Francesco: difendiamo la famiglia da ciò che ne compromette la bellezza
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Con franchezza e tenerezza
Amoris laetitia, riafferma
il Papa, “ha tracciato l’inizio di un cammino cercando di incoraggiare un nuovo
approccio pastorale nei confronti della realtà familiare”. Un documento che ha
cercato “uno sguardo nuovo” “in un tempo e in una cultura profondamente
mutati”, in cui custodire “la bellezza della famiglia” non può essere disgiunto
dal prendersene cura. E “il cuore di ogni pastorale familiare”, indica subito,
brilla proprio in questi due aspetti: la “franchezza dell’annuncio evangelico”
e la “tenerezza dell’accompagnamento”.
La dottrina e la “carne” della vita
Il Papa si sposta sulle due sponde del ragionamento. Da un
lato c’è l’importanza della “Parola sempre nuova del Vangelo da cui ogni
dottrina, anche quella sulla famiglia, può prendere forma”. Una “Parola
esigente, che vuole liberare le relazioni umane dalle schiavitù che spesso ne
deturpano il volto e le rendono instabili”. Francesco ne fa un rapido elenco:
la “dittatura delle emozioni, l’esaltazione del provvisorio che scoraggia gli
impegni per tutta la vita, il predominio dell’individualismo, la paura del
futuro”. Sull’altro versante, c’è la Chiesa che, “come lo è stato il suo
Maestro” è chiamata a incarnarsi, a immergersi “nella vita reale, conoscendo da
vicino le fatiche quotidiane degli sposi e dei genitori”. Questo perché,
avverte il Papa, un Vangelo “che si proponesse come dottrina calata dall’alto e
non entrasse nella ‘carne di questa quotidianità rischierebbe di restare una
bella teoria e, talvolta, di essere vissuto come un obbligo morale”.
Grammatica di una bellezza
Al contrario, Francesco invita “ad accompagnare, ad
ascoltare, a benedire il cammino delle famiglie” , come “per dire ai coniugi:
la Chiesa è con voi, il Signore vi è vicino, vogliamo aiutarvi a custodire il
dono che avete ricevuto”. È in questo modo, dice il Papa, che la Chiesa
“ribadisce agli sposi cristiani il valore del matrimonio come progetto di Dio,
come frutto della sua Grazia e come chiamata da vivere con totalità, fedeltà e
gratuità”. E questa, assicura, “è la via perché le relazioni, pur attraverso un
cammino segnato da fallimenti, cadute e cambiamenti, si aprano alla pienezza
della gioia e della realizzazione umana e diventino lievito di fraternità e di
amore nella società”. Una esperienza con una sua “grammatica”, un “linguaggio
fatto non solo di parole, ma anche di modi di essere, di come parliamo, degli
sguardi, dei gesti, dei tempi e degli spazi” tipici della dinamica familiare.
Famiglia, garanzia di fraternità
E proprio per restare aderente alla realtà, Francesco tiene
gli occhi sullo scenario contingente, in cui la pandemia pur avendo causato
“tanti disagi di ordine psicologico, oltre che economico e sanitario” e aver
“duramente provati” i legami familiari, tuttavia individua in questi ultimi “il
punto di riferimento più saldo, il sostegno più forte, il presidio
insostituibile per la tenuta dell’intera comunità umana e sociale”.
“Sosteniamo, dunque, la famiglia!” è l’appello finale del Papa. “Difendiamola –
chiede – da ciò che ne compromette la bellezza. Accostiamoci a questo mistero d’amore
con stupore, con discrezione e tenerezza. E impegniamoci a custodire i suoi
preziosi e delicati legami: figli, genitori, nonni… C’è bisogno di questi
legami per vivere e per vivere bene, per rendere l’umanità più fraterna”.
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