di una normalizzazione della mafia, non possiamo
permetterlo. Siamo qui per fare in modo che questo non accada. Ricordiamoci che
il volume di affari illegali delle mafie e' stimato intorno ai 220 miliardi. Il
male non è solo di chi lo commette, ma anche di coloro che sanno, guardano e
lasciano fare”
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