Riportare i giovani a Messa? È una questione fondamentale, perché ha a che fare con la capacità della comunità cristiana di trasmettere al fede, ma anche di aiutare i giovani a diventare adulti. Ne è convinto don Armando Matteo, teologo e segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la dottrina della fede, autore, tra l’altro, del libro «Riportare i giovani a Messa. La trasmissione della fede in una società senza adulti» (Ancora Editrice, 128 pagine, 13 euro).
Secondo
il teologo la Chiesa oggi ha bisogno di adulti che riscoprano la bellezza
dell’essere adulti, mostrino ai giovani che “vale la pena” diventare adulti e
testimonino come la fede cristiana di fatto completi l’esperienza
dell’adultità. «Senza adulti “adulti” – sottolinea –, avremo sempre una
paralisi dell’educativo e un aggravamento della rottura nella trasmissione
generazionale della fede».
Non
si può non chiedersi quindi se forse la Chiesa non abbia bisogno di un Sinodo
sugli adulti e sul modo in cui la fede aiuti a diventare ed essere adulti. «Mi
pare che questo sia il vero punto – risponde don Matteo –. Lavorare in modo
che, per gli adulti e per le adulte del nostro tempo, il cristianesimo sia
percepito come qualcosa di decisamente opportuno per una vita buona e
compiuta».
Il
segretario del Dicastero per la dottrina della fede parla di un mondo di eterni
Peter Pan, un mondo in cui la fede è ancora associata all’idea di una vita di
pena ed è considerata solo uno strumento per superare le asperità, un mondo in
cui è possibile vivere senza la fede. Ma in questo mondo, gli chiediamo, è
ancora possibile trasmettere la fede e, soprattutto, trasmettere la fede come
esperienza di gioia? «Questa è la sfida possibile che abbiamo davanti –
risponde –: passare da un cristianesimo della consolazione ad un cristianesimo
della gioia, da un cristianesimo del conforto ad un cristianesimo
dell’innamoramento, da un cristianesimo dell’accompagnamento ad un
cristianesimo dell’incontro. E
tutto questo avendo come destinatari principali gli adulti».
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