"Dipende da noi, impegniamoci"
Agli
elettori, ai giovani, ai disillusi, agli eletti: osare la speranza, è questo il
messaggio che sentiamo di rivolgere a noi stessi, alle nostre comunità, a tutte
le donne e gli uomini d’Italia...
Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, riunita a Matera, ha approvato il messaggio di cui qui di seguito riportiamo il testo, alla vigilia delle elezioni politiche di domenica 25 settembre.
Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese
Dipende
da noi: impegniamoci. È questo il messaggio che sentiamo di rivolgere a noi
stessi, alle nostre comunità, a tutte le donne e gli uomini d’Italia. Stiamo
attraversando una fase particolarmente delicata e complicata della storia: le
nostre parole non sono un incoraggiamento ad andare avanti nonostante tutto, ma
un invito a osare con speranza. Non semplice ottimismo, ma speranza e realismo
cristiano. La guerra, la pandemia, la crisi ambientale e quella delle imprese,
l’aumento generalizzato dei costi, il caro bollette… sono tutte questioni che
ci addolorano terribilmente e ci preoccupano. Non possiamo mai abituarci a
vedere la vita calpestata. Il nostro appello è motivato prima di tutto dalla
nostra fede e dalla certezza che il Vangelo di Gesù continua ad essere una
Buona Notizia per tutti. Ci sta a cuore il futuro di ogni persona umana. “Io
sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Siamo
fratelli e sorelle. “Impegniamoci”, tutti insieme, per non cedere al pessimismo
e alla rabbia. Vogliamo essere spettatori o protagonisti del futuro? L’Italia
ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di responsabilità e di partecipazione.
Vicini e solidali con chi soffre ed è in cerca di risposte ai tanti problemi
quotidiani, rivolgiamo un appello agli elettori, ai giovani, a chi ha perso
fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al
Parlamento.
Agli
elettori
Il
voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati
a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene
comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla
costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per
questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro! C’è
un bisogno diffuso di comunità, da costruire e ricostruire sui territori in
Italia e in Europa, con lo sguardo aperto al mondo, senza lasciare indietro
nessuno. C’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia
aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto.
Il voto è una espressione qualificata della vita democratica di un Paese, ma è
opportuno continuare a sentirsene partecipi attraverso tutti gli strumenti che
la società civile ha a disposizione.
Ai
giovani, che per la prima volta si recano a un seggio elettorale, diciamo di
avere fiducia! Con il vostro voto lanciate a tutta l’Italia un forte messaggio
di partecipazione alla costruzione del bene comune, nel rispetto della persona,
di tutte le persone in ogni fase della vita. Questo è il vero criterio per
orientarsi nelle scelte. Il vostro impegno per la cura del Creato è un esempio
per tutti. Vedere che i giovani si pongono dalla parte di chi vuole affrontare
e risolvere i problemi è un segno che fa ben sperare. E impegna, allo stesso
tempo, noi adulti a non tradire i vostri sogni.
Ai
disillusi
A
chi, dopo molti anni, è tentato di pensare che nulla cambierà anche stavolta,
ricordiamo che il contributo di tutti è molto prezioso. Comprendiamo la vostra
preoccupazione: sarà possibile mettere da parte le divisioni e guardare al bene
del Paese? Vi invitiamo, però, a non far prevalere la delusione: impegniamoci!
La partecipazione democratica è amore per il nostro Paese. Invitiamo chi si
trova ad affrontare gravi problemi e si sente ai margini della società a non
scoraggiarsi e a dare il proprio irrinunciabile contributo.
Agli
eletti
Chiediamo
ai futuri eletti di non dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono
investiti. Il loro servizio è per tutti, in particolare per chi è più fragile e
per chi non ha modo di far sentire la sua voce. L’agenda dei problemi del
nostro Paese è fitta: le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno
demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la
transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro,
soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e
l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le
riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale… È il
tempo di scelte coraggiose e organiche. Non opportunismi, ma visioni. Vi
invitiamo a vivere la responsabilità politica come “la forma più alta di
carità”.
Prospettive
Ripartiamo
dai luoghi di vita: qui abbiamo ritrovato il senso della prossimità durante la
pandemia. Il Cammino sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo può
costituire davvero un’opportunità per far progredire processi di
corresponsabilità. È sempre nei luoghi di vita che abbiamo appreso l’arte del
dialogo e dell’ascolto, ingredienti indispensabili per ricostruire le
condizioni della partecipazione e del confronto. Riscopriamo e riproponiamo i
principi della dottrina sociale della Chiesa: dignità delle persone, bene
comune, solidarietà e sussidiarietà. Amiamo il nostro Paese. La Chiesa
ricorderà sempre questo a tutti e continuerà a indicare, con severità se
occorre, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti
inviolabili della persona e della comunità.
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