Indagare la complessità
nella geometria
-
di Cristina Perversi*
Un
contesto narrativo adatto all’età degli alunni permette di realizzare, in
quarta primaria, una significativa esperienza di laboratorio con importante
contenuto geometrico.
In
più occasioni abbiamo proposto esperienze di lavoro con bambini di scuola
dell’Infanzia o dei primi anni della Primaria in cui un contesto narrativo,
prevalentemente legato alle fiabe, offre la cornice più favorevole a incontrare
i concetti numerici e geometrici elementari in modo spontaneo e accattivante.
Un approccio interessante anche con ragazzini più grandi, partendo da diversi
spunti.
La
pluralità delle discipline può offrire stimoli interessanti per occasioni di
attività laboratoriale in geometria, sostituendo opportunamente la funzione del
racconto fiabesco. Spesso il contesto storico è quello più naturale e
avvincente, ma numerosi sono anche gli spunti che vengono dall’arte.
Siamo
in quarta Primaria, anno scolastico 2021-2022: colonne e capitelli dei templi
greci e romani offrono modelli di solidi geometrici ricchi di proprietà. Il
capitello dorico presenta forme semplici, quello ionico già esprime una
raffinatezza formale nella voluta a spirale – forma curvilinea di particolare
bellezza. Ma quello corinzio ci appare sorprendente nella sua complessità, in
cui la geometria riproduce la frastagliata foglia dell’acanto, non certo racchiudibile
in pochi tratti.
Forse
non verrebbe in mente di prendere proprio questo ornatissimo capitello come
oggetto di studio e riproduzione grafica. Ecco che un breve e conciso racconto
nel De architectura di Vitruvio, presentando la leggenda della
sua origine, che fa comprendere perché sia considerato un simbolo di vita oltre
la morte, offre invece la suggestione significativa per esplorarne la struttura
nel laboratorio di tecnologia.
La
simmetria è uno degli argomenti di geometria più affascinanti nella scuola
primaria. Riconosciuta intuitivamente dai bambini fin dall’infanzia, sfiorata,
introdotta e abbozzata in alcune attività, viene tematizzata esplicitamente
nelle classi quarta e quinta. L’arte greca ne offre innumerevoli e
significative rappresentazioni: cogliamo così l’occasione di offrire ai bambini
un’esperienza dell’eccezionale raffinatezza e profondità della cultura greca,
cui i sussidiari fanno abbondante quanto astratto riferimento.
In
quarta iniziamo osservando gli artefatti greci: la forma dei vasi, le loro
decorazioni abitate da guerrieri e divinità, da animali e vegetali, i volti
scolpiti delle statue e dei fregi, la struttura architettonica dei templi, le
narrazioni marmoree dei frontoni. Notiamo che i Greci hanno una preferenza
per la pianta dell’acanto, sia dettagliata realisticamente che schematizzata
sinteticamente.
Proponiamo
di provare anche noi a disegnare una foglia di acanto, anche se siamo
consapevoli della difficoltà di riprodurre una forma così complessa e
frastagliata. Generalmente i bambini cominciano a disegnare un particolare
per arrivare alla figura complessiva, della quale non sono capaci di gestire la
dimensione generale, in rapporto al foglio utilizzato, o la relazione fra le
parti. Chiediamo loro di procedere diversamente, cioè osservandone e
tracciandone la struttura geometrica: cerchiamo di individuare le linee e le
forme della foglia di acanto su immagini fotocopiate, le ricalchiamo per tracciarne
la struttura geometrica, per poi cominciare a disegnare la foglia a partire dal
disegno di questa struttura. Ognuno, con capacità e difficoltà proprie, riesce
a disegnare la sua foglia.
A
questo punto confrontiamo le foglie di acanto naturali e i nostri disegni con
quelle rappresentate dagli artisti Greci. Osserviamo che la foglia di acanto in
natura è asimmetrica e lo notiamo soprattutto dall’attacco delle nervature
secondarie con quella centrale. Nelle decorazioni greche, invece, la nervatura
centrale divide le foglie in due parti uguali che sono fra loro
simmetriche. Questo modo di rendere più ordinata la struttura della foglia
ci interessa, e decidiamo di trasformare e rendere i nostri lavori simmetrici.
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articolo
Pubblicato
sul n° 84 di Emmeciquadro
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