sabato 19 luglio 2025

IL CIELO IN UNA CLASSE

 

Il cielo in una classe”: intervista a Sarah Marie Chigioni, quando l’insegnamento diventa un atto d’amore

L’insegnamento come atto d’amore, la musica come strumento di ascolto, la fede come guida silenziosa: in Il cielo in una classeSarah Marie Chigioni apre le porte della sua esperienza come docente di musica, raccontando emozioni, sfide e piccoli miracoli quotidiani. Un’intervista intima che ci accompagna tra le righe del suo diario, dove ogni nota e ogni parola diventano occasione per crescere, credere e riscoprire la bellezza di educare.

Da dove nasce l’idea di scrivere un diario della sua esperienza come insegnante di musica?

Tenere un diario è una cosa che ho fatto fin da piccola perché ho sempre amato il potere delle parole. Amo molto parlare e scrivere è stato il passaggio successivo e naturale. Ho iniziato a scrivere i miei aneddoti scolastici inizialmente come lunghi messaggi e piccole riflessioni per i miei colleghi, poi è arrivata la collaborazione con la rivista online Donna Cattolica e da lì la voglia di organizzare i pensieri in un’unica raccolta.

Qual è stato l’episodio in classe che più l’ha segnata come educatrice?

Ci sarebbero mille ricordi, dalle mani appiccicaticce che ti tengono ancorata, agli occhi che si illuminano quando si lasciano guardare dentro. Difficile sceglierne uno ma forse tra i momenti che più mi hanno segnato vi è stata l’urgenza, durante le restrizioni in pandemia, dell’essere presenti e vivi, quotidianamente a cercare di trasudare una certezza che in fondo non si ha. Una palestra dello stare saldamente.

In che modo la sua formazione musicale ha influenzato il suo approccio all’insegnamento?

Questa è una risposta molto semplice da dare, perché sono una docente di musica. Si è soliti pensare che la formazione musicale renda facile il creare, suonare, riprodurre… quando la realtà dei fatti è che insegna a porsi in ascolto analitico, attivo, e al valore del silenzio.

Che ruolo ha la fede nel suo modo di vivere la professione docente?

Sono un po’ l’anti-Tommaso, che per credere ha avuto bisogno di vedere. Io ho imparato vedere perché ho creduto.

Cosa spera che i lettori portino con sé dopo aver letto “Il cielo in una classe”?

Questo mio libretto è pensato soprattutto per condividere, non certo per elargire grandi verità: attraversano le nostre vite centinaia di ragazzi, che in qualche modo ci diventano figli, siano generati da noi o no. Spero che chi mi legge sia genitore, sia insegnante e sia figlio e che possa cogliere tra le righe una chiave di lettura personale. “Perché, quando capisci che ciò  che studi parla di te, può essere galvanizzante, forza motrice, un sasso nello stagno.”

Sarah Marie Chigioni, IL CIELO IN UNA CLASSE, ed. Uomo Vivo

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