(Papa Francesco)
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In tempi di pandemia si è compreso quanto sia preziosa l'acqua per
le nostre vite. Lavarsi le mani è fondamentale per contenere la diffusione del
Covid-19 e di molte altre malattie infettive. Eppure quasi tre miliardi di
persone in tutto il mondo non hanno questa possibilità. Una persona su tre,
secondo i dati dell'Onu diffusi oggi nella Giornata mondiale
dell'acqua, non ha infatti accesso all'acqua pulita e la situazione
peggiorerà, senza interventi efficaci, tanto che si stima che entro il 2050
saranno 5,7 miliardi a vivere in zone con carenza idrica per almeno un mese
all'anno.
Oltre due miliardi di persone al mondo vivono in paesi con
problemi di approvvigionamento idrico. Quattro miliardi di persone vivono in
aree che soffrono di grave carenza d'acqua almeno un mese all'anno. Circa 1,6
miliardi di persone hanno a che fare con una scarsità d'acqua "economica":
l'acqua sarebbe fisicamente disponibile, ma mancano le infrastrutture per farla
arrivare alle persone, osserva l'Onu. La capacità di stoccaggio dell'acqua
negli invasi si riduce dell'1% ogni anno, per l'aumento della popolazione e i
sedimenti nei depositi. L'utilizzo di acqua potabile continua a crescere
dell'1% l'anno dal 1980. L'agricoltura impiega in media il 69% dell'acqua dolce
per usi umani (in alcuni paesi questa percentuale sale al 95%). L'industria
assorbe il 19%, le città il 12%. Nel periodo fra il 2009 e il 2019, la siccità
ha colpito 100 milioni di persone al mondo, uccidendone 2000 e causando 100
miliardi di dollari di perdite. La Banca Mondiale stima che le regioni affette
da carenza d'acqua possano vedere calare il loro Pil del 6% al 2050.
Dare l'accesso all'acqua potabile a 140 stati a medio e basso
reddito entro il 2030 (l'obiettivo 6 dell'Agenda 2030 dell'Onu sulla
sostenibilità) costerebbe 114 miliardi di dollari all'anno nei prossimi dieci
anni. E' quanto si legge nel "Rapporto mondiale sullo sviluppo dell'acqua
2021" dell'Onu, diffuso oggi in occasione della Giornata Mondiale
dell'Acqua.
La situazione nel complesso è aggravata dall'aumento degli
eventi meteorologici estremi che hanno causato oltre il 90 per cento dei grandi
disastri nell'ultimo decennio. Inoltre, entro il 2040, la domanda globale di
energia dovrebbe aumentare di oltre il 25% e la domanda di acqua crescere di
oltre il 50%. Dunque, secondo gli esperti, è necessario limitare il
riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli
preindustriali, per ridurre del 50% lo stress idrico indotto dal clima. Ciò
potrebbe salvare la vita di oltre 360.000 neonati ogni anno.
L'Onu invita quindi a riflettere sul significato e sul vero
valore di questa risorsa vitale per imparare a proteggerla meglio. ''Il valore
dell'acqua supera di gran lunga il suo prezzo, è un valore incalcolabile per la
nostra casa, la cultura, la salute, l'istruzione, l'economia o l'integrità del
nostro ambiente naturale. Se trascuriamo anche uno di questi aspetti, rischiamo
di gestire male questa risorsa limitata che è insostituibile'' aggiunge
l'Organizzazione delle Nazioni unite.
"L'acqua è un bene universale, di difficile accesso per più di due
miliardi di persone nel Pianeta. È un problema globale che deve investirci come
decisori politici e come singoli cittadini" rileva il ministro della
Transizione Ecologica Roberto Cingolani, ricordando che "l'acqua è un bene
che va preservato a tutti i livelli, a cominciare dalla rete idrica che nel
nostro Paese disperde il 42% dell'acqua erogata". "La Transizione
ecologica deve migliorare e proteggere le nostre risorse idriche" prosegue
Cingolani spiegando che "con il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e
resilienza) stiamo lavorando su questa tematica, per mettere in sicurezza
l'infrastruttura, i bacini idrici e gli alvei naturali". "L'oro blu,
come viene definito - conclude il ministro - deve diventare un bene accessibile
a tutti, in particolare ai Paesi del sud del mondo che ne soffrono la scarsità".
Quella dell'acqua pubblica è una questione
"fondamentale. Il Parlamento deve varare una legge e stabilire principi
certi in base al referendum ed al senso degli italiani perché ci sia una
gestione completamente pubblica" ha detto il presidente della Camera
Roberto Fico. "La Giornata mondiale dell'acqua ricorda alle
istituzioni di tutto il mondo la necessità di preservare una risorsa che sta
diventando sempre più scarsa. L'accesso all'acqua costituisce un diritto
fondamentale per tutelare la salute e assicurare il rispetto della dignità di
esseri umani" afferma il presidente della Camera in un videomessaggio
diffuso per la Giornata mondiale dell'Acqua. Oltre alla necessità di "far
comprendere che l'acqua non è una risorsa inesauribile", Fico sostiene che
"il tempo a nostra disposizione è finito: occorre una riconversione
radicale in senso sostenibile dei modelli di sviluppo. Una riconversione che
deve essere realizzata attraverso una strategia a 360 gradi e politiche mirate,
ma che deve essere accompagnata anche da un cambiamento dei comportamenti
individuali di ciascuno di noi. Esiste poi il tema del quadro normativo nel
nostro Paese: con le proposte di legge bloccate da tempo nelle commissioni
competenti. Nel rispetto delle differenze dei punti di vista sono convinto serva
uno sforzo comune per definire un perimetro che realizzi pienamente il
principio dell'acqua pubblica". Il presidente della Camera chiede anche di
"investire risorse sulle infrastrutture idriche". "Mi auguro che
si proceda in questa direzione. Ma è importante che questo avvenga nell'ambito
di una gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrato dell'acqua, in
grado di garantirne un accesso universale, sostenibile e solidale. E in questa
prospettiva il Piano nazionale di ripresa e resilienza potrà imprimere una vera
e propria svolta, quella di cui abbiamo bisogno", conclude.
"Sono passati ormai dieci anni dal referendum popolare
sull'acqua pubblica del 2011 con cui ben il 57% dei cittadini italiani che si
recarono alle urne decretarono con oltre il 95% dei sì la vittoria dell'Acqua
Bene Comune e lo stop alla mercificazione e alla gestione da parte dei privati
di questa risorsa vitale per persone ed ecosistemi. Non è ammissibile che ad
oggi quel risultato storico per la democrazia diretta e i Beni Comuni rimanga
ancora disatteso, anche nella nostra regione" scrive la neo assessora alla
transizione ecologica del Lazio, Roberta Lombardi (M5s). "Per questo
m'impegno a riprendere il dossier sull'acqua pubblica, con tutti i relativi
provvedimenti il cui iter sembrerebbe arenatosi in questi anni, e a portarlo al
tavolo della Giunta affinché si possa uscire finalmente da questa fase di
stallo e vedere applicata la volontà popolare espressa dall'esito referendario.
Confido nel fatto che anche tutti gli altri assessori, a prescindere dalla loro
competenza in materia, sposino questa battaglia di civiltà e di amore per lo
sviluppo sostenibile e la democrazia", assicura.
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