Nel videomessaggio per il secondo Meeting sulla bellezza del
creato, in corso ad Assisi, il segretario di Stato Vaticano ricorda il dovere
di tutelare e garantire la continuità della fertilità della Terra per le
generazioni future
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di Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Tutto
quello che è stato creato va riconosciuto, curato e tutelato, valorizzato e
coltivato. Solo tramite la gratitudine per il Creato possiamo concepirlo come
dono. Solo tramite il riconoscimento del dono che ci è stato fatto, ci verrà
spontaneo prendercene cura”. È quanto sottolinea il segretario di Stato,
cardinale Pietro Parolin, nel videomessaggio in occasione della seconda
edizione del Meeting nazionale Bellezza del Creato, promosso dalla
Fondazione Sorella Natura in programma il 25 e il 26 novembre a Montefalco e ad
Assisi. Nella terra di San Francesco, l’Umbria, “spiritualità e storia si
fondono”: “È in questi luoghi - ricorda il cardinale Parolin - che il Santo di
Assisi riconosce la bellezza e il valore di ciò che ci circonda ogni giorno: il
sole, la luna, le stelle, il vento, l’acqua, il fuoco, la Terra con i suoi
frutti e tutte le creature che condividono questa Casa”.
L’impegno
della Santa Sede
“La
Santa Sede - sottolinea nel videomessaggio - è continuamente impegnata
attraverso diverse iniziative a diversi livelli per concretizzare queste
importanti azioni, non solo di rispetto, ma soprattutto di amore nei confronti
del Creatore”. Tra i passi più recenti, il porporato ricorda “l’adesione alla
Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e all’Accordo
di Parigi da parte della Santa Sede, in nome e per conto dello Stato della
Città del Vaticano”. “Questi documenti giuridici internazionali sono entrati in
vigore in un giorno particolare: il 4 ottobre 2022, il giorno dedicato a San
Francesco”.
Agire
con urgenza, responsabilità, solidarietà
Il
cardinale ricorda poi che oltre agli impegni già precedentemente portati
avanti, la partecipazione della Santa Sede alla Convenzione-Quadro delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici “rappresenta un tassello significativo
per la cura della Casa comune, anche a livello multilaterale, per condividere e
rafforzare l’impegno internazionale volto a fronteggiare il cambiamento
climatico, un problema serio da affrontare ora e in futuro”. Si tratta di una
sfida complessa, “come mostrano gli esiti della recente Cop27 svoltasi a Sharm
el-Sheikh, che richiede il coinvolgimento di tutti nell’agire con un chiaro
orientamento animato da un senso di urgenza, responsabilità e solidarietà”.
Serve
una conversione comunitaria
“La
bellezza che ci circonda è immensa: pensiamo al patrimonio ambientale, storico
e culturale”. La conversione individuale, aggiunge Parolin, deve essere
accompagnata da una conversione comunitaria: “abbiamo la responsabilità di
custodire e coltivare la nostra Casa comune”; è nostro il “dovere di tutelarla
e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future”. “La
bellezza che abbiamo intorno svanirà se non ce ne prendiamo cura, privandone
così i giovani di oggi e di domani, i quali non potrebbero mai vederla”. Dal
porporato giunge infine un appello all’azione e alla collaborazione: “Auspico
fortemente che questo motivo di incontro generi una riflessione sul
riconoscimento della bellezza del Creato che ci circonda, e che da questo
derivi un’azione concreta e responsabile per la sua tutela e la sua
promozione”.
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