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domenica 10 maggio 2020

LA RETE E LE PAROLE - SI E' CIO' CHE SI COMUNICA


Anche in versione online, torna il festival di Parole O_stili sulla comunicazione rispettosa delle persone. Oggi la presentazione del nuovo Manifesto, con dieci buone pratiche da osservare sul web
La rete accorcia le distanze, ma le parole vanno “curate”

di MATTEO MARCELLI

Se è vero che il web è il luogo di elezione per molti “odiatori da tastiera” e per i loro insulti, il lockdown imposto dal Covid19, dilatando lo spazio di utilizzo del digitale, ha aumentato il rischio di amplificare il fenomeno. Ed è stata anche questa consapevolezza ad aver convinto l’associazione Parole O_stili a non rinunciare al quarto appuntamento con il festival annuale sulla comunicazione rispettosa delle persone. Un’edizione «fatta in casa», per usare le parole della presidente Rosy Russo, e per questo pensata con ancor più cura: «La distanza è una realtà, soprattutto in questo momento, ma anche una percezione. Il web non permette di misurare l’empatia fino in fondo, ma la rete è un luogo che va abitato con tutti i nostri sensi – esorta Russo –. Vogliamo accorciare queste distanze, ma abbiamo anche bisogno di dilatare lo sguardo e credere che il web possa fare la differenza quando si porta dietro l’umanità come accade adesso. La cura, alla Don Milani per intenderci, è anche cura delle parole, dentro e fuori la rete».
L’associazione lotta da tre anni per ridefinire lo stile con cui le persone interagiscono nel digitale, nella convinzione che le parole usate in spazi virtuali abbiano conseguenze reali e che quindi, anche sul web, vadano pesate con attenzione.
Oggi, nel corso della seconda giornata di festival, sarà presentato il nuovo Manifesto per la comunicazione non ostile. Una lista di dieci principi a cui ispirarsi per scegliere parole giuste, in grado di superare le differenze, oltrepassare i pregiudizi e abbattere i muri dell’incomprensione. Il decalogo è già stato sottoposto e approvato da centinaia di sindaci, decine di aziende e alti rappresentanti delle istituzioni. Parole O_stili ne ha accompagnato la diffusione facendo formazione nelle scuole, producendo libri destinati agli studenti e organizzando decine di workshop sul territorio. A settembre sarà ospitato in alcuni testi scolastici e in un diario che l’associazione realizzerà con Pigna. Ma cosa ha comportato il lockdown per la missione dell’associazione? In realtà, la distanza sociale sembra aver offerto alcune opportunità. Dagli incontri con gli esperti e gli ospiti dei panel, è emersa una maggiore attenzione tra i ragazzi e una rinnovata capacità di valutare il digitale come parte della vita di tutti. «Viviamo un’esperienza dura. Alcune persone sembrano avere sospetto e risentimento nei con- fronti del digitale – ragiona lo scrittore Alessandro Baricco, ospite della sessione di apertura del festival –. Occorre un bilanciamento fra il nostro usare la tecnologia digitale e il nostro continuare a essere umani. Questa è la sfida del domani, perché la realtà resta un sistema unico, siamo reali ovunque».
Il lavoro di Parole o_Stili è stato seguito con attenzione dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che anche da sottosegretaria, ha sempre difeso l’utilizzo del digitale nella scuola: «Il cyber bullismo si può combattere con educazione e cultura. Ma bisogna capire che le parole possono far male più di uno schiaffo – ha ricordato la Ministra –. Siamo all’interno di una bolla virtuale al momento ed è necessaria una maggiore sensibilità nel modo di comunicare».
Una nuova etica da sviluppare in un momento in cui il Covid offre nuove prospettive: «A scuola utilizziamo un modello di apprendimento passivo. Dobbiamo avere coraggio educativo – spiega Daniela Lucangeli , docente di psicologia evolutiva e membro del comitato ministeriale per la ripresa della scuola, guidato da Patrizio Bianchi –. Questo momento potrebbe servire ad andare oltre, non ci vuole un comitato tecnico per decidere che la distanza educativa va colmata con un messaggio sullo smartphone, serve profondità».

www.avvenire.it

MANIFESTO DELLA COMUNICAZIONE NON OSTILE
  1. Virtuale è reale

    Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
  2. Si è ciò che si comunica

    Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
  3. Le parole danno forma al pensiero

    Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
  4. Prima di parlare bisogna ascoltare

    Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
  5. Le parole sono un ponte

    Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
  1. Le parole hanno conseguenze

    So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
  2. Condividere è una responsabilità

    Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
  3. Le idee si possono discutere.
    Le persone si devono rispettare

    Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
  4. Gli insulti non sono argomenti

    Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
  5. Anche il silenzio comunica

    Quando la scelta migliore è tacere, taccio.


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