Diffidenza: il virus che rende tristi e soli
Le metastasi che danneggiano società, associazioni e democrazia
L’80 per cento degli italiani sono convinti che “bisogna stare molto attenti nei confronti degli altri”.
E la diffidenza continua a crescere in una società insicura e rancorosa. I consigli per scansarla
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di ANTONIO GALDO
Cause
della diffidenza verso gli altri
Antonio
de Curtis, principe della risata, ne era convinto: “La diffidenza rende tristi
“. E certamente Totò non sbagliava su un argomento rispetto al quale poteva
presentare il conto e l’esperienza del suo immenso talento di attore comico. La
diffidenza, un atteggiamento che mescola timore e mancanza di fiducia,
scetticismo e pregiudizi, spegne la luce anche del nostro corpo, e si
manifesta, in una forma di somatizzazione, con lo sguardo triste, malinconico,
la cicatrice di una sconfitta.
Ognuno
di noi ha tanti precedenti nella vita da poter scrivere un diario sui
tradimenti, le delusioni, i rimpianti, che portano dritti a trasformare la
diffidenza in una compagna di vita. Un’ombra. Ma ognuno di noi, se riavvolge il
film con uno sguardo più aperto, ha anche tanti ricordi di persone che hanno
dimostrato, magari in modo inaspettato, qualità e sentimenti straordinari.
Uomini e donne che guardavamo con molta cautela e ci hanno sorpreso per il loro
valore.
CHE
COSA È LA DIFFIDENZA?
Ma
perché sta aumentando tanto il tasso di diffidenza? Quali tossine e sprechi si
porta dietro questo stato d’animo così scuro? E ancora: è possibile ribellarsi
alla propria diffidenza, uscire dalla gabbia che ha costruito attorno alla
nostra personalità? Un caso tipico che contiene insieme tutte queste domande è
la diffusa diffidenza verso i vaccini, in generale, e in particolare contro il
vaccino per il Covid-19. Le evidenza scientifiche che ne mettono in luce la
necessità non bastano. I risultati, in termini di vite umane salvate, vanno in
secondo piano. La realtà viene negata. Tutto sotto lo stimolo della diffidenza,
facile da alimentare con infondate suggestioni che toccano le corde delle
nostre paure e delle nostra fragilità. Da qui l’ampiezza, anche in Italia, del
variegato popolo dei No Vax.
PERCHÉ
SI DIVENTA DIFFIDENTI?
Quasi
l’80 per cento di noi (il 77 per cento per essere precisi) degli italiani sono
convinti che “bisogna stare molto attenti nei confronti degli altri” e solo il
21 per cento pensa che “la gran parte degli altri è degna di fiducia”. Da
notare, per completare la statistica, che le donne sono ancora più diffidenti
degli uomini.
CAUSE
DELLA DIFFIDENZA VERSO GLI ALTRI
Per
rispondere alle domande che poniamo a tutta la comunità di Non sprecare,
proviamo prima a definire la diffidenza, a renderla attuale nell’era
dell’incertezza, del rancore e dell’insicurezza. Si tratta di un sentimento che
si può definire attraverso due sguardi, entrambi piuttosto torvi. Da un lato
c’è la mancanza di fiducia, il sentirsi poco rassicurato dall’altro, da ciò che
fa, dice e pensa; dall’altro versante una somma di timori, sospetti e paure di
essere ingannati. Sommate questi due sguardi e avrete una persona buia, che fa
fatica a guardarvi dritto negli occhi, ad alto rischio solitudine. Una persona
più anziana della sua età, tendenzialmente lamentosa, poco aperta alle
relazioni. Ecco quindi che la diffidenza, specie se portata oltre la soglia
fisiologica dell’uomo che ha sempre qualche precauzione da mettere giustamente
sul tavolo della vita, semina i suoi veleni. L’esistenza si appesantisce,
diventiamo stressati, irascibili. Rinunciamo a priori alla possibilità di nuovi
rapporti e nuove relazioni, e mettiamo più facilmente in discussione quelle che
già abbiamo in qualche modo consolidato. Così la diffidenza ci porta allo
spreco di pezzi non proprio marginali di una buona qualità della vita.
MOTIVI
SFIDUCIA NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI
Per
darvi un’idea più completa di questa deriva, molto poco sostenibile rispetto
agli stili di vita che noi auspichiamo, vi racconto “l’effetto panchina”.
Ovvero, i risultati di una ricerca, realizzata da Web Opinion Analytics che,
nell’esaminare i nostri atteggiamenti in materia di socializzazione, ha
compilato una statistica a proposito di uomini e panchine. Che cosa succede
quando siamo seduti su una panchina e arriva una persona che prende posto al
nostro fianco, oppure siede sulla panchina accanto alla nostra (tutte cose
frequenti, per esempio, in un giardino o in un parco pubblico): questo è lo
scopo dell’analisi.
PERCHÉ
SIAMO DIFFIDENTI VERSO GLI ALTRI?
Bene,
diciamo che in questo (non) contatto trionfa la diffidenza. Oltre il 40 per
cento delle persone interpellate hanno dichiarato di essere interessate ad
avere un contatto, semplicemente con la parola, con la persona seduta accanto,
sulla stessa panchina. Ma poi, alla resa dei conti, 8 persone su 10 che si trovano
in questa situazione, non fanno altro che ignorare, evitare e allontanare
l’altro. Non vederlo. E preferiscono socializzare solo esclusivamente
attraverso i social. Tra la possibilità di avere una relazione via chat e
quella di fare una conoscenza fisica stando seduti su una panchina e
avvinandosi all’altro, scelgono sempre la prima soluzione. Mai la seconda,
fatta di contatto fisico e non virtuale.
COME
COMPORTARSI CON UNA PERSONA DIFFIDENTE?
Visto
che siamo circondati dai diffidenti, cerchiamo di prendere alcune contromisure
nei loro confronti, specie se vogliamo salvare la qualità del nostro rapporto
umano. Non sfidiamoli, non provochiamoli, non mettiamoli nella condizione di
sentirsi in un angolo. E diamogli spazio e fiducia. Questo significa, per
esempio, non imbarcarsi in discussioni troppo divisive, che possono facilmente
degenerare verso lo scontro, e restare su temi generici, anche a costo di
rinunciare a qualche utile approfondimento. Non insistiamo con i nostri
argomenti, ma restiamo autentici, leali e trasparenti. Sono sempre le armi
migliori per relazionarsi con le persone complesse, e alla lunga premiano.
Cerchiamo di essere cortesi, gentili, ma senza esagerare, altrimenti il gioco
diventa scoperto e la persona diffidente tenderà a chiudersi a riccio. Così
come è meglio evitare troppi complimenti, in forma barocca. Insospettiscono
anche le persone ispirate dalla fiducia.
COME
SUPERARE LA DIFFIDENZA
Lasciamo
al mestiere dello psicologo l’approfondimento di un atteggiamento così chiuso,
e prendiamo atto che nell’isolamento, alimentato dalla diffidenza e anche dalla
dilagante comunicazione umana via Internet, finiamo per sprecare amori,
passioni, interessi. Curiosità. Troppa roba per non reagire, anche perché i più
colpiti dalla nostra diffidenza potrebbero essere proprio donne e uomini ai
quali, per diversi motivi, siamo più legati. Scriveva lo scrittore e filosofo
François de La Rochefoucauld: “E’ più vergognoso diffidare degli amici che
essere ingannato da loro”. Diffidare degli amici, quindi, è davvero un modo
perfetto per perderli, in una lenta agonia di sospetti e paure.
CONSIGLI
PER SUPERARE LA DIFFIDENZA
Per
reagire all’urto, talvolta naturale, della diffidenza, si possono provare tante
strade, tante piccole soluzioni, anche di banale buonsenso. Ma preziose ed
efficaci. Per esempio: sciogliere la parte più velenosa della diffidenza (la
somma di timori, sospetti e paure) nel dolce liquido dell’ironia, della
leggerezza, della risata contagiosa. Sdrammatizzare questo stato d’animo buio,
proprio mentre incalza. In secondo luogo, più riusciamo ad approfondire una
relazione, ad avvicinarci all’altro, a capirne spigoli e angoli, meno rischiamo
di scivolare nella zona grigia della diffidenza. L’apertura della testa, in
questo caso, può diventare parallela all’apertura del cuore. Infine, non
dimenticate mai il malessere che arriva dalla diffidenza. È un danno alla
salute, oltre che una perdita di sentimenti ed emozioni di segno più. E allora,
se ci tenete al vostro benessere, invece che all’ennesima dieta a tavola,
pensate a come digerire bene qualche mal di pancia nei confronti dell’altro.
Metabolizzate un comportamento che non vi convince, senza dargli eccessiva
importanza. Una volta digerito, guardate avanti, con più fiducia, e con più
sorrisi. Sarete diventati, in poco tempo, meno diffidenti e più felici.
GLI
ANTIDOTI PER VIVERE BENE INSIEME AGLI ALTRI:
E
se provassimo a prendere la vita con il soffio della leggerezza? Planiamo sulle
cose, dall’alto.
La
forza dell’ironia, un bagno di leggerezza in un mondo pesante e di persone
pesanti.
Il
potere della rinuncia, chi lo esercita può conquistare il segreto della
felicità .
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