Gli
animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli,
letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la
sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle
necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È
proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una
gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe
piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti
sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del
vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con
incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle
stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe
misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra
le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il
miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una
dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande
essenziali del nostro essere uomini e donne.
I
miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un
ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi
vive di libri.
Premio
Campiello 2022, Premio Bagutta Opera Prima 2022, Premio Salerno Letteratura
2022
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