- di ANTONIO SPADARO
Qual è il senso del
colore? Che relazione c’è tra i colori e la vita, la mia? La domanda può apparire
banale. Non si può, infatti, pensare una vita senza colori, senza sfumature;
una vita, come si suol dire, «in bianco e nero». In realtà, anche il bianco e
il nero sono colori. Dunque, una vita senza colori sarebbe impossibile: l’esistenza
è sempre radicalmente colorata. Il colore è uno dei canali attraverso il quale
il mondo ci raggiunge, ci viene incontro: è un potente canale di relazione, di
comunicazione. Crea abbinamenti e atmosfere. Il colore contribuisce a fare
della realtà un «ambiente». Ci si immerge nel colore, e così si conosce la
realtà. Ma non c’è nulla di più fluido del colore, che genera una percezione
differente in chi lo guarda sulla base della propria cultura e della propria
esperienza personale. Non tutti vediamo allo stesso modo, infatti. Cioè non tutti
interpretiamo ciò che vediamo nella stessa maniera. Il colore va ben al di là
della biologia. Qualcuno faceva notare che il porpora, che per l’italiano è un
rosso, per l’inglese è un viola, ad esempio. anche affermare che la stessa percezione
dei colori ha una sua evoluzione nel tempo, non omogenea per Paesi e culture.
Ogni colore ha, dunque,
una sua storia, che è anche sociale e sentimentale. È anche persino teologica:
basterebbe pensare ai colori delle liturgie per svelare l’evidenza che il
colore è ambiente del sacro.
Una cosa è certa, comunque: i colori ci raggiungono da un «oltre», al di là di noi stessi.
Un colore suggestivo caro a molti – da Giotto a Yves Klein, da Derek Jarman a Raymond Carver – è il «blu oltremare», nel quale «l’oscurità diviene visibile» (Klein). In natura la composizione di questo pigmento la si trova nel lapislazzuli che veniva estratto principalmente in Oriente e arrivava in Europa dai porti del Vicino Oriente. Arrivava da Oltremare, dunque. Quel che mi sembra illuminante è il fatto che il colore arrivi da altrove.
In realtà questo, simbolicamente,
vale per tutti i colori. Quando l’artista li usa, essi non sono semplicemente imitazione
della natura, ma intuizione di qualcosa
che lo ispira arrivando da un «oltre».
Nel giungere a noi è come
se arrivassero via mare, superando la possibilità di un naufragio, quello che
per noi farebbe andare a picco il mondo.
Da L’ESPRESSO
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