sabato 19 luglio 2025

MARTA E MARIA


 -20 luglio 2025-

 XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C 

Genesi 18, 1-10a Salmo 14 Colossesi 1, 24-28 Luca 10, 38-42 38 

  • "In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39 Ella aveva una sorella di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40 Marta, invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non ti importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».41 Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42 ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»

L’introduzione "mentre erano in cammino…" colloca l’episodio di Marta e Maria nel “viaggio” intrapreso da Gesù (da Lc 9,51 a 19,45-48) verso Gerusalemme per affrontare l’istituzione religiosa.

Durante questo “viaggio” Luca ci presenta Gesù che affronta tante situazioni di Vita per formare tutti coloro che desiderano diventare suoi discepoli secondo il suo spirito. Collocare Marta e Maria nel contesto proprio è importantissimo per sfuggire alle interpretazioni stereotipe (ospitalità-vita attiva-vita contemplativa) tramandate fino ai nostri giorni. Gesù è fermamente deciso ad intraprendere questo viaggio perché come profeta carismatico ebreo sente l’urgenza di far riscoprire il vero cuore della Torah, deformato dal groviglio di leggi elaborate dall’apparato religioso: la Torah, da dono di amore di Dio per l’uomo, spesso è stata trasformata in una sorte di gabbia imposta come bavaglio e strumento di espiazione per la redenzione degli uomini, trasformati in schiavi di Dio e dell’istituzione religiosa. Mentre lo “Shemà Israel = Ascolta Israele” già evidenziava un rapporto fondato sull’ascolto/accoglienza/ospitalità di un dono per riscoprire la massima gratuità dell’Amore di Dio, per Gesù, oltre tutto questo, sarà fondamentale un completamento che contempli un rapporto, esclusivamente filiale, attraverso il quale si possa assomigliare all’amore di un Dio, esclusivamente Padre. Marta, l’osservante/diaconessa per Legge; Maria, discepola capace di ascolto/accoglienza/ospitalità e diaconessa per scelta di amore, libera e responsabile, protesa ad assomigliare all’amore di un Dio-Padre: è tutto ciò che vogliamo scoprire…

 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Gesù (“egli”), mentre i discepoli (“essi”) erano in cammino, entra in un villaggio (“villaggio”, roccaforte del fanatismo, simbolo di una mentalità chiusa, dove predomina una determinata ideologia comune a tutti quelli che vi abitano). Il villaggio, a differenza di Marta e di Maria, non ha nome. Viene così sottolineato il realismo della situazione descritta attraverso Marta e Maria personaggi reali (hanno un nome), a scapito di un’ipotetica situazione storica. Solo Gesù entra in esso. Luca precisa che qualche personaggio o gruppo aveva già fatto qualcosa di simile: “… egli entrò in un villaggio”. Quando conosceremo il contenuto della pericope, potremo identificare questa situazione del passato. «Una donna, di nome Marta…», Marta è un personaggio rappresentativo («una») e reale («di nome Marta»). A differenza dei samaritani che non “accolsero” (Lc 9,53) Gesù perché i discepoli li avevano prevenuti contro di lui, Marta lo «accoglie» in qualità di discepola. Vedremo in seguito come. Marta in aramaico significa “signora” e come signora della sua casa accoglie Gesù. Insieme con Maria formano la loro comunità/famiglia (“due”, minima espressione comunitaria, e “sorella”, sottolineano rapporti di intimità e affetto). Per questo Luca non ha fatto entrare i discepoli (rappresentanza maschile) in questo villaggio; per poter descrivere il gruppo di Gesù nella sua componente femminile. Nemmeno in questo caso la comunità sarà omogenea (ricordiamo la descrizione del gruppo di Gesù mediante i Dodici e i Settanta, da una parte, o i Dodici e le Tre E a questa era (una) sorella chiamata Mariam, che essendosi seduta presso i piedi del Signore ascoltava la parola di lui. Ella aveva una sorella di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta ha anche una sorella: Maria. Di quest’ultima viene precisato che “seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola “seduta”, come un discepolo davanti al maestro, in ascolto attento del messaggio di Gesù; diversamente lo accoglie Marta. - Invece Marta era occupata per (il) molto servizio. Essendo venuta allora disse: Signore, non importa a te che la sorella di me sola me lasci a servire? Di’ dunque a lei che a me venga in aiuto. Marta, invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non ti importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

 Ora Luca precisa che: “Marta, invece, era…”. In sé, la diaconia, cioè il servizio fatto agli altri, tipico della comunità di Gesù, non è negativo; tutto dipende dallo spirito con cui viene svolto. Nel presente contesto la diaconia è negativa ed equivale alle “faccende casalinghe”, secondo la lettera e, secondo lo spirito, “al compimento del dovere” spinto fino alla sua espressione estrema. L’accento è posto sul fare perché comandato dalla Legge, mentre nel caso di Maria è posto sulla scelta libera di ascoltare la novità del messaggio di Gesù. Marta è talmente sicura di sé (della sua Legge) che è pronta a giudicare il comportamento degli altri, come ogni persona osservante, che non si tira indietro di fronte alla situazione e affronta Gesù: «Signore, non ti importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Lo zelo della fedele osservante della Legge la spinge a coinvolgere il “Signore”, perché faccia più attenzione e usi il suo ascendente per far osservare la Legge. L’imperativo «Dille dunque che mi aiuti» tradisce l’ascendente che pretende di avere su Gesù. Invece del «messaggio/parola/buona notizia», Gesù deve inculcare la Legge! Marta si sente autorizzata ad ottenere. La Legge infatti risveglia in chi la osserva l’istinto di possesso (mia sorella-mi abbia lasciata sola-mi aiuti). ( Rispondendo allora disse a lei il Signore: Marta, Marta, ti preoccupi e ti agiti intorno a molte cose, Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, una (sola) ma è necessaria: Mariam infatti la buona parte ha scelto che non sarà tolta a lei. ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Gesù risponde alla recriminazione di Marta con un monito severo (ripetizione del nome al vocativo): «Marta, Marta». Marta è decisa: vuole dominare tutto. 

 Marta, che è sostenitrice dell’osservanza scrupolosa della Legge, vuole essere fedele e vuole imporre questa fedeltà a Gesù e a sua sorella. Per Gesù tutto è secondario, eccetto l’ascolto attento del messaggio e la sua accoglienza «Maria ha scelto la parte migliore…». Marta aveva scelto la parte che le dava più sicurezze, cioè l’eredità dell’Antico Testamento compendiata nella Legge mosaica; Maria, invece, che si trovava anch’essa nel “villaggio”, ha scelto «la parte migliore», che nessuno potrà toglierle, perché non si esprime attraverso simboli esterni, come la casa, le terre, l’osservanza legale, ecc., ma è un patrimonio interiore della persona (la libertà). Gesù, come anticamente Giosuè (=Gesù, in greco), è entrato «… nel villaggio», in viaggio verso la terra promessa, che ha come meta Gerusalemme.

Mentre Marta ha preso possesso della terra/casa, come le tribù di Ruben, Gad e mezza tribù di Manasse, che ereditarono territori della Transgiordania (cfr. Nm. 32; Gs 13), Maria, come la tribù di Levi, ha come unica eredità il Signore (cfr. Gs 13,14). Maria, quindi, vive nel «villaggio», ma senza condividere l’ideologia che vi domina. 

Riflessioni…  Lo Sposo è in cammino. Sta per arrivare. E questa volta è una donna-vergine che lo invita ed ospita. Donna da mille risorse, che sa svolgere relazioni, governare e prendere iniziative: imprenditrice di sé e della sua casa-azienda.  Ella svolge trattative alla pari con il Signore: pone problemi di giustizia, di eguaglianza, di opportunità e di convenienza. È un’esperta del libro della legge e delle sue parti componenti. Sa porre questioni, propone soluzioni, e a suo modo avvia ricomposizioni giuridiche. Come ogni buon giurista, di fronte a Dio, allora, ora e forse sempre…  E prospetta la sua lezione al Signore-Maestro: Tutto nella Legge, niente fuori della Legge. Come, Tutto nello Stato, niente fuori dello Stato. Perché il giusto/diritto è e fa parte della legge. E Marta è l’ortodossa catechista della Legge, quella antica, meno di quella nuova dell’Amore senza condizioni. Ma l’imprevisto, la carità, l’emergenza e l’urgenza, la solidarietà, la condivisione, gli ultimi, gli stranieri, gli altri, non contemplati nei codici e nelle circolari applicative, dove trovano spazio vitale?  Marta ha osservato tutte le prescrizioni dell’ospitalità. Avrà offerto l’acqua di purificazione, avrà dato il saluto di accoglienza secondo la vigente ritualità, ed ora pretende giustizia dal Signore-ospite della sua casa, anzi riconoscenza. E la sua esistenza prosegue tra corretti rapporti di parentela e di relazioni sociali. Ma le è carente l’Amore, che si compiace dell’altrui bene.  A una diaconia rituale il Signore contrappone messaggi-proposte di salvezza, di autenticità, di originalità, connotati da nuovi stili di vita: capacità di ascolto, disponibilità per la ricerca che pone e scioglie dubbi, che sollecita interrogativi. Come Maria seduta ai piedi ed è attenta all’ascolto, e pone domande senza imporre soluzioni, oltre i dubbi per la ricerca. E attende risposte.  Maria è dunque alla ricerca di quell’unica cosa di cui c’è bisogno: il senso dell’esistenza, il valore della relazione, un colore dominante che ravviva i grigiori della vita. E pertanto ascolta, medita ed accoglie proposte, per assimilarle e farne parte di sé.  Tanti perché disciolti, oltre i numerosi e transitori relativismi, possono offrire luce per interpretare, sostegno per continuare a sperare, aiuti per condividere l’esistenza, interventi per rendere vivibili e gioiosi gli incontri tra gli uomini. I messaggi del Maestro di Maria e di Marta che transitano su onde di un’intelligenza libera aiutano a sciogliere dubbi e propongono umane soluzioni.

 Sono proposte di amori universali, vissuti e accolti tra mani innocenti e cuori puri.

Alzogliocchiversoilcielo


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