In
quasi dieci anni di pontificato, Francesco si è soffermato più volte
sull’argomento e ora arriva il volume ‘La gioia’ , edito da Elledici e Libreria
Editrice Vaticana, che raccoglie vari suoi interventi sul tema. L’introduzione
al volume è a firma di monsignor Dario Edoardo Viganò che spiega il significato
di questo atteggiamento per i cristiani: “Non semplice ottimismo, ma piuttosto
la capacità di guardare la storia attraverso lo sguardo di Dio”
- di Eugenio Bonanata e Giovanni Orsenigo
“La gioia di un credente non è ingenuità o incapacità di vedere i problemi della storia”. Monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia accademia delle scienze e delle scienze sociali, illustra così il libro intitolato ‘La gioia’ per il quale ha firmato l’introduzione. Un testo voluto dal Papa, che raccoglie i suoi interventi su questo tema - tratti da encicliche, omelie, discorsi e messaggi - con l'obiettivo di consegnare al lettore l'occasione per intraprendere un proprio cammino personale. “Non è un libro che si legge dalla prima all’ultima pagina, ma può essere letto in maniera disordinata”, spiega Viganò. Infatti – prosegue – si tratta di testi che, soprattutto in questo momento di parole gridate, notizie terribili e morti, permettono di allargare il cuore, sollevare lo sguardo e riappropriarsi dell'esperienza di credenti.
La
gioia del vino
“La
Chiesa è un'esperienza di popolo che vive la gioia”, chiarisce il religioso,
invitando a riflettere sull'esperienza delle Nozze di Cana. Il racconto del
primo miracolo di Gesù ha al centro il matrimonio, in cui però manca un
elemento importante, ovvero il vino che è segno di gioia. “Le giare per la
purificazione sono vuote”, sottolinea il sacerdote. E questo è il simbolo di un
rapporto d'amore ormai consumato tra Dio e il suo popolo. Nemmeno la legge e la
purificazione riescono a restituire la passione di quella relazione. “Questo è
il motivo per cui Gesù non è presente, ma viene invitato”, prosegue. “È infatti
Cristo a portare il vino nuovo, sancendo così una nuova alleanza, eterna,
ultima e definitiva”. Un’alleanza che nasce su questo primo grande miracolo del
vino e cioè della gioia. Ecco perché per don Dario “la Chiesa è un popolo di
uomini e donne che non vivono sotto la Legge, ma che vivono nella gioia di
essere figli e figlie di Dio”.
La
gioia di vivere al modo di Dio
Il
dono del battesimo ci permette di ricevere la vita di Dio, diventando così
figli nel suo figlio Gesù. E questo ci rende capaci di vivere le relazioni, nel
rapporto con il mondo o con il creato, nel modo del Signore. “La priorità –
afferma Viganò – non è dunque l'Io, ma soprattutto l'altro, così com'è per Dio,
la cui priorità è sempre stata il figlio”. A differenza di quanto avviene con
il ladrone crocifisso sul Calvario, che in quell'occasione dice a Gesù: ‘Se sei
davvero il Figlio di Dio, salva te stesso, e poi salva anche me’. “Se non si
vive la figliolanza in Dio – prosegue Viganò – le relazioni saranno solamente
strumentali e funzionali, mentre in questo modo vivere la gioia significa
sentire l'urgenza di vivere al modo di Dio”.
La
struttura narrativa
Per
favorire la lettura il volume è stato diviso in tre aree tematiche, o meglio,
in “tre percorsi di approccio alla gioia”, che si delineano a partire da tre
verbi: 'essere', ovvero l'individuazione della gioia intesa come atteggiamento
personale e spirituale; 'condividere', che è la gioia nell'impegno e
nell'amicizia sociale; 'testimoniare', cioè la gioia di vivere al modo di Dio.
“Leggere questo libro – evidenzia Viganò – è come camminare sulle pagine, allo
stesso modo dei discepoli di Emmaus”. In questo passo del Vangelo, i discepoli
riconoscono Gesù solamente allo spezzare del pane, ma si domandano: ‘Non arriva
forse al nostro cuore mentre dialoga con noi?’. “Lo Spirito Santo - conclude -
predispone l'uomo e la donna a riconoscere il Signore nel gesto della
condivisione del pane, ma lavora prima, anche mentre camminiamo con una persona
che è sconosciuta”.
Vatican News
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