Anche in versione online, torna il festival di
Parole O_stili sulla comunicazione rispettosa delle persone. Oggi la
presentazione del nuovo Manifesto, con dieci buone pratiche da osservare sul
web
La rete accorcia le distanze, ma le parole vanno “curate”
di
MATTEO MARCELLI
Se è vero che il web è il luogo di elezione
per molti “odiatori da tastiera” e per i loro insulti, il lockdown imposto
dal Covid19, dilatando lo spazio di utilizzo del digitale, ha aumentato il
rischio di amplificare il fenomeno. Ed è stata anche questa consapevolezza ad
aver convinto l’associazione Parole O_stili a non rinunciare al quarto
appuntamento con il festival annuale sulla comunicazione rispettosa delle
persone. Un’edizione «fatta in casa», per usare le parole della presidente Rosy
Russo, e per questo pensata con ancor più cura: «La distanza è una realtà,
soprattutto in questo momento, ma anche una percezione. Il web non permette di
misurare l’empatia fino in fondo, ma la rete è un luogo che va abitato con
tutti i nostri sensi – esorta Russo –. Vogliamo accorciare queste distanze, ma
abbiamo anche bisogno di dilatare lo sguardo e credere che il web possa fare la
differenza quando si porta dietro l’umanità come accade adesso. La cura, alla
Don Milani per intenderci, è anche cura delle parole, dentro e fuori la rete».
L’associazione lotta da tre anni per
ridefinire lo stile con cui le persone interagiscono nel digitale, nella
convinzione che le parole usate in spazi virtuali abbiano conseguenze reali e
che quindi, anche sul web, vadano pesate con attenzione.
Oggi, nel corso della seconda giornata di
festival, sarà presentato il nuovo Manifesto per la comunicazione non ostile.
Una lista di dieci principi a cui ispirarsi per scegliere parole giuste, in
grado di superare le differenze, oltrepassare i pregiudizi e abbattere i muri
dell’incomprensione. Il decalogo è già stato sottoposto e approvato da
centinaia di sindaci, decine di aziende e alti rappresentanti delle
istituzioni. Parole O_stili ne ha accompagnato la diffusione facendo formazione
nelle scuole, producendo libri destinati agli studenti e organizzando decine di workshop sul
territorio. A settembre sarà ospitato in alcuni testi scolastici e in un diario che l’associazione realizzerà con
Pigna. Ma cosa ha comportato il lockdown per la missione
dell’associazione? In realtà, la distanza sociale sembra aver offerto alcune
opportunità. Dagli incontri con gli esperti e gli ospiti dei panel, è emersa
una maggiore attenzione tra i ragazzi e una rinnovata capacità di valutare il
digitale come parte della vita di tutti. «Viviamo un’esperienza dura. Alcune
persone sembrano avere sospetto e risentimento nei con- fronti del
digitale – ragiona lo scrittore Alessandro Baricco, ospite della sessione di
apertura del festival –. Occorre un bilanciamento fra il nostro usare la
tecnologia digitale e il nostro continuare a essere umani. Questa è la
sfida del domani, perché la realtà resta un sistema unico, siamo reali
ovunque».
Il lavoro di Parole o_Stili è stato
seguito con attenzione dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che
anche da sottosegretaria, ha sempre difeso l’utilizzo del digitale nella
scuola: «Il cyber bullismo si può combattere con educazione e cultura. Ma
bisogna capire che le parole possono far male più di uno schiaffo – ha
ricordato la Ministra –. Siamo all’interno di una bolla virtuale al momento ed
è necessaria una maggiore sensibilità nel modo di comunicare».
Una nuova etica da sviluppare in un momento in
cui il Covid offre nuove prospettive: «A scuola utilizziamo un modello di
apprendimento passivo. Dobbiamo avere coraggio educativo – spiega Daniela
Lucangeli , docente di psicologia evolutiva e membro del comitato ministeriale
per la ripresa della scuola, guidato da Patrizio Bianchi –. Questo momento
potrebbe servire ad andare oltre, non ci vuole un comitato tecnico per decidere
che la distanza educativa va colmata con un messaggio sullo smartphone, serve
profondità».
www.avvenire.it
MANIFESTO DELLA COMUNICAZIONE NON OSTILE
Virtuale è reale
Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.Si è ciò che si comunica
Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.Le parole danno forma al pensiero
Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.Prima di parlare bisogna ascoltare
Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.Le parole sono un ponte
Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
Le parole hanno conseguenze
So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.Condividere è una responsabilità
Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.Le idee si possono discutere.
Le persone si devono rispettareNon trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.Gli insulti non sono argomenti
Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.Anche il silenzio comunica
Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
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